PINO GENTILE
 - La Città delle scale
 

- Capitolo XIV -


UNIVERSITA' DEGLI STUDI DELLA BASILICATA

  • Lo studio dei terremoti (Ivana Infantino)

  • Le collaborazioni internazionali

  • Nuovi corsi

  • Viticoltura ed enologia

  • Ingegneria edile

  • L'ateneo lucano frena l'emigrazione (Antonino Palumbo)

  • Il motorino che non inquina

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DELLA BASILICATA
 

Quattro facoltà, ventitre corsi di laurea di primo livello, dodici dipartimenti, numerosissimi laboratori, due sedi universitarie a Potenza e Matera, tre scuole di specializzazione, quindici centri di studio, novantacinque docenti assodati, cinquantotto ordinari, centoventiquattro ricercatori, due mense universitarie. Sono questi i numeri dell’Università degli Studi della Basilicata a venti anni dalla sua istituzione. Una offerta formativa sempre più ampia e diversificata che si articola intorno alle facoltà di Lettere e Filosofia, Ingegneria, Scienze Matematiche fisiche naturali, ed Agraria. Negli ultimi anni inoltre si è registrato un notevole incremento di iscrizioni: dai duemila e cinquecento iscritti del 1990 ai seimilasettecento del 2002.

 

Eppure non sono solo gli iscritti ad essere aumentati. Dalla storica sede di via Nazario Sauro l’Università degli Studi di Basilicata può vantare oggi ampi spazi, grazie al trasferimento nel nuovo Campus di Macchia Romana, dove le tre facoltà scientifiche, Ingegneria, Agraria e Scienze Matematiche e Fisiche naturali, hanno potuto offrire agli studenti la possibilità di sperimentare e partecipare a progetti di ricerca in laboratori dotati di attrezzature all’avanguardia.

 

 

 

 

Lo studio dei terremoti

 

Infatti il dipartimento di strutture, geologia e geotecnica, della facoltà di ingegneria, è particolarmente specializzato nello studio degli effetti del terremoto sulle strutture e nello sviluppo e nella sperimentazione di nuove tecnologie per la protezione delle costruzioni dagli effetti del sisma. Il laboratorio di prove materiali è dotato di impianti moderni di notevole potenza: due centrali di pompaggio, dieci attuatori dinamici, sistemi di acquisizione dati ed è attualmente il più avanzato tra i laboratori universitari di tutta Italia.

 

 

 

 

Le collaborazioni internazionali

 

Numerosissime sono state inoltre le campagne sperimentali di interesse nazionale e internazionale svolte per conto e in collaborazione con l’Enea, il Servizio Sismico Nazionale, il Ministero dell’Università, l’Unione Europea. Molto importanti sono anche le collaborazioni con industrie lucane e non, per la “caratterizzazione meccanica di elementi strutturali in calcestruzzo precompresso” e in legno e per lo sviluppo di dispositivi antisismici. Attualmente, nell’ateneo lucano, è in corso un’impegnativa prova di simulazione sismica su una struttura in cemento armato alta circa 6 metri, per lo studio dei sistemi di adeguamento sismico di edifici esistenti che sfruttano il concetto di isolamento alla base.

 

 

 

 

Nuovi corsi

 

Di particolare interesse sono anche i tre nuovissimi corsi di laurea in “Rischio Sismico”, “Viticoltura ed Enologia” ed “Ingegneria Edile”, pensati e strutturati in modo da rispondere meglio alle esigenze del territorio regionale.

 

Il nuovo corso di laurea in Rischio Sismico unico in Italia, non poteva non nascere che in Basilicata, una regione interessata quasi interamente da fenomeni sismici, e dove circa centocinquant’anni fa l’inglese Robert Maller coniò il termine “sismologia” dopo la visita ai luoghi colpiti dal grande terremoto dal 1857 in Val d’Agri.

 

Grazie alle attrezzature, gli studenti che frequentano il dipartimento di strutture possono eseguire prove sismiche “in situ”, su telai di edifici in cemento armato, o acciaio, per analizzare la vulnerabilità delle costruzioni e giungere alla progettazione innovativa di edifici in zone sismiche.

 

 

 

 

Viticoltura ed enologia

 

Il corso di laurea in “Viticoltura ed enologia”, invece, sopperisce alla carenza, m ambito regionale, di figure professionali legate alla produzione e diffusione dei vini. Nonostante il successo che l’Aglianico del Vulture ed altri vini made in Basilicata hanno ottenuto sulle tavole nazionali ed internazionali, la figura dell’ enologo, spendibile in breve tempo sul mercato regionale, risulta essere quasi del tutto assente.

 

 

 

 

Ingegneria edile

 

Nell’ Università della Basilicata sono inoltre previsti sia il corso di studi in architettura e ingegneria edile, conforme alle norme europee sia il corso di studi in ingegneria edile con curricula in recupero edilizio e ambientale, edilizia sostenibile, architettura ecologica e riqualificazione urbana, con insegnamenti orientati all’ ecologia. L’idea di fondo sviluppata dai docenti dell’ ateneo, che ben si sposa con l’architettura e l’impianto dei paesini lucani, promuove uno sviluppo urbanistico o comunque interventi di recupero, che tenga conto delle tradizioni e della ecocompatibilità degli edifici con l’ambiente circostante.

 

La scelta fatta dall’area di architettura dell’ateneo lucano risponde a esigenze precise, in quanto gioco di anticipo su poche nicchie di mercato, più promettenti, cercando la coniugazione con una formazione di base solida e facilmente riconvertibile in previsione di continue mutazioni della domanda. La scelta è, inoltre, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea, che ben consapevole della necessità di difendere anche i caratteri della propria millenaria civiltà, pone, anche in ambito formativo, un problema di sostenibilità ecologica ed economica.

 

Ed ancora particolarmente interessanti per i nuovi iscritti sono risultati i nuovi corsi di laurea in scienze della comunicazione, il corso di operatore in beni culturali, e quello in scienze della formazione, attivati nel 2001 dalla facoltà di lettere e filosofia. Negli ultimi dieci anni sono in media trecento, per facoltà gli studenti che raggiungono il tanto agognato titolo di dottore e numerosissimi sono anche i laureati che conseguono i dottorati di ricerca, dei quali l’ateneo dispone. Molti infine sono gli studenti che decidono di completare una parte del proprio curriculum universitario all’estero, dalla Germania alla Spagna, alla Scozia: sono questi i Paesi che ospitano gli studenti dell’ateneo lucano e che consentono ai loro iscritti di trascorrere un periodo dai tre ai nove mesi in Basilicata. Insomma parte di quella sfida intrapresa venti anni fa dall’ ateneo lucano può dirsi vinta, soprattutto se si considera quanto sia cresciuta la capacità dell’intera regione di progettare il proprio futuro.

 

A reggere le sorti dell’università di Basilicata per i primi tredici anni di vita è stato Cosimo Damiano Fonseca, che insieme alle istituzioni, ai parlamentari, e agli esponenti della cultura lucana contribuì in maniera forte alla tanto sospirata nascita dell’ateneo. Era il 1981 e l’università iniziava a muovere i primi passi. Le facoltà inizialmente istituite furono quelle di Ingegneria, Lettere e Filosofia, Agraria e Scienze Matematiche e Fisiche Naturali. Per l’anno 83/84 solo tredici erano i docenti ed i ricercatori di molo, 125 gli iscritti alla facoltà di Scienze, contro i 260 delle facoltà di Lettere, Ingegneria ed Agraria. Successe a Fonseca il prof. Gianfranco Boari che, dal primo novembre 1994 al giugno 2000, ha profuso il suo impegno affinché l’ateneo continuasse a crescere e a radicarsi sempre più nel territorio. Dopo una breve reggenza del Decano Fonseca, fu eletto rettore dell’Università degli Studi di Basilicata Lelj Garolla Di Bard, tuttora in carica. Ed è proprio durante la reggenza del chimico napoletano che l’offerta formativa dell’ateneo lucano viene ampliata con l’istituzione di nuove facoltà sempre più rispondenti alle esigenze del territorio.

 

     Ivana Infantino     

 

 

 

 

L’ateneo lucano frena l’emigrazione

 

Sono duecento gli studenti lucani iscritti alla “Bocconi” di Milano. La prestigiosa Università meneghina, ha reso noto il termine per le preiscrizioni al test di ammissione (scaduto il 7 aprile 2003), cogliendo l’occasione per ricordare la presenza lucana fra i suoi “banchi”: 109 ragazzi dalla provincia di Matera, 91 dal Potentino.

Un dato davvero elevato, in rapporto alla popolazione, che conferma come nutrito sia il drappello di studenti lucani che decidono di proseguire gli studi lontano dalla terra natia. La mancanza di alcune facoltà o indirizzi presso la Università degli Studi di Basilicata, l’affinità fra alcune città e gli studi intrapresi, il maggiore prestigio che, secondo alcuni giovani, caratterizzerebbero alti atenei. Sono solo alcune fra le disparate ragioni dell’allontanamento, emerse da una breve indagine fra alcuni studenti universitari che vivono fuori regione, scrive Antonino Palumbo su “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

Malgrado il fenomeno della fuga di “cervelli” lucani sia sempre Costante, si può comunque affermare, cifre alla mano, che l’Università di Basilicata, fondata nel 1982, gode di buona salute. Il numero degli iscritti è in ascesa. I dati provvisori al 31 gennaio 2002, dicono che, rispetto all’anno accademico precedente, si è verificato un incremento di quasi seicento iscritti.

 

E' la facoltà di Lettere e Filosofia, nonostante le proverbiali poco rosee prospettive di lavoro, a fare la parte del leone, mentre solo la Facoltà di Ingegneria, ha subito una lieve flessione. Pressoché stabile, invece, il numero di studenti trasferiti presso alti atenei.

 

In questo caso, la stessa Facoltà di Ingegneria, può invece “bearsi” del calo. Ragionevolmente soddisfatto si è detto il Rettore dell’Università di Basilicata, Garolla Di Bard. “Malgrado non siano stati attivati nuovi corsi, egli sottolinea, c’è stato aumento delle iscrizioni dell’otto - nove per cento rispetto all’ nno precedente, confortato dal trasferimento di sessanta studenti da altre sedi.”

 

Con il passare del tempo, aggiunge il Rettore Garolla, c’è un aumento della consapevolezza della qualità della nostra Università. I nostri studenti si fanno valere anche all’estero, da Bruxelles, agli Stati Uniti, ad Amsterdam”.

 

 

 

 

Il motorino che non inquina

 

La scoperta è di un gruppo del Laboratorio di Fisica

 

Hanno trascorso notti insonni presso il Laboratorio di Fisica dell’Ateneo lucano ma, alla fine, il gruppo formato da docenti e ricercatori della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Basilicata, ha messo a punto l’ultima scoperta in campo di motori. La scoperta consiste nell’attivazione di un sistema ad iniezione diretta da installare sui motori 50 degli scooter: la novità è che la benzina viene mandata direttamente nella camera di combustione, riducendo notevolmente i flussi di inquinamento ed i consumi. I protagonisti di questo eccezionale evento, che dà una spinta sostanziale all’immagine dell’Università di Basilicata nel contesto nazionale e non solo, sono l’ingegnere Enrico Nino, coordinatore dell’eccezionale intuizione, Rocco Di Tommaso, ricercatore, Michele Angeletti, dottore di ricerca, Sandro Martinello, dottorando, il capo officina della Piaggio, Gerardo Casule, Felice Villano, artigiano della torneria di Tito Scalo, e Rocco Amelio, meccanico.

 

 

 

 

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