Nel marzo 1876 entra nel primo
gabinetto Depretis come ministro dei Lavori Pubblici, ma si dimette nel
novembre del 1877 non volendo firmare la legge sulle convenzioni
ferroviarie, convinto che questa non tuteli sufficientemente l'interesse
pubblico.
Nel primo gabinetto Cairoti, marzo 1878, è chiamato a reggere
(Interno ed in dicembre, a seguito dell'attentato Passanante, è travolto
dalla crisi che ne scaturisce e che trae origine essenzialmente dal giudizio
che l'opposizione dà alla sua azione politica, riprende con successo
l'attività forense nella città natale e pubblica il volume su L'avvocatura.
Dal maggio 1881 al maggio 1883 è ministro di Grazia e Giustizia con
Depretis, incarico che lascia volontariamente perché è contrario alla
politica del trasformismo.
Esponente di primo piano della pentarchia (24), torna ad essere responsabile
della Giustizia per quasi quattro anni: dall'aprile 1887 al febbraio 1891
(prima con Depretis e poi con Crispi) varando una serie d'importanti
provvedimenti: il nuovo Codice Penale ed il nuovo Codice di Commercio, la
Cassazione Unica Penale e la normativa sul lavoro femminile e minorile.
Presidente della Camera dal 1892 94 e 1897 99, Zanardelli fu un deciso
oppositore della politica di espansione coloniale e di rafforzamento
autoritario dello Stato, condotta da Crispi ed entrò come Guardasigilli nel
gabinetto di Di Rudinì. Fu dimissionario con tutto il Ministero dopo le
gravi agitazioni popolari del maggio 1898 connesse al rincaro del prezzo del
pane. A seguito delle dimissioni del Governo Saracco il Re consapevole della
necessità di una svolta in senso liberale assegna proprio a Zanardelli
l'incarico di costituire il nuovo Governo.
Il 15 febbraio 1901 è nuovamente a capo del governo che, grazie anche
all'azione di G. Giolitti, Ministro dell'Interno, determinò la fine
dell'indirizzo autoritario e segnò l'avvio della svolta liberale alla
politica governativa nei conflitti di lavoro, chiudendo definitivamente la
«crisi di fine secolo». Alcuni grossi problemi come la questione
meridionale, l'abolizione dei dazi al consumo ricevono molte attenzione nel
governo e fra l'opinione pubblica. Poco prima di dimettersi, perché colpito
da grave malattia, Zanardelli effettuò nel settembre del 1902 un viaggio in
Basilicata rimasto famoso perché era la prima volta che un Presidente del
Consiglio si recava di persona a visitare una delle regioni più povere del
Mezzogiorno.
L'11 giugno 1903 dopo le polemiche dimissioni Giolitti come ministro degli
interni (bocciatura di una mozione della sinistra su una inchiesta
parlamentare per far luce su alcuni illeciti del ministro della marina)
Zanardelli non accoglie la richiesta di aprire una crisi di governo, ma si
limita ad assumere a interim questo ministero e assegnare quello della
marina a interim al ministro degli esteri. Pochi mesi dopo scoppiano le
tensioni dell'Italia con l'Austria, in ottobre manifestazioni
irredentistiche.
Il 21 agosto in seguito alle critiche mosse al comportamento del governo,
sia da destra che da sinistra, Zanardelli, ormai anziano (77enne) e stanco
il 21 ottobre del 1903 rassegna le dimissione al Re, che dà l’incarico per
costituire il nuovo governo a Giolitti.
Due mesi dopo, ritiratosi a Maderno, Zanardelli il 26 dicembre muore.
lll
23 Settimanale di scienze e
lettere e arti fondato da Carlo Tenca il 6 gennaio 1850 a Milano.
24 la corrente della sinistra sostenitrice dei principi laici e progressisti
che si proponeva di rappresentare un'alternativa costituzionale al
trasformismo di Depretis |