UNIVERSITA' DEGLI STUDI DELLA BASILICATA
Quattro facoltà, ventitre corsi di laurea di primo
livello, dodici dipartimenti, numerosissimi laboratori, due sedi
universitarie a Potenza e Matera, tre scuole di specializzazione, quindici
centri di studio, novantacinque docenti assodati, cinquantotto ordinari,
centoventiquattro ricercatori, due mense universitarie. Sono questi i numeri
dell’Università degli Studi della Basilicata a venti anni dalla sua
istituzione. Una offerta formativa sempre più ampia e diversificata che si
articola intorno alle facoltà di Lettere e Filosofia, Ingegneria, Scienze
Matematiche fisiche naturali, ed Agraria. Negli ultimi anni inoltre si è
registrato un notevole incremento di iscrizioni: dai duemila e cinquecento
iscritti del 1990 ai seimilasettecento del 2002.
Eppure non sono solo gli iscritti ad essere
aumentati. Dalla storica sede di via Nazario Sauro l’Università degli Studi
di Basilicata può vantare oggi ampi spazi, grazie al trasferimento nel nuovo
Campus di Macchia Romana, dove le tre facoltà scientifiche, Ingegneria,
Agraria e Scienze Matematiche e Fisiche naturali, hanno potuto offrire agli
studenti la possibilità di sperimentare e partecipare a progetti di ricerca
in laboratori dotati di attrezzature all’avanguardia.
Lo studio dei terremoti
Infatti il dipartimento di strutture, geologia e
geotecnica, della facoltà di ingegneria, è particolarmente specializzato
nello studio degli effetti del terremoto sulle strutture e nello sviluppo e
nella sperimentazione di nuove tecnologie per la protezione delle
costruzioni dagli effetti del sisma. Il laboratorio di prove materiali è
dotato di impianti moderni di notevole potenza: due centrali di pompaggio,
dieci attuatori dinamici, sistemi di acquisizione dati ed è attualmente il
più avanzato tra i laboratori universitari di tutta Italia.
Le collaborazioni internazionali
Numerosissime sono state inoltre le campagne
sperimentali di interesse nazionale e internazionale svolte per conto e in
collaborazione con l’Enea, il Servizio Sismico Nazionale, il Ministero
dell’Università, l’Unione Europea. Molto importanti sono anche le
collaborazioni con industrie lucane e non, per la “caratterizzazione
meccanica di elementi strutturali in calcestruzzo precompresso” e in legno e
per lo sviluppo di dispositivi antisismici. Attualmente, nell’ateneo lucano,
è in corso un’impegnativa prova di simulazione sismica su una struttura in
cemento armato alta circa 6 metri, per lo studio dei sistemi di adeguamento
sismico di edifici esistenti che sfruttano il concetto di isolamento alla
base.
Nuovi corsi
Di particolare interesse sono anche i tre
nuovissimi corsi di laurea in “Rischio Sismico”, “Viticoltura ed Enologia”
ed “Ingegneria Edile”, pensati e strutturati in modo da rispondere meglio
alle esigenze del territorio regionale.
Il nuovo corso di laurea in Rischio Sismico unico
in Italia, non poteva non nascere che in Basilicata, una regione interessata
quasi interamente da fenomeni sismici, e dove circa centocinquant’anni fa
l’inglese Robert Maller coniò il termine “sismologia” dopo la visita ai
luoghi colpiti dal grande terremoto dal 1857 in Val d’Agri.
Grazie alle attrezzature, gli studenti che
frequentano il dipartimento di strutture possono eseguire prove sismiche “in
situ”, su telai di edifici in cemento armato, o acciaio, per analizzare la
vulnerabilità delle costruzioni e giungere alla progettazione innovativa di
edifici in zone sismiche.
Viticoltura ed enologia
Il corso di laurea in “Viticoltura ed enologia”,
invece, sopperisce alla carenza, m ambito regionale, di figure professionali
legate alla produzione e diffusione dei vini. Nonostante il successo che
l’Aglianico del Vulture ed altri vini made in Basilicata hanno ottenuto
sulle tavole nazionali ed internazionali, la figura dell’ enologo,
spendibile in breve tempo sul mercato regionale, risulta essere quasi del
tutto assente.
Ingegneria edile
Nell’ Università della Basilicata sono inoltre
previsti sia il corso di studi in architettura e ingegneria edile, conforme
alle norme europee sia il corso di studi in ingegneria edile con curricula
in recupero edilizio e ambientale, edilizia sostenibile, architettura
ecologica e riqualificazione urbana, con insegnamenti orientati all’
ecologia. L’idea di fondo sviluppata dai docenti dell’ ateneo, che ben si
sposa con l’architettura e l’impianto dei paesini lucani, promuove uno
sviluppo urbanistico o comunque interventi di recupero, che tenga conto
delle tradizioni e della ecocompatibilità degli edifici con l’ambiente
circostante.
La scelta fatta dall’area di architettura
dell’ateneo lucano risponde a esigenze precise, in quanto gioco di anticipo
su poche nicchie di mercato, più promettenti, cercando la coniugazione con
una formazione di base solida e facilmente riconvertibile in previsione di
continue mutazioni della domanda. La scelta è, inoltre, in linea con le
indicazioni dell’Unione Europea, che ben consapevole della necessità di
difendere anche i caratteri della propria millenaria civiltà, pone, anche in
ambito formativo, un problema di sostenibilità ecologica ed economica.
Ed ancora particolarmente interessanti per i nuovi
iscritti sono risultati i nuovi corsi di laurea in scienze della
comunicazione, il corso di operatore in beni culturali, e quello in scienze
della formazione, attivati nel 2001 dalla facoltà di lettere e filosofia.
Negli ultimi dieci anni sono in media trecento, per facoltà gli studenti che
raggiungono il tanto agognato titolo di dottore e numerosissimi sono anche i
laureati che conseguono i dottorati di ricerca, dei quali l’ateneo dispone.
Molti infine sono gli studenti che decidono di completare una parte del
proprio curriculum universitario all’estero, dalla Germania alla Spagna,
alla Scozia: sono questi i Paesi che ospitano gli studenti dell’ateneo
lucano e che consentono ai loro iscritti di trascorrere un periodo dai tre
ai nove mesi in Basilicata. Insomma parte di quella sfida intrapresa venti
anni fa dall’ ateneo lucano può dirsi vinta, soprattutto se si considera
quanto sia cresciuta la capacità dell’intera regione di progettare il
proprio futuro.
A reggere le sorti dell’università di Basilicata
per i primi tredici anni di vita è stato Cosimo Damiano Fonseca, che insieme
alle istituzioni, ai parlamentari, e agli esponenti della cultura lucana
contribuì in maniera forte alla tanto sospirata nascita dell’ateneo. Era il
1981 e l’università iniziava a muovere i primi passi. Le facoltà
inizialmente istituite furono quelle di Ingegneria, Lettere e Filosofia,
Agraria e Scienze Matematiche e Fisiche Naturali. Per l’anno 83/84 solo
tredici erano i docenti ed i ricercatori di molo, 125 gli iscritti alla
facoltà di Scienze, contro i 260 delle facoltà di Lettere, Ingegneria ed
Agraria. Successe a Fonseca il prof. Gianfranco Boari che, dal primo
novembre 1994 al giugno 2000, ha profuso il suo impegno affinché l’ateneo
continuasse a crescere e a radicarsi sempre più nel territorio. Dopo una
breve reggenza del Decano Fonseca, fu eletto rettore dell’Università degli
Studi di Basilicata Lelj Garolla Di Bard, tuttora in carica. Ed è proprio
durante la reggenza del chimico napoletano che l’offerta formativa
dell’ateneo lucano viene ampliata con l’istituzione di nuove facoltà sempre
più rispondenti alle esigenze del territorio.
Ivana Infantino
L’ateneo lucano frena l’emigrazione
Sono duecento gli studenti lucani iscritti alla
“Bocconi” di Milano. La prestigiosa Università meneghina, ha reso noto il
termine per le preiscrizioni al test di ammissione (scaduto il 7 aprile
2003), cogliendo l’occasione per ricordare la presenza lucana fra i suoi
“banchi”: 109 ragazzi dalla provincia di Matera, 91 dal Potentino.
Un dato davvero elevato, in rapporto alla
popolazione, che conferma come nutrito sia il drappello di studenti lucani
che decidono di proseguire gli studi lontano dalla terra natia. La mancanza
di alcune facoltà o indirizzi presso la Università degli Studi di
Basilicata, l’affinità fra alcune città e gli studi intrapresi, il maggiore
prestigio che, secondo alcuni giovani, caratterizzerebbero alti atenei. Sono
solo alcune fra le disparate ragioni dell’allontanamento, emerse da una
breve indagine fra alcuni studenti universitari che vivono fuori regione,
scrive Antonino Palumbo su “La Gazzetta del Mezzogiorno”.
Malgrado il fenomeno della fuga di “cervelli”
lucani sia sempre Costante, si può comunque affermare, cifre alla mano, che
l’Università di Basilicata, fondata nel 1982, gode di buona salute. Il
numero degli iscritti è in ascesa. I dati provvisori al 31 gennaio 2002,
dicono che, rispetto all’anno accademico precedente, si è verificato un
incremento di quasi seicento iscritti.
E' la facoltà di Lettere e Filosofia, nonostante le
proverbiali poco rosee prospettive di lavoro, a fare la parte del leone,
mentre solo la Facoltà di Ingegneria, ha subito una lieve flessione.
Pressoché stabile, invece, il numero di studenti trasferiti presso alti
atenei.
In questo caso, la stessa Facoltà di Ingegneria,
può invece “bearsi” del calo. Ragionevolmente soddisfatto si è detto il
Rettore dell’Università di Basilicata, Garolla Di Bard. “Malgrado non siano
stati attivati nuovi corsi, egli sottolinea, c’è stato aumento delle
iscrizioni dell’otto - nove per cento rispetto all’ nno precedente,
confortato dal trasferimento di sessanta studenti da altre sedi.”
Con il passare del tempo, aggiunge il Rettore
Garolla, c’è un aumento della consapevolezza della qualità della nostra
Università. I nostri studenti si fanno valere anche all’estero, da
Bruxelles, agli Stati Uniti, ad Amsterdam”.
Il motorino che non inquina
La scoperta è di un gruppo del
Laboratorio di Fisica
Hanno trascorso notti insonni presso il Laboratorio
di Fisica dell’Ateneo lucano ma, alla fine, il gruppo formato da docenti e
ricercatori della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Basilicata, ha
messo a punto l’ultima scoperta in campo di motori. La scoperta
consiste nell’attivazione di un sistema ad iniezione diretta da installare
sui motori 50 degli scooter: la novità è che la benzina viene mandata
direttamente nella camera di combustione, riducendo notevolmente i flussi di
inquinamento ed i consumi. I protagonisti di questo eccezionale evento, che
dà una spinta sostanziale all’immagine dell’Università di Basilicata nel
contesto nazionale e non solo, sono l’ingegnere Enrico Nino, coordinatore
dell’eccezionale intuizione, Rocco Di Tommaso, ricercatore, Michele
Angeletti, dottore di ricerca, Sandro Martinello, dottorando, il capo
officina della Piaggio, Gerardo Casule, Felice Villano, artigiano della
torneria di Tito Scalo, e Rocco Amelio, meccanico. |