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ANTONIO MOLFESE |
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GLOSSARIO
Attuario: era lo scrivano che raccoglieva gli atti pubblici delle assemblee popolari ed era anche cancelliere e notaio degli atti giudiziari. Auditore: era un giudice civile, invece l'assessore era membro della giunta comunale (eletto dal Consiglio Comunale per assumere, per delega del Sindaco, la Direzione di un ramo dell'Amministrazione). Avena: L'avena è stata coltivata essenzialmente per l'alimentazione del cavallo, che in tutta l'Europa continentale era allevato per la guerra e per i tornei dei signori, ma anche per il traino ed il lavoro agricolo, come valido concorrente dei buoi. L'avena è stata a lungo, e specie nelle carestie, anche il nutrimento dei montanari. Bagliva o meglio baliva: Ufficio di balivo. Balivo, dal francese baillif', era l'ufficiale incaricato di rendere giustizia in nome del Principe.
Bambagia: Alcune piante hanno i semi circondati da fili sottili,
suscettibili di essere filati. L'insieme soffice di questi fili, che non
hanno ancora subito operazione di filatura, tessitura od altro, è
chiamato bambagia. Abbiamo così bambagia di cotone, di capok o di lana
vegetale. Banno: Il banno regio (bannum), onde il verbo "bannire" e le nostre voci volgari "bando" - "bandire", era il potere riconosciuto ai Re Franchi di dare ordini é di farli eseguire coattivamente, infliggendo a chi non li rispettasse o li trasgredisse una multa, cioè una sanzione pecuniaria, che nella sua misura normale era di 60 soldi d'oro, ma che poteva essere moltiplicata fino a raggiungere somme molto elevate. La voce "bannum" indica nelle fonti tanto il potere del Re di emanare ordini, quanto l'ordine stesso e la multa inflitta ai trasgressori. Avvalendosi di questo i Re Merovingi presero ad emanare ordini e provvedimenti di carattere non più meramente esecutivo, bensì normativo, cioè con contenuto regolamentare o legislativo. Barile: Antica misura di capacità che a seconda dei luoghi e talvolta del liquido, vino o olio, corrispondeva ad un numero vario di litri: a Roma 58 litri, a Firenze 45,6 litri, in Sicilia 341., a Napoli... Camerlengo o camerario, era colui che aveva in custodia il denaro pubblico; era praticamente il tesoriere del duca e del feudatario, per cui rispondeva del suo operato al feudatario o al Re. Canapa - Lino: Anche la canapa e il lino si coltivavano in molte province; questi due generi già allora esigevano l'attenzione delle autorità, perché, avendo bisogno di essere macerati nell'acqua, potevano infettare l'atmosfera, per cui bisognava valutare se fosse veramente vantaggioso abolire la coltivazione dal momento che potevano essere acquistati dall'estero (già da allora si pensava agli inquinamenti). Generalmente le nostre manifatture di canapa e di lino erano grossolane, si usava schiacciare la canapa e il lino con uno strumento che li rompeva in molti filamenti donde poi proveniva stoppa, dalla quale si ricavava il ferro. Candela ossia estinsione de la cannela: Erano tre candeline di breve durata che si accendevano per uso antico ad un'asta di quei beni che ancora si chiamano stabili. Finché le candeline restavano accese (una dopo l'altra) i concorrenti dell'asta potevano gareggiare nel prezzo di acquisto. Cannavaro: Cannavari erano chiamati i pozzi usati per tenere a bagno la canapa, ma in nessun manoscritto o testo antico ho letto che a S. Arcangelo si produceva canapa. Dal momento che nella nostra zona vi è una contrada che porta questo nome si può ipotizzare che si facesse uso di canapa, donde il nome; tanto più che la zona di S. Arcangelo era ricca di bambagia. Capitano: Questa voce ebbe il significato più ampio e più esteso fino ai tempi nostri: Capitano di Giustizia, Giudice Sovraintendente alle "Cose" della Pubblica Sicurezza nei comuni e nei feudi nel Medioevo. Prendeva 32 ducati l'anno. Capitani nel Medioevo erano i valvassori di qualche feudo o grossa terra con dominio ereditario. Avevano la sorveglianza delle porte di una città e ne tenevano le chiavi, erano praticamente la forza militare che sovraintendeva alla sicurezza del Comune.
Castagno: E' un albero che raggiunge altezze di 30-35 metri, in
genere di 10-15 metri, con chioma ampia e tronco e corteccia
bruno-grigiastra. La crescita in altezza è molto rapida; relativamente
al clima è da rilevare che gli elementi metereologici più influenti
sulla crescita del castagno sono: la temperatura, la luce e la
ventosità. La temperatura ottimale resta tra i +8 e i +15 gradi.
Censo: Tale parola fu usata in origine per designare la valutazione
del patrimonio dei cittadini romani, ai fini del raggruppamento di varie
categorie, cui erano connessi obblighi politici, militari e fiscali;
passò poi a significare sia lo stesso patrimonio dei cittadini sia il
tributo imposto ad essi in ragione del patrimonio. Colte o collette: erano sussidi straordinari che si esigevano dal popolo dopo che erano state stabilite nelle pubbliche assemblee. Potevano anche essere di un tarì a testa ma questo in caso di un avvenimento eccezionale, come ai giorni nostri avviene per la tassazione una tantum. Oltre a queste collette vi era il pagamento del focatico, di un augustale a fuoco, cioè di 15 carlini. Compassatore: era chiamato compassatore colui che percorreva a piedi o a cavallo determinati terreni, e descriveva la situazione, la orografia e le colture in essi esistenti, oltre a questo Tracciava un disegno e dava anche delle misure, era praticamente l'attuale agrimensore. Conservatore: Persona incaricata di dirigere alcuni enti, come archivi, che conservano i registri immobiliari; pubblico ufficiale incaricato della tenuta del registro immobiliare e della comunicazione e documentazione del loro contenuto. Era conservatore delle ipoteche, vecchia denominazione del conservatore di registri immobiliari. Era anche il titolo di vari magistrati comunali incaricati di garantire l'osservanza degli statuti, di conservare i codici, di provvedere alla sicurezza dello Stato, di mantenere la pace, di difendere i diritti del popolo e della plebe nei contrasti sociali con la borghesia, di tutelare l'igiene e la salute pubblica, di curare i rapporti con i comuni del contado.
Decima: Nelle zone agricole della Basilicata le principale
coltivazione erano i cereali e per un certo verso anche la vite. Durante
il tempo della mietitura non si trattavano cause civili per non
distogliere i contadini dal lavoro della raccolta. Per la concimazione
dei campi, anche per migliorare la resa, si facevano stazionare, durante
la notte branchi di pecore o altri animali in modo che gli escrementi
degli stessi potevano concimare il terreno. Demanio: Beni demaniali sono quelli sui quali la collettività esercita un uso diretto come si verifica per le strade, i fiumi, il mare. Difesa: La parola fu usata presso i Normanni per indicare le selve reali che venivano custodite e difese dall'accesso di persone estranee. Alcune volle la difesa era chiusa per tutto l'anno, altre volte solo temporaneamente; a volte indica la riserva che si faceva sul raccolto delle ghiande e delle castagne; in altri casi veniva chiusa in tutti i tempi dell'anno per il pascolo e non per la raccolta della legna necessaria al fuoco e per gli usi agrari dei cittadini. In ultima analisi in un decreto del 3.12.1808 la parola difesa indica un terreno sul quale restavano impediti gli usi civici; rappresentava una restrizione del demanio e quindi una limitazione del soddisfacimento degli usi delle popolazioni. La custodia della difesa era data a guardiani. Tutto questo determinava che, in quella parte dei demani tramutati in difesa dal barone o dall'Università, i cittadini non potevano più condurvi gli animali a pascere in virtù dell'uso civico di pascere. Sorgeva quindi la necessità che per usufruire del pascolo essi corrispondevano un prezzo al feudatario o alle Università a cui beneficio si era costituita la difesa. Questo prezzo si chiamava diritto di fida (abbreviazione di affidatura).
Ducato: Ebbero originariamente questo nome, le monete coniate da
un'autorità ducale. Il termine fu usato dapprima per una moneta
d'argento coniata da Ruggero II col figlio Duca di Puglia nel 1140, poi
per la moneta d'argento coniata a Venezia dal Doge Arrigo Dandolo; in
seguito passò ad indicare la moneta d'oro purissimo più tardi detta
zecchino, emessa da Giovanni Dandolo. Da allora sull'esempio di Venezia
il nome ducato fu dato alla moneta d'oro coniata in quasi tutti i paesi
e anche nel Regno di Napoli. Erario: Era tesoro dello Stato nell'antica Roma, in senso più generico cassa, camera e amministrazione finanziaria o anche cassiere, camerlengo. Erario era anche detta, una tassa che nell'antica Roma erano tenuti a pagare i cittadini che appartenevano alla più bassa classe sociale e che, non dovendo sottoporsi a onere di guerra e di cariche, versavano soltanto un tributo in denaro per i bisogni della guerra e dello Stato. Erbaggio o Erbatico: Tributo corrisposto al Signore feudale per ottenere il permesso di tagliare l'erba nei pubblici pascoli; in seguito, per analogia, era così determinato il canone pagato per il pascolo degli animali nei terreni del padrone. Fida: Contratto in forza del quale il proprietario di boschi e di pascoli concedeva ad altri, per un tempo determinato e per un canone convenuto, il diritto di pascolarvi durata di una stagione. Veniva anche usato per indicare un terreno concesso o ottenuto in affitto, o lo stesso canone d'affitto. Fiscali funzioni:
Ferdinando il cattolico al suo apparire sulla scena politica aveva
dichiarato di abolire ogni colletta ordinaria e straordinaria, ma di
fare esigere solo le fiscali funzioni che erano il peso annuale di
ducati 2 e grana 52 per ciascun fuoco o famiglia. Focatico: Imposta che, nell'età intermedia, gravava su ogni capo-famiglia in misura identica, qualunque fosse il numero dei membri e il reddito della famiglia. Forno: I forni erano anch'essi soggetti a norme molto restrittive, in quanto rappresentavano una rilevante rendita per il feudatario. Nelle abitazioni private era proibito avere un forno, per cui le case più antiche ne avevano uno posticcio che sporgeva all'esterno e che tutt'ora è visibile in alcune di esse. La popolazione era costretta a servirsi dei forni pubblici per cuocere il pane e lasciava al gestore la 24' parte del pane che vi aveva cotto e 12 pezzi di legna. Gabelle: I
giustizieri delle varie province ricevevano dalla Corte le schede con il
contingente che la provincia doveva pagare; questi a loro volta le
trasmettevano all'Università che distribuiva il carico tra i suoi
abitanti nominando i collectores o faxatores, i quali annotavano nei
quinternioni (quaderni) le partite riscosse. Giustizia: La Giustizia era così organizzata: vi era un grande giustiziere con la sua curia; questa era composta da quattro giudici e un avvocato fiscale. Ogni provincia aveva una giurisdizione a capo della quale vi era un giustiziere assistito dal giudice e dal notaio per gli affari criminali, in più aveva un camerario per gli affari civili; ogni città o terra o distretto demaniale aveva un baglivo (soggetto al camerario) che era assistito dal giudice o dal notaio. Era il camerario che eleggeva il baglivo e il giudice nel demanio regio. I funzionari addetti ad amministrare la giustizia giravano per il paese e andavano in cerca di litiganti per non cagionare loro travaglio e dispendio, quasi come accade ora(nda). Vi era il Tribunale Supremo ed il Sacro Consiglio diviso in quattro ruote per gli affari contenziosi, la Camera della Sommaria divisa in tre ruote per gli affari di economia ed una quarta a sua volta suddivisa per le città e le provincie. Grano: Cerere,
la dea romana delle messi, si identifica quasi interamente con il suo
modello greco Demetra, ne perpetua il culto e dà il nome alle feste
tradizionali cereales ed ai cereali. Grida: Nel periodo del Viceregno Spagnolo, come "Le Grida" lombarde le prammatiche recavano nell'intitolazione il nome del Re a cui era aggiunto quello del viceré che le pubblicava; inoltre, poiché la potestà accordata in tempo legislativo al viceré era esercitata con il sussidio del collaterale, venivano firmate sia dal viceré che dal reggente. Peraltro esistono anche, sebbene poche, prammatiche emanate dai viceré senza ingerenza di consultori: si tratta in questi casi di una sorta di lettere dirette a magistrali governatici, volte a chiamare l'attenzione sopra un fatto specifico e isolato. Queste prammatiche eccezionali, formate dal solo viceré, sono più frequenti in Sicilia che negli Stati di terraferma. Indizione: Era un computo cronologico basato su un periodo di 15 anni numerati progressivamente da 1 a 15, dopo il quale la numerazione riprendeva da 1. Si aveva così la denominazione di un determinato anno secondo il numero d'ordine che esso veniva a occupare in uno dei periodi di 15 anni, ma nessuna indicazione della serie dei cicli stessi. Quindi con questo mezzo non è possibile stabilire la cronologia degli avvenimenti se non si ha modo di metterlo in rapporto con altri dati cronologici, anche se può servire come elemento di controllo. Questo sistema fu largamente usato nelle datazioni del quarto secolo in poi c per tutto il Medioevo. Pare che il periodo della I indizione si debba ricollegare al periodo di 15 anni compreso fra due revisioni catastali, immediatamente consecutive, fatte per regolare le imposizioni fiscali; questo uso si diffuse in breve tempo in tutto il territorio probabilmente perché rilevatosi più pratico in confronto al computo degli anni do sovranità dei singoli imperatori. Legato: E' un
atto di disposizione testamentaria, titolo particolare, con il quale il
testatore attribuisce a carico dell'erede un vantaggio del legatario. Lentisco o Lentischio: Piccolo arbusto ramoso da siepe, resinoso, dalla specie anacardiacee, pistacea lentiscus, con frutti a drupa nera, dai quali si estrae un olio aspro, astringente e fetido, impiegato per vari usi industriali e anche nelle lucerne per illuminare; fornisce una luce chiara e un legno particolarmente ricercato per lavori al tornio. Inoltre incidendo i rami ne scaturisce una gomma balsamica, Dal legno si estraeva una resina che veniva usata per conciare le pelli. Magnifico: Titolo onorifico usato per più nei secoli XV e XVI, che veniva attribuito a chi esercitava cariche pubbliche, in particolare a principi e signori (talvolta viene usato attualmente soprattutto in modo enfatico); era anche appellativo preposto per più a nome come segno di defferenza e di riguardo. Mastria: Sinonimo di maestria. Carica pubblica che si svolgeva con destrezza, valentia, perizia ed esperienza e veniva riferita alla funzione svolta nelle poste, nel mercato o fiere e in altre cariche pubbliche. Mastrodattia: carica o ufficio di mastrodatti anche gli introiti che affluivano nelle casse dello Stato provenienti dall'esercizio di tale istituzione. Il mastrodatti nel Regno di Napoli era il funzionario addetto alla ricezione, registrazione e custodia degli atti, poi incaricato di funzioni giudiziarie in sostituzione del giudice. Molini: I molini
erano mezzi meccanici, azionati per lo più ad acqua, i quali servivano
per rendere in polvere (farina) semi e cereali necessari per
l'alimentazione. Vi era allora un monopolio dei mulini e dei forni, in
quanto erano tutti o quasi tutti di proprietà del principe o del
feudatario del luogo, che poteva così controllare come era andato il
raccolto oltre che imporre una tassa su tutto il macinato. Per sfuggire
a questi controlli e per molire piccoli quantitativi di semi speciali o
cereali si usavano utensili in pietra mossi a mano. Moscatello o Moscato: Dal tardo latino «Moscos». Sotto questo nome sono noti da tempo numerosi vitigni, anche molto differenti uno dall'altro, nei caratteri della vegetazione, nel colore e nella forma dei grappoli e degli acini, ma tutti aventi in comune un particolare aroma che dall'uva passa al vino e che produce aroma di moscato. Alcuni di questi vitigni sono certamente antichissimo; gli appelografi sono concordi nel ritenere che le viti appianae dei gergici latini fossero antenati di alcuni dei nostri moscati o moscatelli. Questi nomi, già citati nel 1300, diventano sempre più frequenti negli autori del '500 in avanti. Il moscato era un vino a bassa gradazione, che, se non opportunamente preparato, doveva essere consumato non oltre il mese di aprile dello stesso anno. Olive - Olio -
Trappeto: Dopo la raccolta delle olive, che avviene ancora a mano
come nei secoli passati, è opportuno rapidamente avviare il raccolto
alla lavorazione; nel caso di una eventuale conservazione le olive
possono subire processi di alterazione tanto più gravi e frequenti
quanto peggiore è il loro stato fisico (influenzano negativamente l'aver
subito le galate, l'attacco di mosche alearie, lesioni nel corso della
raccolta), tale da ridurre la resa in olio e peggiorarne la quantità
(aumento (1ell'acidità). Orzo: L'orzo (ordeum) dà un pane poco apprezzato (è il pane dei poveri). L'orzo serve, nel Nord, soprattutto alla fabbricazione di birra, ma nei paesi mediterranei, dove l'avena ha scarsissima diffusione, è coltivato in larga parte per l'alimentazione umana ed animale. Piatto: Imposte che si pagavano al feudatario per il mantenimento dell'ordine pubblico, degli uffici, e degli impiegati addetti a questi ultimi. Plateatico: dazio sul commercio che si pagava per le vendite delle mercanzie nelle piazze ed era pari a 1/8 del valore, vi era il diritto di contrattazione, il diritto di ancoraggio e di uscita dal porto, il diritto di peso (grana 5 a cantaro) e di misura (1-2 canini per ogni 100 canne, a seconda la qualità della merce), il diritto del passo (10% del valore della merce che andava oltre i confini). Nel sistema finanziario di allora erano sottoposti a dazi solo i generi di commercio non quelli per uso proprio delle famiglie. Pleggiaria o Pieggeria: Garanzia prestata a favore di una persona, malleveria; veniva usata anche come cauzione data in garanzia. Portolania: Incarico, ufficio di portolano. Nel Regno delle Due Sicilie, magistratura preposta a curare l'accesso e l'uso dei luoghi pubblici e delle vie di comunicazione. Era anche un diritto corrisposto per l'occupazione temporanea, a scopi commerciali, di suoli comunali, da qui l'espressione portolania di terra. Portolano, nell'Italia meridionale, sotto la dominazione sveva-angioina-aragoncse ed in seguito nel Regno delle Due Sicilie, era il titolare di una carica dipendente dal portolanato, al quale, avendo giurisdizione sulle zone e sui porti più importanti, spettava localmente la tutela delle coste, la protezione e la manutenzione di porti ed arsenali, la disciplina litoranea di importazione ed esportazione, in particolare di granaglie, la concessione di licenze di pesca, nonché esazioni dei diritti da corrispondere in relazione a tale attività. Prammatiche: Con il nome di "Prammatiche», ricollegandosi alla legislazione romana del basso impero, vennero chiamati i provvedimenti legislativi di portata generale emanati dai sovrano aragonesi in Sicilia, in Sardegna e nel Napoletano. Le prime prammatiche aragonesi furono emanate dal Re Alfonso I, inspirate direttamente ai principi del diritto romano dettavano disposizioni in materia sia civile che penale. Quelle che si ebbero subito dopo l'Unione di Napoli alla Sicilia conservarono in generale gli stessi caratteri. Con l'andare del tempo, e specialmente all'epoca di Ferdinando il Cattolico, comincia a farsi strada l'uso delle prammatiche emanate dal Re dietro parere di qualche grande ufficiale ella magna cura che sottoscriveva anch'egli. Privative: Oltre
ai dazi doganali (in porti e dogane e quelli che esigeva il maestro
portolano) vi erano gli arrendamenti o diritti proibitivi, oggi chiamate
privative. La prima ad essere tassata fu la seta per un carlino a libra
per il trasporto che avveniva nel regno e, dal momento che la merce era
facile da occultare, la tassa fu imposta alla produzione; poi vi era lo
zafferano (grana 10 a libra), che veniva importato da fuori regno e che
fu portato a 35 grani la libra; per l'olio, fino al 1554, fu esatto il
dazio all'estrazione per un tarì a salma, che poi fu aumentato di un
altro ducato. Per il sale sotto gli angioini ogni fuoco del Regno pagava
15 carlini e grana 2, e in questa tassa erano comprendesi grana 52 per
la somministrazione di un tomolo di sale. Altra privativa era quella del
ferro e dell'acciaio, per il quale si pagava il suo valore pari al 10%
del dazio. Anche il tabacco era soggetto a regalie sebbene scoperto nel
1496 presto diventò oggetto di lusso, fu usato come medicina e fu
tassato da dazio così come l'acqua vite; anche la manna era gravata di
grana 10 a libra. Vi era anche la privativa dei cambi e delle
assicurazioni, così come quella delle carte da gioco o giochi proibiti e
del gioco del lotto. Quartolle o Quartuccio: Antica unità di misura di capacità italiana per liquidi, con valori variabili inferiori al litro. Ramata e Ramaiolo: Grosso cucchiaio concavo, con manico lungo, atto a prelevare e a versare cibi liquidi, specie minestre. Un tempo era usato per prelevare dai palmenti nei trappeti, la capacità non è conosciuta. Rationale: Pubblico amministratore che teneva i conti delle varie terre e le sottoponeva al controllo una volta all'anno. Relevio: Tassa feudale che consisteva in una prestazione fatta dal concessionario del feudo come testimonianza di gratitudine al signore concedente e consisteva nella metà della rendita annua del feudo. Seta: Dopo l'ulivo le piante più preziose erano i gelsi usati per l'industria ricchissima della seta; infatti il baco da seta si alimenta di foglie di gelsi. Tutte le province producevano questa pianta, in Basilicata però se ne trascurava la coltivazione per l'estorsioni degli ufficiali dell'arredamento. L'industria della seta era molto sviluppata in Terra di Lavoro e nei due Principati, e specialmente nella Calabria. Spelta - Farro:
La spelta e il farro, da identificare verosimilmente con il triticum
spelta, il triticum dicocum, sono i rappresentanti dei grani vestiti
(grani il cui involucro non si staccava facilmente). La spelta,
soprattutto in talune regioni, conosce una diffusione notevole; in
Italia nel basso Medioevo è un cereale largamente seminato e usato per
la panificazione, quasi sempre in mistura con cereali di maggior pregio. Tassa del Carcere o
del Castello: Tassa dovuta dai carcerati per la custodia (5 grani al
giorno e 10 grani se vi pernottavano); lo stesso avveniva nei Castelli
per le persone alle quali veniva data accoglienza durante il giorno e la
notte. Terraggio o
Terratico: è una forma socialmente arretrata di compartecipazione
agraria, caratterizzata dal fatto che il compenso al lavoratore manuale
terraticante è dato dall'eccedenza del prodotto oltre la quantità fissa
da corrispondere all'imprenditore capitalista, mentre nella comune
compartecipazione il compenso al lavoro del compartecipante è una quota
parte del prodotto (a netto della semente e di talune altre spese)
preventivamente stabilita su base percentuale. Università: Si può identificare in territorio o tenimento o universitas, circoscrizione territoriale, che consiste in una collettività umana che ha il fine di conservare il diritto comunitario.
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