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V. CUOMO - E. RUGGIERO
PATERNO alla scoperta del proprio ambiente
 

INTRODUZIONE

LA LUCANIA

Caratteri generali.

La Lucania, oggi comunemente chiamata Basilicata, è una delle regioni d'Italia. Il suo capoluogo è Potenza (PZ) che insieme a Matera (MT) è anche capoluogo di provincia. La Basilicata è una regione situata nel bel mezzo della biforcazione dell'appennino che scende attraversandola nelle regioni confinanti: Campania, Puglia e Calabria. E' una regione quindi a carattere montuoso e collinare; è bagnata dal Mar Ionio e dal Mar Tirreno. Il litorale Ionico verso il golfo di Taranto ha coste basse e unite; Il litorale Tirrenico, invece, ha coste alte. La regione è attraversata da quattro corsi d'acqua: Bradano, Basento, Agri e Sinni che confluiscono nel Mar Ionio e hanno per lo più carattere torrentizio. Fra i gruppi montuosi più importanti ricordiamo quelli del Volturino, Del Pollino e del Sirino.
L'economia lucana è legata soprattutto all'agricoltura ed alla pastorizia e poche sono le industrie; la produzione mineraria si è affermata di recente con la scoperta di giacimenti di metano a Ferrandina.



Cenni storici

La Basilicata, anticamente, fu colonia greca. Fra i centri più importanti ricordiamo: Sibari, Heraclea, Crotone, Metaponto. Queste, sono tutte dislocate lungo la costa ionica. Al tempo della dominazione romana fece parte della terza regione augustea (Lucania Bruzio). Nella Val D'agri, importanti centri furono: Civita (Marsiconuovo), Valle Romana (Paterno), Grumentum (Grumento) ove recenti scavi archeologici hanno portato alla luce resti di un'antica "Civiltà" come tutte le varie città romane.
Durante i primi secoli del Medioevo fu invasa da Goti Longobardi. Nell'847 d.C. fu annessa al principato di Salerno. Nel XII sec. passò sotto il dominio spagnolo. Nei secoli successivi segui le sorti dell'Italia Meridionale, partecipò attivamente alle varie lotte politico sociali unendosi al regno d'Italia il 18 agosto del 1860. Dopo l'annessione al regno italico sorsero violenti contrasti sociali che confluirono nel fenomeno del Brigantaggio. La spedizione dei mille e l'arrivo dei piemontesi in Basilicata si concluse in una solenne "fregatura" per molti lucani, pugliesi e meridionali in genere.
In pratica Garibaldi può essere definito il più grande nobile sostegno della borghesia, pieno di avidità nei confronti del povero contadino. Infatti, subito i piemontesi addossarono ai lucani montagne di tasse, tra cui quella sul macinato o tassa della disperazione. Essi cioè, immettendo nell'economia lucana tale imposta, vollero togliere, usurpare nel vero senso della parola tutti i diritti al contadino, che vede nel macinato la sua sopravvivenza quotidiana. Oltre alla tassa sul macinato ve ne furono altre tra cui quella sul tabacco. In pratica queste imposte furono indirette, cioè gravarono sulla gente nel momento dell'acquisto di un prodotto. Vi fu la disoccupazione di ben 350.000 operai a protezione dell'industria settentrionale, infatti, i piemontesi volevano che il giro economico si spostasse e fosse stabilito al nord, dove le industrie erano nate ed erano "cresciute" con le loro varie appendici. Ma questa non è la verità. Un grande uomo politico, nato a Melfi nel 1860 ci insegna nel suo saggio "Nord e Sud" che è tutto l'inverso di quanto comunemente si dice, il suo nome è Francesco Saverio Nitti. Egli sostiene che il Nord esiste perché esiste il Sud. E' stato il Sud che ha trovato i finanziamenti necessari per far decollare il settentrione economicamente. E poi, non è vero che i lucani sono stati costretti a pagare ogni tipo di imposta. Da quando Franco Molfese una decina di anni fà ha pubblicato un suo saggio, si fà luce su quegli anni post risorgimentali molto scuri per la nostra regione. Il Molfese valorizza gli uomini come Francesco II, soprannominato Franceschiello, che la storia ha definito sempre un debole ed uno sconfitto ed ha dichiarato vile ed usurpatore lo storico eroe dei due mondi: Giuseppe Garibaldi. Dopo l'armistizio del 1943 la Basilicata fu una delle prime regioni occupate dagli alleati ma ebbe a soffrire per la difficile situazione economica generale, solo a partire dal 1950 ad oggi si verificò una promettente ripresa. Nel 1932, la Basilicata riprese il nome di Lucania e lo conservò fino al 1945.



VAL D'AGRI

Caratteri generali

E' una zona che presenta un insieme di caratteristiche svariate: collinare, montuosa e pianeggiante, attraversata dal fiume Agri. Comprende un insieme di paesi collocati in maniera diversa tra di loro per mezzo di una rete stradale sviluppatesi negli ultimi anni; non esiste una rete ferroviaria. I paesi situati nella zona attraversata dal fiume Agri da cui prende il nome la stessa valle sono: Marsiconuovo, Sarconi, Marsicovetere, S. Martino d'Agri, Montemurro, Moliterno, Tramutola, Viggiano, Spinoso, Grumento e lo stesso Paterno. Questi paesi mostrano caratteristiche fisiche simili, ciò lo possiamo riscontrare anche nel suolo che è formato da terreno di natura rocciosa, argillosa e franosa.
La parte più antica che risale all'epoca tardo romana è situata su zone collinare e rocciose di svariata altitudine e presenta caratteristiche strutturali e topografiche simili. Le case, nei tempi passati, erano poste una addossata all'altra, limitate ad uno, a due ambienti dotati di piccolo spazio e scarsa luce e dove la vita del nucleo familiare, di natura patriarcale, si svolgeva a diretto contatto con quella degli animali domestici o di allevamento. Le strade, costruite in pietra o in terreno battuto, erano strette e spesso costringevano i vari nuclei familiari a vivere insieme le vicissitudini liete o tristi di ogni singola famiglia e di quelle circoscritte al vicinato. Poiché i paesi erano situati su alte colline le attività agricole e quelle legate alla pastorizia avvenivano in luoghi posti intorno al paese e quindi ad una notevole distanza dai centri abitati. La gente usciva dalle proprie case all'alba e vi faceva ritorno al tramonto. L'agricoltura era praticata con rudimentali strumenti: aratri in legno, zappe di ferro, ecc .... ed il terreno era coltivato in maniera irrazionale, infatti in un unico pezzo di terra erano coltivati svariati tipi di colture, quindi si aveva uno scarso rendimento produttivo.
 

 

 

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