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Storia del Convento di Barile
Donato M. Mazzeo
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Il Santuario è di nuovo fruibile

All’uopo è utile, nell’economia di questa pubblicazione, dare menzione della relazione finale (2002) redatta dall’Arch. Tomangelo Cappelli di Potenza:

“Il restauro della Chiesa di S. Maria del Carmine di Barile rientra tra le competenze regionali, riconosciute dal 1° gennaio 1994 ai sensi dell’art. 12, comma 3, della legge n.537/93, in materia di Patrimonio Storico-Artistico exlege n.292 /68.

I progetti di restauro, redatti in qualità di responsabile dell’Unità operativa Edilizia di Culto e Analisi storico-ambientale-paesaggistica, si caratterizzano per le ricerche e gli approfondimenti filologici volti alla definizione di un’identità compiuta delle opere, utilizzando tecnologie appropriate con particolare riferimento all’uso dei materiali costruttivi, nel tentativo di riallacciare un legame con i dettami tradizionali e definire univoche leggi di controllo formale di tutti gli elementi che concorrono al disegno d’insieme, facendo sì che “come nel corpo nessun membro è trascurato nella sua rispondenza funzionale, così nell’edificio l’impulso alla bellezza non deve esaurirsi in una sola parte, ma pervaderlo tutto in un accordo globale”. (L.B.Alberti)

Dagli studi effettuati sui criteri di dimensionamento e di articolazione spaziale, i primi in questo settore applicati al patrimonio monumentale lucano, è risultato che la sensazione di perfezione che pervade la chiesa di S. Maria del Carmine in Barile, è dovuta all’uso dei rapporti matematici proporzionali e, in particolare, del rettangolo aureo il cui simbolismo era già noto nell’antichità.

Pertanto gli interventi proposti per il restauro della Chiesa di S. Maria del Carmine di Barile si basano su un concetto di armonia, in relazione al quale ogni singolo elemento viene messo in connessione con gli altri, secondo la compenetrazione delle parti, concorrendo alla definizione del tutto.

L’intenzione, quindi, è stata quella di restituire alla Chiesa tutta la sua radiosità, impreziosendola con la bellezza estatica delle pitture “ad affresco” delle volte ed “a marmorino” delle pareti, e delle pavimentazioni con marmi policromi che esprimono il senso profondo del sacro ed esaltano il significato stesso dell’esistenza".

 

In attesa dell’A.S.L. 1 e della Regione Basilicata

La stessa Amministrazione municipale di Barile, sindaco Giuseppe Mecca, attenta al valore storico-antropologico e monumentale del Convento, dopo il disastroso sisma del 23 novembre 1980, ad opera di un team di tecnici (Arch. Antonio P. Bisceglia, Arch. Daniela Marchese, Ing. Paolo Botte) coordinati dall’Ufficio Tecnico Comunale (Arch. Francesco Allegretti) ai sensi della Legge n. 219 faceva redigere ed inoltrava, alla Regione Basilicata, un apposito Progetto per il recupero ed il riutilizzo dell’ex Convento Carmelitano “Padre Giovanni Minozzi” (vedansi le due mappe allegate).

In attesa di approvazione da parte degli Organi preposti, intanto, è del tutto ultimato, a cura della Soprintendenza Regionale, il restauro dell’annessa Chiesa.

 

L’Asilo Infantile di Barile

Un altro evento memorabile per il paese fu la posa della prima pietra dell’Asilo su una collinetta, ad un tiro di schioppo dalla Sorgente Scea (anno di costruzione 1928 su progetto dell’Ing. Ercole Saracino) le cui acque abbondanti danno ricchezza ed autonomia all’approvvigionamento idrico di Barile ed in parte di Ripacandida.

Intanto, per iniziativa dell’attuale Amministrazione Municipale, procedono alacremente i lavori di ristrutturazione ed adeguamento, alle nuove normative, dell’originario “Asilo Infantile”, affidati alla Ditta Laganaro di Rapolla. A conclusione dei lavori, la previsione è per il nuovo anno scolastico, la Scuola Statale per l’Infanzia di Barile (secondo la nuova terminologia del M.I.U.R.) sarà dotata di un piccolo emiciclo per attività ricreative e teatrali all’aperto.

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