PresentazionI
Ho letto con vivo interesse il suo lavoro su Picerno diventata sua
patria di adozione, di prossima pubblicazione: "Una cittadina del
mezzogiorno d'Italia: PICERNO - Note ed appunti di storia municipale ".
In me l'interesse alla lettura è stato accresciuto dal fatto che Picerno è
vicina a Muro Lucano, mia terra di origine; e i due paesi hanno non
pochi punti in comune sia per quanto riguarda la loro storia e sia per
quanto concerne le tradizioni e le caratteristiche locali.
Il lavoro, nel suo complesso, riscuote tutto il mio consenso e merita di
essere divulgato. E' un buon contributo alla conoscenza non solo di
Picerno ma anche della nostra Lucania, la quale, se per la sua posizione
geografica e per i condizionamenti atavici e per l'accentuato flusso
migratorio, non ha avuto, in tempi recenti, uno sviluppo pari a quello
delle altre regioni italiane, pure ha avuto sempre ed ha tuttora una
riserva di uomini che, per acume d'ingegno e per serietà, si fanno onore
in tanta parte d'Italia ed all'estero.
La pubblicazione del testo contribuirà certamente a stimolare i lettori
appassionati nelle ricerche sulla storia degli altri paesi della Lucania
ed a mettere in evidenza le luci della civiltà più volte millenaria di
questa Regione.
Questo è l'augurio che io faccio, mentre esprimo la fiducia che l'appello
sarà raccolto dai nostri corregionali studiosi di storia e specialmente
dai giovani.
ANTONIO ROSARIO MENNONNA
Vescovo di Nardò (Lecce)
lll
Questa monografia vuole essere un contributo alla conoscenza del paese di
Picerno; un' opera alla quale l'autrice si è avvicinata quasi per caso,
ma alla quale ha saputo dare il calore tipico delle cose cui ci si
affeziona per consuetudine, negli anni.
L'idea di questo lavoro è nata infatti nell'autrice da una esperienza di
ricerca intorno a Picerno, da lei proposta e guidata alcuni anni fa
nell'ambito di una delle classi della scuola elementare in cui insegna.
Ricercare notizie sul proprio paese significa, più di quanto lo si
penserebbe, scoprirlo, o meglio riscoprirlo.
Quante cose infatti dei luoghi in cui viviamo abitualmente ci sfuggono,
quante notizie pur note vengono accantonate, sicchè il porvi mente dà
uno strano sapore di scoperta e con stupore si guarda ai luoghi in cui
si è vissuti.
E' da questo stato d'animo che è nato nell'autrice il desiderio di dare
alle ricerche, fatte insieme ai suoi alunni, una sistemazione.
Approfondendo ed ampliando le ricerche, il lavoro è andato facendosi più
complesso e completo, ma ad esso l'autrice non ha voluto togliere la
frammentarietà e la caratteristica propria della "ricerca ", quella di
non voler essere un lavoro conclusivo, ma anzi stimolo a nuove ricerche.
Questi caratteri, senza togliere organicità, rendono il lavoro di facile
lettura, adatto quindi anche ai ragazzi, che attraverso di esso potranno
imparare ad amare di più, conoscendolo meglio, il proprio paese.
La breve monografia è divisa in due parti.
La prima ci presenta il paese nella sua realtà, geografica e sociale, la
posizione, il carattere della gente, le strade e gli edifici più
significativi.
C'è in questa prima parte la vivacità-dell'osservazione diretta: l'autrice
ci conduce tra i picernesi, nelle loro vie strette che cercano di
adeguarsi alle necessità del traffico automobilistico, nei loro bar
lindi e vivaci, nelle loro piazze piccole e soleggiate e ce ne fa
ascoltare i canti, ci ripropone la civettuola solennità dell'antico
costume delle donne picernesi.
La seconda parte apre squarci nella storia del paese, storia ormai lontana
nel tempo, ma si intuisce, ancora viva nel ricordo dei picernesi, come
una epopea tramandata di vecchio in vecchio con l'orgoglio della libertà
cercata e difesa.
E in questa seconda parte la voce dell'autrice tace, ella preferisce
lasciar parlare i personaggi del tempo e, se interviene, è solo per
introdurci discretamente nel vivo del documento che, ccome uno stralcio
di vita, cioffre le voci vive degli antichi picernesi.
Le motivazioni del lavoro sono implicite già in ciò che ho detto finora,
ma vale la pena che mi soffermi su quella che ritengo stia alla radice
di tutto e che mi si è evidenziato dopo una visita a Picerno sollecitata
dalla lettura del manoscritto.
E' evidente la volontà dei picernesi di adeguare la loro realtà ai tempi,
sia nell'aspetto esteriore del paese che nelle costumanze, nel modo di
vita; ed ecco allora che vecchi muri vengono abbattuti per lasciar
spazio a costruzioni funzionali, i bei costumi tradizionali scompaiono,
sostituiti da abiti più o meno alla moda; gli stornelli paesani calano
in un angolo oscuro della memoria, sconfitti dai motivi musicali più in
voga e il fervore genuino del lavoro artigianale tace; ecco che le più
antiche tradizioni cominciano a lasciare indifferenti i giovani.
E' tutto un patrimonio umano che si sente lentamente sfuggire, i muri
diroccati, gli stornelli e i costumi tradizionali sono la storia di
Picerno ed hanno il fascino delle cose antiche, genuine, che vanno in
qualche modo salvate, anche se solo nel ricordo.
Se il lavoro ha dei pregi sarà il lettore a giudicare, a me basta avere
evidenziato quanto siano pregevoli le intenzioni.
Picerno, settembre 1976.
LORENZA LARAIA COLICIGNO
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