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EMIGRAZIONE

DA RAPONE..... OLTREOCEANO
 


 

EMIGRATI IN AMERICA DEL NORD

 

ANGELILLO VITO – PINTO ARCANGELA
STATI UNITI


 

Passaporto di Vito Angelillo

Sono Vito Angelillo, originario di Rapone, sposato con Arcangela Pinto il 31 dicembre 1953. Subito dopo aver contratto matrimonio, il 14 gennaio 1954 siamo partiti in nave dal porto di Napoli.
Appena arrivati in America, io ho subito iniziato a lavorare, facendo diversi lavori.
Per alcuni anni ho lavorato come cameriere, diventando capo sala, poi ho pensato di cambiare lavoro e ho fatto il taxista; dopo una decina d’anni ho avuto la possibilità di entrare a lavorare nell’aeroporto “Kennedy” di New York con una compagnia americana, aiutavo a caricare l’aereo.
Con questo lavoro mi sono trovato bene: non era faticoso, gli orari erano accessibili e guadagnavo bene. Nel 1994 sono andato in pensione.

Vito e Arcangela con la figlia

 

 

La prima volta che sono ritornato a Rapone è stato molto bello, nel 1961: ho rivisto tutti i miei familiari, le mie origini e la mia proprietà.
Ancora oggi custodisco le mie proprietà a Rapone, ogni anno ritorno con mia moglie in vacanza per alcuni mesi, trascorro il tempo facendo dei lavori intorno alla mia casa in campagna.
Mi piacerebbe restarci ma la mia famiglia è in America, ho una figlia, Gina, che è vissuta e ambientata in America e non accetterebbe mai di vivere in Italia.
Se negli anni Cinquanta Rapone fosse stato come oggi non sarei stato costretto a partire, sarei rimasto volentieri con mia moglie a Rapone.
 

 

 

 

 

 

 

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CANTORE GERARDO
CANADA


 

Gerardo Cantore e famiglia

Sono Gerardo Cantore e questa è la mia storia.
Sono partito dall’Italia per il Canada il 3 maggio 1965 lasciando a Rapone la mia famiglia. Dopo aver trovato lavoro e un’adeguata sistemazione, la prima a raggiungermi è stata mia figlia Vita emigrata il 29 giugno 1966. Nel gennaio del 1968 anche mia moglie Miele Maria Donata e mio figlio Giuseppe sono venuti in Canada. Nel corso degli anni ho fatto tanti lavori per mantenere la famiglia e comprare una casa che dopo tanti anni è diventata nostra con tanti sacrifici. La prima volta che sono tornato in Italia, dove avevo lasciato i miei familiari, è stato nell’inverno 1972-1973 quando insieme ai miei fratelli, anche loro emigrati in Canada, sono tornato a Rapone. Nel corso di quei pochi anni il paese era cambiato in meglio ma quello che mancava era sempre il lavoro, la causa per cui noi eravamo andati via. Mia figlia Vita poco dopo si è sposata e quindi la famiglia si è allargata e appena ha potuto (1979) è tornata in Italia con i suoi figli. Racconta di aver avuto un’ottima impressione del paese che tanti anni prima aveva lasciato. Io cerco di tornare a Rapone ogni 2-3 anni perché non ci si abitua mai a stare fuori, ma ormai la nostra vita è a Toronto. Oggi la mia famiglia è formata da me, mia moglie e mio figlio, poi da mia figlia e la sua famiglia con due figli sposati e tre nipotini. Un caro saluto a tutti i paesani.
 

 

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CRISTIANI GIOVANNI
AMERICA


 

Cristiani Giovanni

Nato il 15 settembre 1873 a Rapone; deceduto il 27 agosto 1942 a Rapone.
Cristiani Giovanni, piccolo contadino di origine raponese, ha vissuto la sua giovinezza sempre nelle campagne di Rapone.
All’età di 18 anni, vedendosi cresciuto e con un lavoro ma senza la possibilità di farsi una posizione, pensò di emigrare in America.
Partì da Rapone per avventurarsi in una terra così lontana e per raggiungerla stette trenta giorni a bordo di una nave.
Una volta arrivato trovò subito lavoro e pian piano si abituò anche alla nuova lingua. Per cinque anni lavorò e guadagnò molto, quindi pensò di ritornarsene a Rapone dalla sua famiglia che aveva tanto bisogno.
Il suo rientro in paese fu molto gradito dai suoi familiari; aveva portato tanti soldi e il padre gli disse di sposarsi.
Così Cristiani Giovanni si sposò con Amendola Maria Teresa. A quei tempi non bisognava aspettare di conoscersi, bastava parlare con una donna, che già era la sua promessa sposa.
I due sposandosi iniziarono la vita insieme e la famiglia cominciò ad ingrandirsi (in dieci anni nacquero cinque figli, tre femmine e due maschi).
Col trascorrere degli anni i figli crescevano, le esigenze aumentavano e la carestia era sempre la stessa, allora Giovanni pensò di ritornare in America per garantire un futuro migliore ai figli.
Lui partì mentre la moglie restò a Rapone con i figli; lei lavorava nei campi, i bambini pascolavano gli animali, vendeva tutto quello che si poteva per poter vivere. Nel frattempo Giovanni in America trovò lavoro e guadagnò ancora bene, per cui, trascorsi alcuni anni, volle tornare in paese dalla sua famiglia.
Quando ritornò in Italia le figlie erano grandi e tutte e tre si dovevano sposare,dovette così far fronte a tre matrimoni tutti in una volta: Maria Felicia si è sposata con Miele Michele, Maria Michela con Miele Giovanni, Maria Donata con Sebastiano Carnevale.
Capitò che in contrada Pediglione erano in vendita 52 tomoli di terreno con la masseria, degli uliveti, e vari altri alberi da frutto. Tutti i familiari lo incoraggiavano ad acquistare la proprietà perché era un ottimo affare, lui si consigliò con la moglie e comprò la proprietà pagandola a quei tempi £ 12.000 facendo un debito di £ 1500 con la banca.
Restando a Rapone non avrebbe in nessun modo potuto saldare il debito, pensò allora di ritornare nuovamente in America.
Prese la valigia, un biglietto per la nave e si recò di nuovo in America. Bastarono tre anni di duro lavoro per pagare i debiti. A questo punto fece una riflessione: la sua famiglia era in paese, le figlie ormai erano sposate, possedeva una discreta proprietà, decise perciò di ritornare a Rapone, per vivere sereno nella sua terra d’origine.
Quest’ultimo rientro fu brillante per la famiglia Cristiani, ora essi possedevano una bella proprietà e potevano vivere benissimo a Rapone.
Giovanni Cristiani morì a Rapone il 27 agosto 1942.

 

 

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GRIECO ANTONIO - ANGELILLO ANGELA MARIA
ARGENTINA e U.S.A.


 

I conuigi

Rientrato a Rapone dalla guerra l’11 giugno 1947, dopo 7 anni, Antonio trovò un ambiente che non offriva molto.
Decise così di emigrare negli U.S.A. dove già vi erano due sue sorelle (Maria Michela e Cecilia) ed un fratello (Giuseppe), emigrati tra il 1920 ed il 1921.
Entrare negli U.S.A. era difficile, così Antonio scelse l’Argentina dove già c’erano due fratelli della moglie Angela Maria Angelillo, emigrati anch’essi negli anni ‘20 a Mendoza. I loro figli, Vito, di 14 anni, e Maria Antonia, di 18 anni, partirono il 31 maggio 1951 da Napoli con la nave “CORRIENTES”, il 26 giugno arrivarono a Buenos Aires, il giorno seguente presero il treno diretto a Mendoza dove furono accolti con festeggiamenti dagli zii, dai cugini e da Antonio.

Qui con innumerevoli sacrifici costruirono la loro casa, si adattarono ad una lingua nuova, ad usi diversi e ad una città grande.

Nonostante si fosse ambientata bene, la famiglia di Antonio, per avere migliori possibilità, decise di emigrare nuovamente e di stabilirsi finalmente negli U.S.A., scegliendo la città di New York.

Per legalizzare la loro residenza li aiutò Giuseppe, fratello di Antonio, che con la sua famiglia risiedeva nel vicino New Jersey.

Il figlio con la famiglia

Così, per la seconda volta, nel 1973 la famiglia di Antonio si ritrova ad affrontare gli stessi problemi logistici del passato ma questa volta fu un po’ più semplice perché i figli erano ormai adulti e con la vendita della casa in Argentina ne acquistarono una nel quartiere Queens di N.Y.
I figli di Antonio in questa città si sono potuti realizzare come sognavano.
Peccato solo che molti loro sogni il padre non ha potuto condividerli con loro, in quanto è deceduto poco dopo il loro trasferimento a N.Y.
Vito ha lavorato in alcuni grandi ristoranti di Manhattan, cosa che gli ha permesso di realizzare il sogno di viaggiare molto; in età matura ha poi realizzato quello di formarsi una famiglia, sposando una bella donna argentina che gli ha donato due splendidi figli.

Angela Maria e la figlia

Una volta in pensione si è trasferito nuovamente con la sua famiglia, scegliendo la Florida, dove con la moglie ha aperto un piccolo ristorante.

Maria Antonia, invece, sin dal loro trasferimento a N.Y. ha lavorato in alcune delle boutiques più ‘in’ di Manhattan, come Gucci, Celine ed Escada, all’inizio come sarta, in seguito come responsabile della sartoria, avendo così anch’essa la possibilità di viaggiare e di imparare più lingue.
Per questo lei e il fratello sono venuti più volte in Italia, la prima volta nel 1970.
Mentre i loro genitori non vennero mai.
Oggi anche M. Antonia, dopo la morte della mamma, si è trasferita in Florida, vicino al fratello: vivono a North Palm Beach.
Tutti vogliono sempre notizie di Rapone, in particolare i figli di Vito: Gianvito e Bianca Lorena.

Angela Maria Angelillo in Grieco, nata a Rapone il 21 maggio 1915, m. il 14 aprile 2000 a N.Y.
Antonio Grieco, nato a Rapone il 29 aprile 1909; m. il 26 luglio 1978 a New York.

 

 

 

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GRIECO VITO NICOLA
AMERICA


 

Grieco Vito Nicola

Grieco Vito Nicola, sposato con Lettieri Elisabetta, famiglia inoltre formata dalle tre figlie: Maria Michela, Rosa, Maria Giuseppa.
Il signor Vito Nicola era un semplice contadino, trascorse la sua gioventù a Rapone pascolando gli animali: era questo l’unico lavoro sicuro.
Una volta raggiunta la giovane età si sposò ed ebbe tre figlie; a questo punto era impossibile tirare avanti nel paese. Sentendo parlare dell’America anche lui pensò di emigrare per garantire un futuro alle sue figlie.
Partì dall’Italia per cercare lavoro e fortuna in America; fece tanti mestieri, l’importante era guadagnare. La sera non avendo nulla da fare lavorava in un ristorante come cameriere.
Dalla sua testimonianza si trae una leggenda su San Vito Martire: una sera Vito Nicola si trovava nel ristorante a servire delle persone che avevano l’accento lucano, allora si mise a parlare con loro e capì che erano i fuggiaschi dell’esercito di Crocco.
Questi gli chiesero di dov’era.
Lui rispose che era di Rapone e loro gli dissero: “Noi briganti non abbiamo potuto saccheggiare Rapone perché all’inizio del paese abbiamo trovato un Bambino con un cane che non ci ha fatto passare. Poi abbiamo cercato di saccheggiarlo per la strada che porta a Pescopagano e Castelgrande ma qui c’era un esercito di cani e ugualmente non è stato possibile saccheggiarlo”.
Questa leggenda ancora oggi si racconta tra gli anziani del paese.
Vito Nicola restò in America per circa dieci anni, ma poi pensò alla sua famiglia che era in Italia e a lui che stava da solo, quindi decise di ritornare.
Ritornato a Rapone le figlie erano cresciute quasi da maritare, continuò la sua vita facendo il contadino sì, ma restando nella sua terra nativa.
(Tratto dalla testimonianza della figlia Grieco Maria Giuseppa).

 

 

 

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PINTO MICHELE - GRIECO CECILIA
STATI UNITI


 

I coniugi con i figli:
Donato, Teresina, Giuseppe e Domenico

I coniugi Pinto si sposarono negli anni Quaranta; dal loro matrimonio sono nati: Arcangela, Giuseppe, Donato, Domenico, Teresina. Nel periodo della guerra per crescere una famiglia si facevano tanti sacrifici, si lavorava tanto ma non ci si poteva permettere un buon tenore di vita.
Trascorsi gli anni, i figli crebbero e la prima figlia, Arcangela, sposò Vito Angelillo, emigrato in America, il quale fece l’atto di richiamo alla moglie.
Arcangela vedendo il diverso tenore di vita invitò il padre ad emigrare anche lui in America, quindi nel 1961 la figlia e suo marito fecero l’atto di richiamo al padre.
Michele partì da Rapone con Vito Repole e Cesare Repole (Vito Repole ha vissuto in America mentre Cesare Repole vive in Italia).
Non appena sbarcarono in America trovarono subito una sistemazione. Il primo lavoro di Michele fu in un ristorante, dopo aver lavorato circa tre anni affittò un appartamento e, visto che guadagnava bene, pensò di chiamare negli Stati Uniti anche la sua famiglia, così il 30 novembre 1964 lo raggiunsero la moglie Cecilia i figli Donato, Teresina e Domenico,

Cesare Repole, Vito Repole, Michele Pinto con un amico

mentre Giuseppe li raggiunse un anno dopo perché stava svolgendo il servizio militare. Michele continuò il suo lavoro nei ristoranti, tramite sue conoscenze fece lavorare anche il figlio Domenico, mentre Donato trovò lavoro in una sartoria, continuando il suo mestiere che faceva a Rapone. Teresina andò a lavorare in fabbrica grazie alla sorella Arcangela. Quando li raggiunse, Giuseppe lavorò come meccanico, mentre la moglie stava in casa accudendo tutti.
Michele era felice per il fatto che in poco tempo era riuscito a sistemare tutta la sua famiglia. Dopo alcuni anni, il 31 maggio 1969, Teresina si è sposata con Alfredo Raimando di Senerchia (in provincia di Avellino); dal loro matrimonio in seguito sono nati due figli.
Donato si sposò il 10 gennaio 1970 con Antonietta Bove di Castello di Elvito (Frosinone), da cui ha avuto tre figli.
Giuseppe si sposò il 12 luglio 1974 con Laura Salvio di Bolognano (Pescara).
Domenico si sposò il 6 gennaio 1979 con Maria Pellicciari di Miglionico (Matera); hanno avuto due figli.
Domenico nel 1967 pensò di investire a New York, di crearsi un’attività propria e coinvolgere in essa tutta la sua famiglia. Creò infatti la prima autoscuola, chiamandola FERRARI, che oggi rappresenta una delle più grandi autoscuole di New York orgogliosamente italiana.

Michele Pinto e Cecilia Grieco con tutta la famiglia

I coniugi Pinto, pur risiedendo in America con i loro figli, sono ugualmente venuti ogni due anni nel loro paese nativo,per salutare parenti ed amici e anche per visionare le loro proprietà.
Negli anni Ottanta decisero di trascorrere l’inverno in America e l’estate a Rapone, per molti anni fino al 1988 quando Michele ebbe un ictus con una paralisi permanente che non gli ha più consentito di viaggiare.
Dopo la morte del marito la moglie Cecilia tornò due volte dai figli in America.
Oggi risiede nella sua abitazione a Rapone, ha 91 anni, i figli a turno vengono a trovarla.
Cecilia testimonia la sua gioia di aver seguito il marito a New York, ha avuto tante soddisfazioni dalla vita.
Oggi la sua famiglia in America è composta da cinque figli, tre nuore, due generi, otto nipoti, sette pronipoti.

 

 

 

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PINTO PIETRO – JACQUELINE
AMERICA


Pinto Pietro ha vissuto la sua infanzia a Rapone, dove è rimasto fino all’età di 18 anni.
Dopo partì per il servizio militare durante il quale ebbe la fortuna di imparare a leggere e scrivere, cosi diventò una persona istruita.

I coniugi

Trascorso l’anno del militare ritornò in paese. Non era adatto per fare il contadino, allora pensò di emigrare in America; ma non aveva i soldi per pagare il viaggio, quindi si fece prestare 2.000 Lire dalla zia Rosa per affrontare le spese del viaggio.
Arrivato in America subito trovò lavoro e così con i suoi primi risparmi pagò il debito con la zia.
Trascorsi alcuni anni, il 17 luglio 1937 sposò Jacqueline, anche lei di origine italiana, e insieme pensarono di ritornare in Italia.
Nel 1940 ritornarono a Rapone. Pietro fece conoscere i suoi familiari alla moglie e lui andò a conoscere i familiari della moglie; dopo alcuni giorni ritornarono in America.
Al rientro dall’Italia pensarono di investire nel commercio e aprirono un bar.
In quel periodo in America c’erano tensioni tra persone di razza bianca e di razza nera: Pietro fu derubato diverse volte e una volta fu picchiato a sangue. Fu allora che pensarono di vendere tutto e ritornare in Italia.

I coniugi

Così nel 1954 ritornarono a Rapone con l’intento di investire in paese ma, notando che il paese non era cambiato per nulla, si fermarono solo tre giorni, poi fecero un giro per l’Italia ma scoraggiati dalla situazione esistente pensarono di ritornare in America. Pietro dal suo rientro pensava sempre ai suoi familiari lasciati nella povertà; ogni anno quando arrivavano le feste mandava loro sempre pacchi pieni di indumenti di prima necessità e pure dei soldi, anche alla zia Rosa che in passato lo aveva aiutato economicamente.
Non ebbe la gioia di avere figli, però in Italia aveva la sorella Angela Maria con tanti figli che lui sentiva anche suoi.
La moglie, dopo la morte di Pietro, ritornò in Italia per ben due volte perché era tanto affezionata alle origini del marito.
Alla sua morte lasciò nel testamento un pensiero per tutti i nipoti.

 

 

 

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PINTO TERESINA – ALFREDO RAIMANDO
NEW YORK

 

Pinto Teresina e famiglia con la madre Cecilia

Pinto Teresina, emigrata in America, sposata con Alfredo Raimando il 31 maggio 1969. Abbiamo avuto due figli: un maschio, Alfredo Junior, sposato il 3/11/2002 con una ragazza americana (hanno un bimbo) e una femmina, Gina, studentessa.
Sono emigrata in America nel 1964 grazie a mia sorella Arcangela e suo marito Vito Angelillo, che si sono preoccupati di farmi avere l’atto di richiamo.
Subito, dal mio arrivo in America, ho lavorato con mia sorella in fabbrica per alcuni anni, poi dal 1968 ho lavorato nell’azienda di mio fratello Domenico.
Ho lavorato tanto nella vita per farmi una posizione, io e la mia famiglia, ancora oggi lavoro in ufficio, non per necessità ma per tenermi occupata.
Vengo sempre in Italia, ogni anno (alcune volte anche due volte l’anno); ho potuto vedere con i miei occhi svilupparsi Rapone. In quegli anni invece non vi era nessuna possibilità di lavoro, di istruzione, anzi le donne erano ancor più penalizzate poiché non venivano mandate a scuola, si pensava solo a far lavorare i figli.
Sono contenta di aver visto svilupparsi il mio paese, la mentalità della gente è più aperta, c’è lavoro e denaro e la gente conduce un buon tenore di vita. Però io sono felice di essere emigrata a New York, con la situazione a Rapone negli anni ‘60 a Rapone non avrei potuto condurre il tenore di vita che ho avuto in America, la posizione economica e sociale che oggi occupo con la mia famiglia non sarei mai riuscita a ottenerla a Rapone.
Vorrei però sottolineare l’affetto che mi lega a Rapone: sento la nostalgia delle mie origini, degli amici, dei parenti e dell’aria nativa, non vi è un giorno che non rivolgo un pensiero affettuoso a mia madre e al mio amato paese Rapone.

 

 

 

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REPOLE ANTONIO
AMERICA


 

Vito e Antonio da piccoli

Il mio nome è Repole Antonio, ho avuto un’infanzia molto triste, con molti sacrifici e dispiaceri, perché negli anni Quaranta il mondo era pieno di povertà, viste poi le disgrazie che succedevano era ancora più triste.
Sono rimasto orfano di madre a tre anni, mio padre Repole Michele nel periodo della guerra fu costretto a partire come soldato di leva. Non avendo a chi lasciare me e mio fratello Vito, ci portò con lui in caserma, e di quel periodo io e mio fratello teniamo l’unica foto (inviatavi) che ci ritrae da piccoli.
Una volta giunti in caserma il colonnello disse a mio padre che non si potevano tenere i bambini lì, si era in guerra, bisognava riportarli al paese. Così fece mio padre, ci riportò a Rapone, mentre lui volle ritornare in guerra.
La mia infanzia l’ho vissuta con le nonne materna e paterna, e per questo motivo ho frequentato Muro Lucano (PZ).
Al compimento dei miei diciotto anni, tramite l’ufficio di collegamento c’era la possibilità di andare a lavorare in Inghilterra per quattro anni, così pensai di fare la domanda e partii.
Mi ero nel frattempo fidanzato con Anna, una ragazza di Muro Lucano che oggi è mia moglie.
Frattanto, anche la famiglia di Anna decise di emigrare, in America, e anche lei seguì la sua famiglia, quindi io stavo in Inghilterra e lei in America.

I fratelli Antonio (con la moglie) e Franco in occasione della visita del cugino Giuseppe (febbraio 2006)

Nel 1960 ritornammo entrambi a Muro e ci sposammo, però io dovevo ritornare in Inghilterra per altri due anni e così lei è ritornata in America con la sua famiglia.
Al termine del mio contratto di lavoro in Inghilterra io raggiunsi mia moglie, abbiamo lavorato, ci siamo fatti una casa, creato una famiglia e siamo felici.
Oggi la mia famiglia è formata da due figli e cinque nipoti maschi.
Mio fratello Vito stava a Muro Lucano ed è deceduto, mentre mio fratello Franco, sposato con Carolina, di origine siciliana, è emigrato in America, ha imparato il mestiere di barbiere, lavora e ha due figli.
Sono contento di stare in America, ma nello stesso tempo dispiaciuto di stare lontano dalla mia terra. L’anno scorso sono venuto a Rapone e anche due anni fa, avevo tanta nostalgia della mia famiglia, dei miei ricordi e delle mie origini, ma sono contento di vedere la Basilicata sviluppata: oggi ha cosa offrire ai vostri figli.
 

 

 

 

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agg. al 08/01/2007

 


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