25 DICEMBRE: NATALE
In questa festa ci si scambiavano gli auguri e dei regali che erano
esclusivamente gastronomici. La vigilia si usava il digiuno per i più
praticanti. La sera si consumavano nove portate di magro e si facevano
sforzi inauditi per comperare il capitone, che in mancanza veniva sostituito
dal baccalà.
Dopo la cena ci si riuniva intorno al camino a discutere o ad ascoltare
storie raccontate dai più anziani, in attesa del suono delle campane, per
recarsi alla Messa di Mezzanotte nella Chiesa Madre.
Generalmente i preti si facevano attendere molto, comunque la Messa non
aveva inizio prima delle ore quattro del mattino, anche se le campane
suonavano almeno due ore prima.
La gente, che in chiesa attendeva l'arrivo dei preti, era disturbata da
monelli e da uomini ubriachi, con lanci di frutta secca e da un chiasso
inaudito accresciuto da uno strano rituale che prevedeva un assordante
picchiettio di canne ricavato da uno strumento chiamato "civoli-civoli", che
evocava il canto degli uccelli per la nascita di Gesù Bambino.
Alle guardie municipali e molte volte anche ai carabinieri era dato
l'incarico di mantenere l'ordine in chiesa e di contenere il baccano,
comunque ogni anno accadevano risse provocate da gente ubriaca, che
terminavano o con l'arresto dei colpevoli o con il ricorso al medico per
curare le ferite riportate.
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GENNAIO: CAPODANNO
Era il grande giorno della strenna (complimento in soldi o in oggetti)
atteso dai bambini e da chiunque era alle dipendenze di altre persone.
Era sempre il maggiore a donare al minore. In giornata si pranzava insieme
ai parenti più stretti o agli amici intimi e compari. Si mangiava
solitamente o dall'amico più benestante o dal congiunto più importante.
Nella notte di San Silvestro i fidanzati portavano la serenata alle
fidanzate, serenata che si chiudeva sempre con il canto della "Santa Notte"
nel quale si dichiarava il nome dell'autore della serenata, o, se non era
possibile, (fidanzamento non ufficiale o contrasti in famiglia) si chiudeva
col ritornello: "Tu sai chi ti vuol bene".
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CARNEVALE
Il carnevale aveva inizio il 17 gennaio, festa di S. Antonio Abate. In
questo giorno monelli, ragazzi e uomini dei ceti bassi giravano per le
strade del paese con campanacci e con altro materiale rumoroso. Carnevale
veniva rappresentato da un pupazzo di stoffa ripieno di "capecchi", oppure
da un ubriaco che veniva portato sulle spalle dai ragazzi.
Le sfilate si susseguivano per tutta la giornata.
Durante il periodo del Carnevale, specialmente di giovedì e negli ultimi tre
giorni, si usava mascherarsi e si andava in giro per le case del paese, dopo
un'ora dal tramonto era vietato portare la maschera sul viso.
Si usava molto il lancio della crusca, scherzo al quale, se avveniva per le
strade, non ci si poteva ribellare, mentre era vietato nelle case e nei
negozi.
Di giorno si poteva liberamente entrare in tutte le case, dopo che il solo
capo-maschera detto anche "Mastu ri ballu" si era fatto riconoscere, di
sera, invece, tutta la comitiva doveva togliere la mascherina dal viso e
l'ingresso nelle case era subordinato al permesso che il capo famiglia
doveva concedere. Quest'ultimo poteva anche opporre un rifiuto che non
doveva essere assolutamente considerato un atto di offesa o di scortesia.
L'unico obbligo del capo maschera era quello di offrire dei confetti alla
padrona di casa e di fare con la stessa il primo ballo. Le maschere non
potevano assolutamente bussare nelle case dove vi era stato un lutto recente
o dove si trovava qualche persona inferma.
Nelle case dove ci si riuniva, oltre a ballare al suono della musica, che
accompagnava le maschere, si mangiava frutta secca e salami, annaffiati
abbondantemente con buon vino locale, si raccontavano delle storie che si
chiamavano "cunti", storie epiche che venivano dette "capituli" ed
indovinelli chiamati "cose cusedde".
I balli più comuni erano: la tarantella, la polka e la controdanza.
Non si ballava mai nelle strade, questa era considerata una cosa molto
riprovevole, difatti la persona che ballava nelle strade perdeva la stima di
tutti. Le donne non si mascheravano mai in pubblico, lo potevano fare solo
in casa ed in presenza di congiunti stretti. |