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Scuola Media Leonardo Sinisgalli - Potenza     classe III A  2003-2004

 

PARLA IL BELL'EROE DI” DISTRETTO DI POLIZIA”

 

Dopo la tragica fine del poliziotto Libero mi aspettano altre due “dipartite”, dice Giorgio Pasotti, come guardia del corpo e come vittima di un incidente aereo. Ora vorrei una fidanzata che mi faccia ridere nei panni del poliziotto Paolo Libero il suo ultimo personaggio di successo, Giorgio Pasotti è morto da eroe ed è diventato il mito della fiction “distretto di polizia 4”. Nel suo prossimo film, “il segreto di Thomas”, sarà una sorta di angelo custode di un bambino ebreo che tenta di sfuggire alla Gestapo e anche li farà una brutta fine. In primavera si calerà nel ruolo di Valentino Mazzola (le riprese dovrebbero cominciare ad aprile), il capitano del Torino che morì con tutta la squadra e tre giornalisti sportivi, nell’incidente aereo contro la basilica di Superga, a Torino, il 4 maggio 1949.

Dopo tali e tanti tragici epiloghi (fortunatamente solo cinematografici).

Non sono superstizioso ma tocco ferro ugualmente.

Negli ultimi tempi, la gente mi ferma per strada e mi tocca come se avesse visti un uomo resuscitato, qualcuno mi abbraccia e piange. Scene imbarazzanti tipo: “Perché ti hanno lasciato morire nel Distretto di polizia” ? “ Perché ci hai fatto piangere così tanto”? Maria De Filippi lo ha invitato perfino nel suo show “c’è posta per te” per fare una sorpresa a due ragazze innamoratissime di lui, affrante all’idea di non vederlo più nella serie. Il giorno dopo la puntata di Distretto, le due segretarie avevano gli occhi lucidi per la morte di Paolo Libero. Ma cosa avrà di speciale questo Pasotti?, vi chiederete. Forse perché il segreto è nel fascino non troppo alto ma ci tiene molto al suo metro e settanta centimetri, fisico perfetto, forgiato con anni e anni di arti marziali (ha frequentato per 4 anni l’Università dello sport a Pechino) e due occhi vivacissimi da furbetto. Roba che se facesse un calendario sicuramente andrebbe a ruba. Lui, però, si schernisce. (non lo farei mai). E non so quale ragazza potrebbe essere attratta da me. Non vorrei mai appartenere a un club che contasse uno come me tra i suoi membri. È vero. O meglio, il mio carattere, per certi versi mi piace.

Ma sul piano sentimentale se fossi una donna, uno come me verrebbe a noia. Nella fiction di Canale 5 stava per sposare il commissario Giulia Corsi, Claudia Pandolfi. E nella vita? Sono single, dice Giorgio. Da non credere. Non è per una scelta precisa, ma per portare avanti una relazione c’è bisogno di una certa stabilità e io, invece per due mesi sono a Viterbo, poi a New York, poi a Milano: e difficile per una ragazza starmi dietro. Dovrebbe fare il mio stesso lavoro. La tua ultima fidanzata era una attrice? No. Tendo a stare lontano alle attrici dice nel programma “Verissimo”.

Probabilmente sa che il destino ha già in serbo qualcosa per lui. C’è sempre un set galeottico. Come quello del videocip girato per Elisa, la bellissima cantante che ha vinto il Festival di Sanremo di due anni fa. Con lei ha avuto una bella storia durata soli pochi mesi racconta quasi sottovoce. Ma lei è l’unica collega con cui è nato l’amore? Certo si risponde all’inviata di Verissimo. Bellissime, brave, fidanzate o sposate dice Casotti. Ma quella che stavi per sposare sul set era Claudia Pandolfi. E se è vero che il personaggio di Distretto ti somigliava sempre più e viceversa, che trovavi la confidenza con lui faticosa, come la mettiamo con la fidanzata, il commissario Pandolfi? Di Claudia mi potrei innamorare del commissario Giulia Corsi mai. Però il personaggio di Paolo Libero mi ha insegnato parecchie cose. Lui è molto più euforico e più determinato di me. E uno che vive i sentimenti senza alcun pudore. Io sono più timido e orgoglioso. Io le ragazze le conquisto con la simpatia, ma non sono uno di quei tipi comicissimi tipo Jim Carrey. Anzi, sono io ad avere bisogno di una ragazza che porti euforia nella mia vita. Una con le verve di Sabrina Guzzanti. Meglio una letter-velina? Non le conosco magari fanno morire dal ridere, risponde all’inviata Alessia. Sono poco modaiolo e, in più sono cancro ascendente pesci, o acquario. A guardare curriculum e agenda, più che un caratteraccio Pasotti dimostra un gran carattere. A dodici anni era la più giovane cintura nera di karate. A ventidue, aveva vinto già 4 titoli europei di Wu Shu, un’antichissima arte marziale cinese, una specie di Tal Chi più veloce e acrobatico. La mia più grande occasione. Mi hanno proposto un provino per il film di Daniele Lucchetti, piccoli maestri. E li che ho conosciuto Stefgano. Cioè Stefano Accorsi, co­protagonista con lui è Marco Paolini, della storia di alcuni partigiani in Veneto.

Di li a poco l’incontro con Gabriele Cuccino che lo vuole accanto ad Accorsi nel suo primo film, ecco fatto, una specie di prova generale per L’ultimo bacio. Ho fatto fatica a capire Adriano, il mio personaggio, che lascia la moglie con un figlio di pochi mesi, dice Casotti. Forse per via di questo senso di responsabilità. Mio padre mi ha sempre detto: se vuoi fare una cosa falla seriamente. Come il sito musicale ( http://www.giorgio-pasotti.it , ndr ) che ho creato da poco: l’ho curato fin dai minimi dettagli, dall’animazione agli scritti.

Chiunque abbia un CD inedito nel cassetto e non abbia ancora un produttore, può inviarlo a noi. Dopo tanta gavetta, trovo giusto regalare un’occasione a qualche giovane musicista. E poi, fin da piccolo, il mio grande sogno, dopo quello di fare il medico, era diventare cantante. Mio padre negli anni ’70 suonava in una band e ha tentato di farmi studiare musica, ma appena mi sedevo al pianoforte mi veniva voglia di fuggire via.

Si, non ha l’aria di un tipo che ama stare fermo. Basti pensare che non ha ancora comprato casa, perché significherebbe mettere radici e questo mi fa ancora paura, dice. Sono più un tipo da affitto, un nomade. Adesso vivo in un attico in una zona a Roma. Sono solo ottanta metri quadri, ma per mea bastano. Amo le cose luminose con gli interni a effetto guscio e un atmosfera ovattata che mi ricorda l’inverno.

Io amo il freddo, mi dà sicurezza, mi mette gioia. Se dovessi comprare una mia, forse sarebbe a Bergamo, la mia città.

Dove torna appena può tra un ciak e l’altro.

Solo quando torno dai miei magicamente scompare lo stress. Sarà anche merito delle mitiche zuppe di mia madre. Le preferisco alle ostriche e champagne.

Ragazze, siete avvertite!!!

 

Santopietro Angela


   
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