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I Proventi Fiscali del Principe di Stigliano
(da un manoscritto del XVI secolo)

ANTONIO MOLFESE
 

GLOSSARIO


Adoha: Mentre i beni e le persone dei paesi e delle città erano sottoposti al pagamento di dazi e collette, i feudatari erano gravati da imposizioni speciali.
Queste consistevano nell'obbligo del servizio militare secondo la qualità e la entità del feudo. Il feudatario forniva personale in armi (un milite armato era equivalente al servizio di tre uomini e tre cavalli armati), tuttavia egli era autorizzato a commutare tale servizio nel pagamento pecuniario di metà della rendita del feudo di quell'anno.

Attuario: era lo scrivano che raccoglieva gli atti pubblici delle assemblee popolari ed era anche cancelliere e notaio degli atti giudiziari.

Auditore: era un giudice civile, invece l'assessore era membro della giunta comunale (eletto dal Consiglio Comunale per assumere, per delega del Sindaco, la Direzione di un ramo dell'Amministrazione).

Avena: L'avena è stata coltivata essenzialmente per l'alimentazione del cavallo, che in tutta l'Europa continentale era allevato per la guerra e per i tornei dei signori, ma anche per il traino ed il lavoro agricolo, come valido concorrente dei buoi. L'avena è stata a lungo, e specie nelle carestie, anche il nutrimento dei montanari.

Bagliva o meglio baliva: Ufficio di balivo. Balivo, dal francese baillif', era l'ufficiale incaricato di rendere giustizia in nome del Principe.

Bambagia: Alcune piante hanno i semi circondati da fili sottili, suscettibili di essere filati. L'insieme soffice di questi fili, che non hanno ancora subito operazione di filatura, tessitura od altro, è chiamato bambagia. Abbiamo così bambagia di cotone, di capok o di lana vegetale.
La bambagia dopo il raccolto veniva separata dal seme per mezzo del mangano, un utensile costituito da due cilindri di legno azionati da una manovella, attraverso cui si faceva passare la bambagia che, appiattendosi, superava i due cilindri, mentre i semi venivano separati e cadevano dalla parte opposta.
La bambagia veniva filata con il fuso a mano, il filo veniva intrecciato con altri fili e ritorto a secondo dello spessore del tessuto che si doveva tessere.
Infatti i tessuti per il corredo della casa, ma anche quelli per confezionare abiti, erano preparati nei telai domestici e dopo la tessitura venivano tinti con colori vegetali a freddo (funghi colorati, bacche o sommità fiorite di alberi, che essendo velenosi non erano state mangiate dagli animali).
Il cotone, o bambace, si coltivava in grande quantità specie nelle zone ische della Basilicata (ische significa sott'acqua). Con il cotone si fabbricavano panni, esso veniva filato e tessuto e serviva per fare indumenti.

Banno: Il banno regio (bannum), onde il verbo "bannire" e le nostre voci volgari "bando" - "bandire", era il potere riconosciuto ai Re Franchi di dare ordini é di farli eseguire coattivamente, infliggendo a chi non li rispettasse o li trasgredisse una multa, cioè una sanzione pecuniaria, che nella sua misura normale era di 60 soldi d'oro, ma che poteva essere moltiplicata fino a raggiungere somme molto elevate. La voce "bannum" indica nelle fonti tanto il potere del Re di emanare ordini, quanto l'ordine stesso e la multa inflitta ai trasgressori. Avvalendosi di questo i Re Merovingi presero ad emanare ordini e provvedimenti di carattere non più meramente esecutivo, bensì normativo, cioè con contenuto regolamentare o legislativo.

Barile: Antica misura di capacità che a seconda dei luoghi e talvolta del liquido, vino o olio, corrispondeva ad un numero vario di litri: a Roma 58 litri, a Firenze 45,6 litri, in Sicilia 341., a Napoli...

Camerlengo o camerario, era colui che aveva in custodia il denaro pubblico; era praticamente il tesoriere del duca e del feudatario, per cui rispondeva del suo operato al feudatario o al Re.

Canapa - Lino: Anche la canapa e il lino si coltivavano in molte province; questi due generi già allora esigevano l'attenzione delle autorità, perché, avendo bisogno di essere macerati nell'acqua, potevano infettare l'atmosfera, per cui bisognava valutare se fosse veramente vantaggioso abolire la coltivazione dal momento che potevano essere acquistati dall'estero (già da allora si pensava agli inquinamenti). Generalmente le nostre manifatture di canapa e di lino erano grossolane, si usava schiacciare la canapa e il lino con uno strumento che li rompeva in molti filamenti donde poi proveniva stoppa, dalla quale si ricavava il ferro.

Candela ossia estinsione de la cannela: Erano tre candeline di breve durata che si accendevano per uso antico ad un'asta di quei beni che ancora si chiamano stabili. Finché le candeline restavano accese (una dopo l'altra) i concorrenti dell'asta potevano gareggiare nel prezzo di acquisto.

Cannavaro: Cannavari erano chiamati i pozzi usati per tenere a bagno la canapa, ma in nessun manoscritto o testo antico ho letto che a S. Arcangelo si produceva canapa. Dal momento che nella nostra zona vi è una contrada che porta questo nome si può ipotizzare che si facesse uso di canapa, donde il nome; tanto più che la zona di S. Arcangelo era ricca di bambagia.

Capitano: Questa voce ebbe il significato più ampio e più esteso fino ai tempi nostri: Capitano di Giustizia, Giudice Sovraintendente alle "Cose" della Pubblica Sicurezza nei comuni e nei feudi nel Medioevo. Prendeva 32 ducati l'anno. Capitani nel Medioevo erano i valvassori di qualche feudo o grossa terra con dominio ereditario. Avevano la sorveglianza delle porte di una città e ne tenevano le chiavi, erano praticamente la forza militare che sovraintendeva alla sicurezza del Comune.

Castagno: E' un albero che raggiunge altezze di 30-35 metri, in genere di 10-15 metri, con chioma ampia e tronco e corteccia bruno-grigiastra. La crescita in altezza è molto rapida; relativamente al clima è da rilevare che gli elementi metereologici più influenti sulla crescita del castagno sono: la temperatura, la luce e la ventosità. La temperatura ottimale resta tra i +8 e i +15 gradi.
I freddi invernali non sono temuti dal castagno, che sa bene approfittare degli autunni; è piuttosto sensibile invece ai freddi estivi e a quelli precoci. Come è noto il prodotto più importante che castagno può firnire è rappresentato dai suoi frutti, le castagne, nella cui composizione prevalgono l'amido (40%) e gli zuccheri (30%). Esse sono un alimento termogeno e dinamogeno, gradevole al palato e di facile digeribilità per l'uomo.
Le castagne sono molto impiegate nell'alimentazione del bestiame bovino, equino e suino; le foglie, anche se secche, servono come lettiera per il bestiame, ma possono trovare impiego più pregevole in farmacopea ottenendo un estratto fluido, che mitiga lo spasmo della pertosse.
Le infiorescenze maschili sono impiegate sotto forma di infuso. E' chiaro quindi che il castagno è una pianta preziosissima, specie per alcune zone montane e premontane, sia che con essa si costituisca il castagneto da frutto, sia che si formi quello che serve per la produzione del legno.

Censo: Tale parola fu usata in origine per designare la valutazione del patrimonio dei cittadini romani, ai fini del raggruppamento di varie categorie, cui erano connessi obblighi politici, militari e fiscali; passò poi a significare sia lo stesso patrimonio dei cittadini sia il tributo imposto ad essi in ragione del patrimonio.
Nel Medioevo con il termine censo generalmente si indicavano le prestazioni di carattere economico e privato dovute ai Re, ai signori e alla Chiesa. Si distinsero per tanto i censi personali da quelli reali, a seconda che gravassero sulle persone o sulle terre. I primi erano imposti ai coloni, ai servi e ai semi-liberi, così che la soggezione al censo personale era considerata segno di una condizione di maggiore o minore servitù.
Frequentissimi furono però nell'età di mezzo anche i censi a carattere privato ed in questo caso si trattava di una prestazione fissa, annua legata ad un bene. A seconda del modo in cui erano costituiti c'erano censi riservati e censi consegnativi o bollari. Il censo riservativo era il patto con il quale taluno trasferiva ad altri le proprietà di un'immobile, riservandosi annua pensione e rendita sull'immobile stesso.
Il censo consegnativo o bollare consisteva nel diritto di percepire una rendita annua in denaro o in derrate su di un bene immobile altrui come corrispettivo di un capitale versato al debitore. Oggi prende probabilmente il nome di rendita fondiaria o rendita semplice. La legge prevedeva la disciplina e l'affrancatura di questi censi. (Ricordo da bambino quando alcune persone venivano a casa a pagare il censo e noi a nostra volta lo pagavamo ad altri per beni ceduti o acquistati).

Colte o collette: erano sussidi straordinari che si esigevano dal popolo dopo che erano state stabilite nelle pubbliche assemblee. Potevano anche essere di un tarì a testa ma questo in caso di un avvenimento eccezionale, come ai giorni nostri avviene per la tassazione una tantum. Oltre a queste collette vi era il pagamento del focatico, di un augustale a fuoco, cioè di 15 carlini.

Compassatore: era chiamato compassatore colui che percorreva a piedi o a cavallo determinati terreni, e descriveva la situazione, la orografia e le colture in essi esistenti, oltre a questo Tracciava un disegno e dava anche delle misure, era praticamente l'attuale agrimensore.

Conservatore: Persona incaricata di dirigere alcuni enti, come archivi, che conservano i registri immobiliari; pubblico ufficiale incaricato della tenuta del registro immobiliare e della comunicazione e documentazione del loro contenuto. Era conservatore delle ipoteche, vecchia denominazione del conservatore di registri immobiliari. Era anche il titolo di vari magistrati comunali incaricati di garantire l'osservanza degli statuti, di conservare i codici, di provvedere alla sicurezza dello Stato, di mantenere la pace, di difendere i diritti del popolo e della plebe nei contrasti sociali con la borghesia, di tutelare l'igiene e la salute pubblica, di curare i rapporti con i comuni del contado.

Decima: Nelle zone agricole della Basilicata le principale coltivazione erano i cereali e per un certo verso anche la vite. Durante il tempo della mietitura non si trattavano cause civili per non distogliere i contadini dal lavoro della raccolta. Per la concimazione dei campi, anche per migliorare la resa, si facevano stazionare, durante la notte branchi di pecore o altri animali in modo che gli escrementi degli stessi potevano concimare il terreno.
Per evitare che le strade non selciate (erano tutte così) si trasformassero in piccoli torrenti era vietato di giorno buttare acqua del bucato, e ai calzolai buttare acqua utilizzata per rammollire le suole.
Infatti i calzolai erano soliti porre nell'acqua anche rami di lentisco o quercia, poiché questi favorivano la conciatura della suola per il tannino presente.
Anche alle famiglie era vietato buttare i rifiuti domestici, quelli solidi e quelli liquidi, nonché le acque nere (liquami) se non dopo il tramonto.
Ogni colono annualmente era tenuto a pagare un tomolo di grano, uno di orzo, un fascio di bambagia ed un carlino per ogni decima, oltre a lavorare un giorno a settimana nelle terre feudali.
La decima era rappresentata dalla decima parte del raccolto del prodotto netto della terra e dei redditi di altre attività che dovevano essere versati al feudatario.

Demanio: Beni demaniali sono quelli sui quali la collettività esercita un uso diretto come si verifica per le strade, i fiumi, il mare.

Difesa: La parola fu usata presso i Normanni per indicare le selve reali che venivano custodite e difese dall'accesso di persone estranee. Alcune volle la difesa era chiusa per tutto l'anno, altre volte solo temporaneamente; a volte indica la riserva che si faceva sul raccolto delle ghiande e delle castagne; in altri casi veniva chiusa in tutti i tempi dell'anno per il pascolo e non per la raccolta della legna necessaria al fuoco e per gli usi agrari dei cittadini. In ultima analisi in un decreto del 3.12.1808 la parola difesa indica un terreno sul quale restavano impediti gli usi civici; rappresentava una restrizione del demanio e quindi una limitazione del soddisfacimento degli usi delle popolazioni. La custodia della difesa era data a guardiani. Tutto questo determinava che, in quella parte dei demani tramutati in difesa dal barone o dall'Università, i cittadini non potevano più condurvi gli animali a pascere in virtù dell'uso civico di pascere. Sorgeva quindi la necessità che per usufruire del pascolo essi corrispondevano un prezzo al feudatario o alle Università a cui beneficio si era costituita la difesa. Questo prezzo si chiamava diritto di fida (abbreviazione di affidatura).

Ducato: Ebbero originariamente questo nome, le monete coniate da un'autorità ducale. Il termine fu usato dapprima per una moneta d'argento coniata da Ruggero II col figlio Duca di Puglia nel 1140, poi per la moneta d'argento coniata a Venezia dal Doge Arrigo Dandolo; in seguito passò ad indicare la moneta d'oro purissimo più tardi detta zecchino, emessa da Giovanni Dandolo. Da allora sull'esempio di Venezia il nome ducato fu dato alla moneta d'oro coniata in quasi tutti i paesi e anche nel Regno di Napoli.
Dal 1563 fu battuto a Venezia anche il ducato d'argento del valore di 124 soldi. Similmente anche altre numerose zecche italiane misero in seguito in circolazione monete d'argento equivalenti, che presero anch'esse il nome di ducati.

Erario: Era tesoro dello Stato nell'antica Roma, in senso più generico cassa, camera e amministrazione finanziaria o anche cassiere, camerlengo. Erario era anche detta, una tassa che nell'antica Roma erano tenuti a pagare i cittadini che appartenevano alla più bassa classe sociale e che, non dovendo sottoporsi a onere di guerra e di cariche, versavano soltanto un tributo in denaro per i bisogni della guerra e dello Stato.

Erbaggio o Erbatico: Tributo corrisposto al Signore feudale per ottenere il permesso di tagliare l'erba nei pubblici pascoli; in seguito, per analogia, era così determinato il canone pagato per il pascolo degli animali nei terreni del padrone.

Fida: Contratto in forza del quale il proprietario di boschi e di pascoli concedeva ad altri, per un tempo determinato e per un canone convenuto, il diritto di pascolarvi durata di una stagione. Veniva anche usato per indicare un terreno concesso o ottenuto in affitto, o lo stesso canone d'affitto.

Fiscali funzioni: Ferdinando il cattolico al suo apparire sulla scena politica aveva dichiarato di abolire ogni colletta ordinaria e straordinaria, ma di fare esigere solo le fiscali funzioni che erano il peso annuale di ducati 2 e grana 52 per ciascun fuoco o famiglia.
Stabilì inoltre che la numerazione non si facesse più ogni 3 anni ma ogni 15, per diminuire le spese alle quali andavano incontro le università del reame (nel 1505 si ebbero nel regno 262345 fuochi).
Nonostante le promesse fatte, Ferdinando fu costretto a chiedere una colletta per pagare le spese della guerra già fatta dal Re Luigi, (Ludovico XII) una colletta per il matrimonio della figliola nel 1510 (grana 47 a fuoco ad eccezione degli albanesi che pagavano 37 grana).
Nel 1518 per il matrimonio di Eleonora, sorella di Carlo V, furono richiesti altri donativi, così come nel 1520-1523.
Nel 1531, nonostante vi fosse nel regno la carestia ed una epidemia di peste, il sovrano convocò il parlamento generale per chiedere denaro ed ottenne 600.000 ducati da pagarsi in quattro anni, dei quali 191 mila dai nobili e 409 mila dal popolo.

Focatico: Imposta che, nell'età intermedia, gravava su ogni capo-famiglia in misura identica, qualunque fosse il numero dei membri e il reddito della famiglia.

Forno: I forni erano anch'essi soggetti a norme molto restrittive, in quanto rappresentavano una rilevante rendita per il feudatario. Nelle abitazioni private era proibito avere un forno, per cui le case più antiche ne avevano uno posticcio che sporgeva all'esterno e che tutt'ora è visibile in alcune di esse. La popolazione era costretta a servirsi dei forni pubblici per cuocere il pane e lasciava al gestore la 24' parte del pane che vi aveva cotto e 12 pezzi di legna.

Gabelle: I giustizieri delle varie province ricevevano dalla Corte le schede con il contingente che la provincia doveva pagare; questi a loro volta le trasmettevano all'Università che distribuiva il carico tra i suoi abitanti nominando i collectores o faxatores, i quali annotavano nei quinternioni (quaderni) le partite riscosse.
I contribuenti morosi venivano messi in prigione o in loro mancanza i familiari; in Sicilia di sigillava loro la casa (quasi arresti domiciliari), si scoperchiava il tetto e si levava loro la biancheria da letto.

Giustizia: La Giustizia era così organizzata: vi era un grande giustiziere con la sua curia; questa era composta da quattro giudici e un avvocato fiscale. Ogni provincia aveva una giurisdizione a capo della quale vi era un giustiziere assistito dal giudice e dal notaio per gli affari criminali, in più aveva un camerario per gli affari civili; ogni città o terra o distretto demaniale aveva un baglivo (soggetto al camerario) che era assistito dal giudice o dal notaio. Era il camerario che eleggeva il baglivo e il giudice nel demanio regio. I funzionari addetti ad amministrare la giustizia giravano per il paese e andavano in cerca di litiganti per non cagionare loro travaglio e dispendio, quasi come accade ora(nda). Vi era il Tribunale Supremo ed il Sacro Consiglio diviso in quattro ruote per gli affari contenziosi, la Camera della Sommaria divisa in tre ruote per gli affari di economia ed una quarta a sua volta suddivisa per le città e le provincie.

Grano: Cerere, la dea romana delle messi, si identifica quasi interamente con il suo modello greco Demetra, ne perpetua il culto e dà il nome alle feste tradizionali cereales ed ai cereali.
Grano è un termine generico che designa i cereali panificabili.
Il grano per eccellenza è il frumento del genere triticum, della famiglia delle graminacee. I chicchi giunti a maturazione si distaccano facilmente dal loro involucro. Ne esiste un gran numero di varietà; 100" Kg. di grano ben macinato danno 75 Kg. farina e 25 g. di crusca; e 100 Kg. di farina danno da 130 a 133 Kg. del miglior pane.

Grida: Nel periodo del Viceregno Spagnolo, come "Le Grida" lombarde le prammatiche recavano nell'intitolazione il nome del Re a cui era aggiunto quello del viceré che le pubblicava; inoltre, poiché la potestà accordata in tempo legislativo al viceré era esercitata con il sussidio del collaterale, venivano firmate sia dal viceré che dal reggente. Peraltro esistono anche, sebbene poche, prammatiche emanate dai viceré senza ingerenza di consultori: si tratta in questi casi di una sorta di lettere dirette a magistrali governatici, volte a chiamare l'attenzione sopra un fatto specifico e isolato. Queste prammatiche eccezionali, formate dal solo viceré, sono più frequenti in Sicilia che negli Stati di terraferma.

Indizione: Era un computo cronologico basato su un periodo di 15 anni numerati progressivamente da 1 a 15, dopo il quale la numerazione riprendeva da 1. Si aveva così la denominazione di un determinato anno secondo il numero d'ordine che esso veniva a occupare in uno dei periodi di 15 anni, ma nessuna indicazione della serie dei cicli stessi. Quindi con questo mezzo non è possibile stabilire la cronologia degli avvenimenti se non si ha modo di metterlo in rapporto con altri dati cronologici, anche se può servire come elemento di controllo. Questo sistema fu largamente usato nelle datazioni del quarto secolo in poi c per tutto il Medioevo. Pare che il periodo della I indizione si debba ricollegare al periodo di 15 anni compreso fra due revisioni catastali, immediatamente consecutive, fatte per regolare le imposizioni fiscali; questo uso si diffuse in breve tempo in tutto il territorio probabilmente perché rilevatosi più pratico in confronto al computo degli anni do sovranità dei singoli imperatori.

Legato: E' un atto di disposizione testamentaria, titolo particolare, con il quale il testatore attribuisce a carico dell'erede un vantaggio del legatario.
Ci sono due tipi di legati secondo che la disposizione abbia per contenuto un bene che si trova individuato nel patrimonio del testatore (legato di specie) oppure una cosa generica (legato di quantità o di genere).
Il legato più essere sottoposto a termine iniziale o finale e, se vengono stabiliti pesi a carico del legatario, la responsabilità dello stesso riguarda solamente il valore delle cose da lui ricevute in legato.

Lentisco o Lentischio: Piccolo arbusto ramoso da siepe, resinoso, dalla specie anacardiacee, pistacea lentiscus, con frutti a drupa nera, dai quali si estrae un olio aspro, astringente e fetido, impiegato per vari usi industriali e anche nelle lucerne per illuminare; fornisce una luce chiara e un legno particolarmente ricercato per lavori al tornio. Inoltre incidendo i rami ne scaturisce una gomma balsamica, Dal legno si estraeva una resina che veniva usata per conciare le pelli.

Magnifico: Titolo onorifico usato per più nei secoli XV e XVI, che veniva attribuito a chi esercitava cariche pubbliche, in particolare a principi e signori (talvolta viene usato attualmente soprattutto in modo enfatico); era anche appellativo preposto per più a nome come segno di defferenza e di riguardo.

Mastria: Sinonimo di maestria. Carica pubblica che si svolgeva con destrezza, valentia, perizia ed esperienza e veniva riferita alla funzione svolta nelle poste, nel mercato o fiere e in altre cariche pubbliche.

Mastrodattia: carica o ufficio di mastrodatti anche gli introiti che affluivano nelle casse dello Stato provenienti dall'esercizio di tale istituzione. Il mastrodatti nel Regno di Napoli era il funzionario addetto alla ricezione, registrazione e custodia degli atti, poi incaricato di funzioni giudiziarie in sostituzione del giudice.

Molini: I molini erano mezzi meccanici, azionati per lo più ad acqua, i quali servivano per rendere in polvere (farina) semi e cereali necessari per l'alimentazione. Vi era allora un monopolio dei mulini e dei forni, in quanto erano tutti o quasi tutti di proprietà del principe o del feudatario del luogo, che poteva così controllare come era andato il raccolto oltre che imporre una tassa su tutto il macinato. Per sfuggire a questi controlli e per molire piccoli quantitativi di semi speciali o cereali si usavano utensili in pietra mossi a mano.
Nei mulini ad acqua questa era incanalata in condotte sempre più forzate (condotte strette e ripide) e convogliata verso una speciale ruota coli tante scanalature, che la forza dell'acqua muoveva e faceva girare.
La ruota era appiattita da una mola fatta di pietra, che sfregando su una mola fissa, rendeva in farina il grano e i cereali in genere.
I molini erano di proprietà della corte (quasi tutti) e gli addetti erano pagati in natura o in denaro. La corte aveva il diritto di molire un certo quantitativo di grano gratis in determinati periodi dell'anno (dall'estate alla fine dell'anno).
La manutenzione delle mole, dei canali e delle acque per muovere le macine era di pertinenza delle Università.

Moscatello o Moscato: Dal tardo latino «Moscos». Sotto questo nome sono noti da tempo numerosi vitigni, anche molto differenti uno dall'altro, nei caratteri della vegetazione, nel colore e nella forma dei grappoli e degli acini, ma tutti aventi in comune un particolare aroma che dall'uva passa al vino e che produce aroma di moscato. Alcuni di questi vitigni sono certamente antichissimo; gli appelografi sono concordi nel ritenere che le viti appianae dei gergici latini fossero antenati di alcuni dei nostri moscati o moscatelli. Questi nomi, già citati nel 1300, diventano sempre più frequenti negli autori del '500 in avanti. Il moscato era un vino a bassa gradazione, che, se non opportunamente preparato, doveva essere consumato non oltre il mese di aprile dello stesso anno.

Olive - Olio - Trappeto: Dopo la raccolta delle olive, che avviene ancora a mano come nei secoli passati, è opportuno rapidamente avviare il raccolto alla lavorazione; nel caso di una eventuale conservazione le olive possono subire processi di alterazione tanto più gravi e frequenti quanto peggiore è il loro stato fisico (influenzano negativamente l'aver subito le galate, l'attacco di mosche alearie, lesioni nel corso della raccolta), tale da ridurre la resa in olio e peggiorarne la quantità (aumento (1ell'acidità).
Qualora la conservazione sia necessaria è opportuno disporre le olive in strato di modesto spessore, per evitare che aumenti la loro temperatura, in apposito locale annesso al trappeto ben areato e refrigerato.
L'oleificio, un tempo trappeto, era il posto dove si molivano le olive. La prima operazione che viene ad essere eseguita è la triturazione e la molitura del frutto; l'olio è rinchiuso dentro vacuoli elastici contenuti nella polpa sotto forma di goccioline. Per rompere questo involucro e contemporaneamente fratturare il nocciolo, per estrarre anche l'olio dal seme, si procede alla triturazione mediante i frangitori e alla molitura mediante le molazze, cilindri di pietra di dimensioni notevoli che vengono fatti girare, un tempo con forza animale, (asino a cui si bendavano gli occhi e che girava intorno a questa macina per tutta la giornata e anche la notte) attualmente con l'impiego della energia elettrica.
I frantoi sono sostanzialmente ancora oggi simili a quelli usati in epoca romana. Dopo questa operazione si passa alla gramolatura (impastatura). Infatti la pasta oleosa viene sottoposta alla gramolatura, che ha lo scopo di facilitare l'unione in masse consistenti delle gocce di olio aderenti ai frammenti di membrana cellulare emulsionate con l'acqua di vegetazione (cioè con l'acqua contenuta nelle olive per il 35-50%). La gramolatura ha lo scopo di rompere questa emulsione facilitando così l'estrazione dell'olio. Tutto questo avviene all'interno di vasche dove sono inseriti dei bracci dotati di velocità variabile. Nei trappeti antichi queste vasche erano al lato della macina, veniva aggiunta acqua calda e con pale in legno di procedeva alla gramolatura. Terminata l'operazione si passa alla pressatura; vi sono diversi sistemi che permettono di estrarre l'olio dalle paste oleose senza ricorrere alla pressione, anche se le presse, che sono state pra abbandonate, un tempo erano essenziali. Si prendeva infatti la pasta gramolata e si metteva in fiscoli, costruiti con fibre di cocco, che consistevano in diaframmi all'interno dei quali si poneva questa pasta, poi venivano sovrapposti, incastellati gli uni sugli altri e si ponevano sotto presse che spremevano l'olio. Le presse erano a mano, vale a dire si determinava una certa pressione che poi veniva trasmessa alle presse che spremevano l'olio dalla pasta gramolata.
Si usava acqua calda per facilitare lo scorrimento dell'olio ed il tutto si raccoglieva in vasche e si faceva sedimentare. Per il differente peso specifico l'olio veniva in superficie ed era raccolto con cucchiai speciali dal "Trappetaro" addetto all'operazione (attualmente vi sono delle macchine separatrici che separano l'olio dall'acqua). Insieme all'olio si raccoglieva molta morchia, per cui le rese allora erano molto basse però l'olio era molto buono.

Orzo: L'orzo (ordeum) dà un pane poco apprezzato (è il pane dei poveri). L'orzo serve, nel Nord, soprattutto alla fabbricazione di birra, ma nei paesi mediterranei, dove l'avena ha scarsissima diffusione, è coltivato in larga parte per l'alimentazione umana ed animale.

Piatto: Imposte che si pagavano al feudatario per il mantenimento dell'ordine pubblico, degli uffici, e degli impiegati addetti a questi ultimi.

Plateatico: dazio sul commercio che si pagava per le vendite delle mercanzie nelle piazze ed era pari a 1/8 del valore, vi era il diritto di contrattazione, il diritto di ancoraggio e di uscita dal porto, il diritto di peso (grana 5 a cantaro) e di misura (1-2 canini per ogni 100 canne, a seconda la qualità della merce), il diritto del passo (10% del valore della merce che andava oltre i confini). Nel sistema finanziario di allora erano sottoposti a dazi solo i generi di commercio non quelli per uso proprio delle famiglie.

Pleggiaria o Pieggeria: Garanzia prestata a favore di una persona, malleveria; veniva usata anche come cauzione data in garanzia.

Portolania: Incarico, ufficio di portolano. Nel Regno delle Due Sicilie, magistratura preposta a curare l'accesso e l'uso dei luoghi pubblici e delle vie di comunicazione. Era anche un diritto corrisposto per l'occupazione temporanea, a scopi commerciali, di suoli comunali, da qui l'espressione portolania di terra. Portolano, nell'Italia meridionale, sotto la dominazione sveva-angioina-aragoncse ed in seguito nel Regno delle Due Sicilie, era il titolare di una carica dipendente dal portolanato, al quale, avendo giurisdizione sulle zone e sui porti più importanti, spettava localmente la tutela delle coste, la protezione e la manutenzione di porti ed arsenali, la disciplina litoranea di importazione ed esportazione, in particolare di granaglie, la concessione di licenze di pesca, nonché esazioni dei diritti da corrispondere in relazione a tale attività.

Prammatiche: Con il nome di "Prammatiche», ricollegandosi alla legislazione romana del basso impero, vennero chiamati i provvedimenti legislativi di portata generale emanati dai sovrano aragonesi in Sicilia, in Sardegna e nel Napoletano. Le prime prammatiche aragonesi furono emanate dal Re Alfonso I, inspirate direttamente ai principi del diritto romano dettavano disposizioni in materia sia civile che penale. Quelle che si ebbero subito dopo l'Unione di Napoli alla Sicilia conservarono in generale gli stessi caratteri. Con l'andare del tempo, e specialmente all'epoca di Ferdinando il Cattolico, comincia a farsi strada l'uso delle prammatiche emanate dal Re dietro parere di qualche grande ufficiale ella magna cura che sottoscriveva anch'egli.

Privative: Oltre ai dazi doganali (in porti e dogane e quelli che esigeva il maestro portolano) vi erano gli arrendamenti o diritti proibitivi, oggi chiamate privative. La prima ad essere tassata fu la seta per un carlino a libra per il trasporto che avveniva nel regno e, dal momento che la merce era facile da occultare, la tassa fu imposta alla produzione; poi vi era lo zafferano (grana 10 a libra), che veniva importato da fuori regno e che fu portato a 35 grani la libra; per l'olio, fino al 1554, fu esatto il dazio all'estrazione per un tarì a salma, che poi fu aumentato di un altro ducato. Per il sale sotto gli angioini ogni fuoco del Regno pagava 15 carlini e grana 2, e in questa tassa erano comprendesi grana 52 per la somministrazione di un tomolo di sale. Altra privativa era quella del ferro e dell'acciaio, per il quale si pagava il suo valore pari al 10% del dazio. Anche il tabacco era soggetto a regalie sebbene scoperto nel 1496 presto diventò oggetto di lusso, fu usato come medicina e fu tassato da dazio così come l'acqua vite; anche la manna era gravata di grana 10 a libra. Vi era anche la privativa dei cambi e delle assicurazioni, così come quella delle carte da gioco o giochi proibiti e del gioco del lotto.
Anche la caccia diventò oggetto di dazio, come il protomedicato che consisteva nei proventi che l'ufficio del protomedico esigeva per le spedizioni delle lettere e patenti per esercitare la medicina, la chirurgia e la ostetricia ed altresì per talune prestazioni che dovevano fare i medici, i farmacisti e le levatrici.
Vi era poi l'arrendamento della zecca, pesi e misure ed erano i baiuli che esigevano le multe a favore del fisco da coloro che facevano uso di falsi pesi e misure.
C'era il Tribunale che spediva commissari nelle province per la apposizione di un marchio su pesi e misure.
L'arrendamento dell'oro e dell'argento era di un ducato, una grana e venti per libra, così come erano soggetti all'arrendamento la gazzetta letteraria, di avviso pubblico, ed i calendari.

Quartolle o Quartuccio: Antica unità di misura di capacità italiana per liquidi, con valori variabili inferiori al litro.

Ramata e Ramaiolo: Grosso cucchiaio concavo, con manico lungo, atto a prelevare e a versare cibi liquidi, specie minestre. Un tempo era usato per prelevare dai palmenti nei trappeti, la capacità non è conosciuta.

Rationale: Pubblico amministratore che teneva i conti delle varie terre e le sottoponeva al controllo una volta all'anno.

Relevio: Tassa feudale che consisteva in una prestazione fatta dal concessionario del feudo come testimonianza di gratitudine al signore concedente e consisteva nella metà della rendita annua del feudo.

Seta: Dopo l'ulivo le piante più preziose erano i gelsi usati per l'industria ricchissima della seta; infatti il baco da seta si alimenta di foglie di gelsi. Tutte le province producevano questa pianta, in Basilicata però se ne trascurava la coltivazione per l'estorsioni degli ufficiali dell'arredamento. L'industria della seta era molto sviluppata in Terra di Lavoro e nei due Principati, e specialmente nella Calabria.

Spelta - Farro: La spelta e il farro, da identificare verosimilmente con il triticum spelta, il triticum dicocum, sono i rappresentanti dei grani vestiti (grani il cui involucro non si staccava facilmente). La spelta, soprattutto in talune regioni, conosce una diffusione notevole; in Italia nel basso Medioevo è un cereale largamente seminato e usato per la panificazione, quasi sempre in mistura con cereali di maggior pregio.
Ai grani sopra indicati, bisogna aggiungere il grano saraceno, o grano nero (fagopirum), che non è una graminacea ma una poligonacea, a piccoli frutti triangolari. Coltivato in Europa dal XV secolo, il grano saraceno è servito solo quasi per l'alimentazione e per la preparazione di zuppe e gallette.

Tassa del Carcere o del Castello: Tassa dovuta dai carcerati per la custodia (5 grani al giorno e 10 grani se vi pernottavano); lo stesso avveniva nei Castelli per le persone alle quali veniva data accoglienza durante il giorno e la notte.
I carcerieri potevano, per tenere in ordine il carcere, però, spendere fino alla quarta parte delle esazioni fatte.

Terraggio o Terratico: è una forma socialmente arretrata di compartecipazione agraria, caratterizzata dal fatto che il compenso al lavoratore manuale terraticante è dato dall'eccedenza del prodotto oltre la quantità fissa da corrispondere all'imprenditore capitalista, mentre nella comune compartecipazione il compenso al lavoro del compartecipante è una quota parte del prodotto (a netto della semente e di talune altre spese) preventivamente stabilita su base percentuale.
Nel terratico il rischio della produzione ricade perciò per intero sul lavoratore manuale. Era una forma di compartecipazione in uso nel 1500. In riferimento alle nuove leggi sui patti agrari questa forma deve ritenersi generalmente illecita anche se sporadicamente ancora in uso. I terraggi erano pagati in proporzione del quinto dell'apprezzo.

Università: Si può identificare in territorio o tenimento o universitas, circoscrizione territoriale, che consiste in una collettività umana che ha il fine di conservare il diritto comunitario.

 

 

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