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Giuseppina Caivano Bianchini
- PICERNO
 

PresentazionI

Ho letto con vivo interesse il suo lavoro su Picerno diventata sua patria di adozione, di prossima pubblicazione: "Una cittadina del mezzogiorno d'Italia: PICERNO - Note ed appunti di storia municipale ". 
In me l'interesse alla lettura è stato accresciuto dal fatto che Picerno è vicina a Muro Lucano, mia terra di origine; e i due paesi hanno non pochi punti in comune sia per quanto riguarda la loro storia e sia per quanto concerne le tradizioni e le caratteristiche locali. 
Il lavoro, nel suo complesso, riscuote tutto il mio consenso e merita di essere divulgato. E' un buon contributo alla conoscenza non solo di Picerno ma anche della nostra Lucania, la quale, se per la sua posizione geografica e per i condizionamenti atavici e per l'accentuato flusso migratorio, non ha avuto, in tempi recenti, uno sviluppo pari a quello delle altre regioni italiane, pure ha avuto sempre ed ha tuttora una riserva di uomini che, per acume d'ingegno e per serietà, si fanno onore in tanta parte d'Italia ed all'estero. 
La pubblicazione del testo contribuirà certamente a stimolare i lettori appassionati nelle ricerche sulla storia degli altri paesi della Lucania ed a mettere in evidenza le luci della civiltà più volte millenaria di questa Regione. 
Questo è l'augurio che io faccio, mentre esprimo la fiducia che l'appello sarà raccolto dai nostri corregionali studiosi di storia e specialmente dai giovani.

ANTONIO ROSARIO MENNONNA
     Vescovo di Nardò (Lecce)

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Questa monografia vuole essere un contributo alla conoscenza del paese di Picerno; un' opera alla quale l'autrice si è avvicinata quasi per caso, ma alla quale ha saputo dare il calore tipico delle cose cui ci si affeziona per consuetudine, negli anni. 
L'idea di questo lavoro è nata infatti nell'autrice da una esperienza di ricerca intorno a Picerno, da lei proposta e guidata alcuni anni fa nell'ambito di una delle classi della scuola elementare in cui insegna. 
Ricercare notizie sul proprio paese significa, più di quanto lo si penserebbe, scoprirlo, o meglio riscoprirlo. 
Quante cose infatti dei luoghi in cui viviamo abitualmente ci sfuggono, quante notizie pur note vengono accantonate, sicchè il porvi mente dà uno strano sapore di scoperta e con stupore si guarda ai luoghi in cui si è vissuti. 
E' da questo stato d'animo che è nato nell'autrice il desiderio di dare alle ricerche, fatte insieme ai suoi alunni, una sistemazione. 
Approfondendo ed ampliando le ricerche, il lavoro è andato facendosi più complesso e completo, ma ad esso l'autrice non ha voluto togliere la frammentarietà e la caratteristica propria della "ricerca ", quella di non voler essere un lavoro conclusivo, ma anzi stimolo a nuove ricerche. Questi caratteri, senza togliere organicità, rendono il lavoro di facile lettura, adatto quindi anche ai ragazzi, che attraverso di esso potranno imparare ad amare di più, conoscendolo meglio, il proprio paese. 
La breve monografia è divisa in due parti. 
La prima ci presenta il paese nella sua realtà, geografica e sociale, la posizione, il carattere della gente, le strade e gli edifici più significativi. 
C'è in questa prima parte la vivacità-dell'osservazione diretta: l'autrice ci conduce tra i picernesi, nelle loro vie strette che cercano di adeguarsi alle necessità del traffico automobilistico, nei loro bar lindi e vivaci, nelle loro piazze piccole e soleggiate e ce ne fa ascoltare i canti, ci ripropone la civettuola solennità dell'antico costume delle donne picernesi. 
La seconda parte apre squarci nella storia del paese, storia ormai lontana nel tempo, ma si intuisce, ancora viva nel ricordo dei picernesi, come una epopea tramandata di vecchio in vecchio con l'orgoglio della libertà cercata e difesa. 
E in questa seconda parte la voce dell'autrice tace, ella preferisce lasciar parlare i personaggi del tempo e, se interviene, è solo per introdurci discretamente nel vivo del documento che, ccome uno stralcio di vita, cioffre le voci vive degli antichi picernesi. 
Le motivazioni del lavoro sono implicite già in ciò che ho detto finora, ma vale la pena che mi soffermi su quella che ritengo stia alla radice di tutto e che mi si è evidenziato dopo una visita a Picerno sollecitata dalla lettura del manoscritto. 
E' evidente la volontà dei picernesi di adeguare la loro realtà ai tempi, sia nell'aspetto esteriore del paese che nelle costumanze, nel modo di vita; ed ecco allora che vecchi muri vengono abbattuti per lasciar spazio a costruzioni funzionali, i bei costumi tradizionali scompaiono, sostituiti da abiti più o meno alla moda; gli stornelli paesani calano in un angolo oscuro della memoria, sconfitti dai motivi musicali più in voga e il fervore genuino del lavoro artigianale tace; ecco che le più antiche tradizioni cominciano a lasciare indifferenti i giovani. 
E' tutto un patrimonio umano che si sente lentamente sfuggire, i muri diroccati, gli stornelli e i costumi tradizionali sono la storia di Picerno ed hanno il fascino delle cose antiche, genuine, che vanno in qualche modo salvate, anche se solo nel ricordo. 
Se il lavoro ha dei pregi sarà il lettore a giudicare, a me basta avere evidenziato quanto siano pregevoli le intenzioni. 

    Picerno, settembre 1976. 
LORENZA LARAIA COLICIGNO

 

 

 

 

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agg. al 30/08/2004

 


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