Premessa
So bene che i personaggi e i brevi racconti di questo libro vengono
presentati in un momento molto difficile del nostro tempo: un fine
millennio caotico, angoscioso e sfuggente, con crisi di qualunque
natura, sempre pronte a creare orizzonti nebulosi e poco rassicuranti.
In più il violento passaggio dalle tradizioni alla modernità (passaggio
che doveva essere lento e meditato) vede l'attenzione dell'uomo del
Duemila proiettata verso le conquiste tecnologiche, dirette ad
assicurargli un sempre maggiore progresso materiale. Con ciò è implicito
che il collettivo immaginario si allontana sempre più dalla memoria di
cose e persone del passato, rimanendo invece incantato nell'ammirare la
costruzione della moderna Babele con le sue mille sofisticazioni e
menzogne in ogni campo e dappertutto, con milioni di parole sempre
pronte a convincere, sedurre, deviare.
Con queste prospettive posso sperare che "GENTE LUCANA CONTRO LUCE" venga
accettata nella sua semplicità? Una speranza, solo una speranza. - Un
po' tutti, oggi, siamo vittime di uno strano protagonismo col crederci
efficienti, sicuri e maturi, cose che ci annebbiano la vista e così
"Ciechi e guide di ciechi", perdiamo, giorno dopo giorno, quei giusti
riferimenti che, scoperti, capiti e messi a fuoco, potrebbero guidarci
nella scelta di altrettanto giuste direzioni. Una di queste la scoprii
da giovane su un affollatissimo marciapiedi di una grande città.
Mentre inseguivo pensieri di grandezza che, anche nella sfera dei sogni ad
occhi aperti, non approdavano a qualcosa di concreto, con conseguente
delusione, m'imbattei in un vecchio il quale, dal volto visibilmente
provato, sembrò sintonizzarsi coi miei pensieri al punto da farmi
arrossire con me stesso. Questo incontro casuale, durato il tempo che i
pochi secondi concedono di guardarsi in faccia su una strada affollata,
mi fece ripartire da zero, come se fosse stata una decisione maturata da
tanto tempo. Dopo aver messo, quindi, in discussione idee e progetti che
per me erano certezze fino a quel momento scontate, iniziai a disegnare
ed a realizzare in creta figure a tutto tondo di vecchi, accattoni ed
emarginati, col preciso intento di testimoniare con la mia attenzione e
comprensione nei loro riguardi, la loro SOLITUDINE nonché la loro
silenziosa SOFFERENZA. Ecco il messaggio che inconsciamente mi trasmise
il vecchio sul marciapiedi.
Dopo la realizzazione di varie sculture, prima in creta, poi in bronzo,
scoprii nei loro volti tanta dignità accompagnata da una sorta di dramma
vissuto alla luce della rassegnazione. Per concludere: ciò che da quel
momento non ho più messo in discussione, trovandolo congeniale con il
mio stesso pensiero, è stato ed è il considerare il dramma dell'Umanità
sotto l'aspetto spirituale, umano e sociale. Una catarsi, quindi, che
lungi da patetismi ci redime tutti, compresi i miei vecchi ed accattoni,
dall'essere considerati dei vinti o inutili soprammobili ornamentali.
I personaggi presentati nel libro sono: IL PASTORE LUCANO - ANNA E
GIOVANNI EMIGRANTI - PANCRAZIO, ACCATTONE, MA SIGNORE - ANTONIO IL
SEGRESTANO - LILLINO, IL GOBBO CAPELLONE - DON MATTEO, OMBRELLI E
FORTUNELLE. A questi seguono i personaggi esposti in mostre itineranti e
rassegne d'Arte a Napoli, Milano, Norimberga, Regennsburg, New York e
Rochester.Essi sono: Fra' Guglielmo, il Confratello, il Massaro, Lucania
70 (attualmente collocata nel Reverside di Rochester) la Banda musicale,
figure femminili e la grande Nike del Sogno. Questi furono esposti nel
1983 in molte Università di Rochester suscitando vivo interesse
artistico e culturale. Durante una di queste mostre un professore
universitario americano del Nazareth College, guardando il gruppo degli
emigranti Anna e Giovanni così si espresse: "Non posso non pensare alle
miserie di tanta povera gente che per venire in America nei primi anni
del secolo riempivano come animali le stive delle carrette
dell'Atlantico, mentre nobili e banchieri nel 1912 (1), circondati da
ogni lusso e piaceri, non credevano di affondare su uno dei più
prestigiosi gioielli del mare, frutto della Rivoluzione Industriale: il
TITANIC".
La riflessione di questo professore che per molti sapeva di retorica, per
me fu commozione pensando a mio padre che nello stesso anno, appena
ventunenne e malaticcio, raggiunse l'America del Sud dopo
cinquantacinque giorni di mare, ammassato con altri compagni nelle
inospitali e fetide stive di vecchie navi.
Ma non voglio rompere l'incantesimo e l'atmosfera quasi da leggenda dei
miei umili personaggi con ricordi personali, per cui faccio appello alla
bontà dei lettori di volersi calare con amore nella lettura dei miei
racconti, affinché possa godere un'intensa fruizione spirituale nel
riscoprire etiche e realtà che, apparentemente sorpassate, sono sempre
in sintonia con ciò che di naturale e di vero c'è nell'Umanità, il cui
cammino sulla Terra, in fondo, non è ancora concluso.
I racconti del Natale nella greppia e la Trilogia sono i depositari di una
buona parte dei ricordi dei miei genitori. Quando essi parlavano
animatamente o sottovoce, mi trasmettevano senza saperlo, con i loro
crucci e delusioni, gli avvenimenti della loro vita semplice e serena.
Sentirli parlare era per me un continuo ripasso di fatti e cose già
sentiti un'altra volta, ma che appresi nel puro dialetto e con
entusiasmo, mi sembravano sempre nuovi e s'incidevano nella mia mente
come in un affresco, che per sempre imprigiona e custodisce gelosamente
i colori dati dal pittore.
Nel revival invece c'è il desiderio di un artista che ad ogni costo vuole
partecipare agli altri la sua felicità per aver creato dei personaggi
che gli sembrano simpatici e dignitosi. Ma l'autore, che è timido e
vigliacco, spera che siano proprio i suoi personaggi, modellati fra le
"LUCI E I SOGNI IN UNO SCANTINATO", a risolvere il suo problema. Un bel
giorno, infatti, i suddetti lasciano lo scantinato per una nuova luce,
nuovi sogni e nuovi approdi. Intuendo quindi l'indecisione del loro
autore che non gli permette una buona gestione né di sé e né delle sue
cose, lo costringono a fare con essi il "giramondo". Per prima cosa
viene messo al servizio come autista della sua vecchia OPEL di cui
vengono occupati oltre ai sedili, anche il portabagagli ed il tetto.
Partono subito e a questo punto non resta che seguirli nel loro
avventuroso viaggio, pregando i lettori che alla fine del revival venga
loro in mente di voler conoscere di persona almeno uno di questi umili e
semplici personaggi che, felici per la loro avventura di insaziabili
"giramondo", ansiosi nonché fiduciosi, li attendono nello Studio
Artistico "LA CUPOLA" sito in un vicolo che a prima vista sembra cieco.
In seguito l'ignaro visitatore, bramoso di voler tutto vedere e
conoscere, s'accorgerà di trovarsi al Centro del Mondo quando vedrà un
piccolo portale in pietra, semplice ma grazioso, da cui si accede
all'Ermitage-Laboratorio, dove l'autore è sempre impegnato o nel
modellare la creta, o nel costruire pannelli o nel colloquiare, nei
momenti di riposo, con i suoi personaggi impegnandosi in accese
discussioni con interminabili diatribe e polemiche di varia natura e,
criticando, biasimando, (lodando?... Mai), non s'accorgono che
sopraggiunge la sera e allora con tenerezza, abbassando il tono della
voce, si dicono tante cose, sempre nuove, misteriose e, quindi,
inaccessibili agli altri... insomma una storia senza fine. Beati
loro?... Poveri matti?...
L'uno e l'altro.
Antonio Maria Cervellino
1) Nel 1912 nell'Atlantico affondava il TITANIC per un violento impatto
con un iceberg. Avendo i costruttori di detta nave dichiaratala
inaffondabile, nessuno dei crocieristi credette all'approssimarsi del
sinistro nei primi momenti del suo annuncio.
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