Pasquale Totaro-Ziella

 

 

Giuseppe Settembrino

 

"Il dativo della memoria"

(Riflessioni sulla poesia di Pasquale Totaro-Ziella)

in: "Il nuovo corso" del 17/3/81

 

Luoghi della memoria, interamente dedicati, tutti di un fiato, a rivisitare, insieme ai propri compagni, l'infanzia e la comune esperienza maturata nell'affacciarsi alla vita.

Questa è la sensazione che si ricava nel leggere il volumetto di poesie di Pasquale Totaro-Ziella «A canne a pietre a posti fatati» edito dalla tipografia Zaccara di Lagonegro, commentato, per tutto il corpo dei testi, da Ida Panzardi La Colla ed illustrato, in copertina ed all'interno, da cinque grafiche di Luca Celano.

Naturalmente qui c'è un vero e proprio procedere affabulante fatto di ricordi, di immagini, dense e piene di fatti, una favola nella favola, raccontata a due voci ed a più mani sul filo delle sensazioni vissute a contatto con la coralità del mondo dei grandi o del proprio piccolo spezzone di paese, attorno ai quali «i ragazzi di strada» fanno ressa nella festa dei vicoli e delle contrade. Un ricordo panico invade le strade, la vianova, ma anche gli archi, le piante, gli alberi, la pioggia, gli orti, le ortiche, i campi. Ed anche il sentimento muove, come un vento, le lenzuola in amore del paese.

Il dativo «a, alle», etc., con il quale si localizzano i ricordi diventa esso stesso momento narrativo stringente e punto di passaggio obbligato, una specie di localizzatore orale e dialettale alla ricerca di posti, di luoghi, di fatti che ci accompagna per tutto il libro. Il tempo narrante, invece, è l'imperfetto e tutti i quindici testi del libro «A canne a pietre a posti fatati» sono introdotti da un po' retorico «Come posso scordare la mia fanciullezza». Nel corpo del libretto poetico si può anche osservare una poderosa introduzione di parole dialettali, quasi isolate e demologicamente definite, le quali richiamano a vita una fantasia inventiva che ogni giorno di più va scemando nei cambiamenti.

Il sottotitolo del volumetto «Ragazzi di vita» rimanda anche alla prima pubblicazione di Pasquale Totaro-Ziella «Solamente questo paese» ed in particolare al testo «Ragazzi di vita» in cui compare lo stesso attacco memoriale contenuto nelle quindici sezioni di questa recente pubblicazione.

Il poeta, dicevamo, tiene costantemente d'occhio l'altra lingua, quella dialettale, quasi a recuperare uno specifico apparato memoriale fatto di spettacoli, di spazio ludico in cui si celebrano i riti dell'amore e del tempo, a misurare una distanza che intercorre fra la luna e le stelle. Ed è qui anche il rifugio, utilizzato, nell'infanzia, una specie di carta dei luoghi, ad inventare o recuperare nuovi spazi e giuochi al disagio di sentirsi uomini.

Una poesia, in definitiva, quella di Pasquale Totaro-Ziella da Senise, segnata da una memoria innamorata, cui la stessa favola fa eco, in quel rifugiarsi atemporale, nel quale l'individuo è come «agìto» dai fatti e dalla storia, come dice bene A. Lotierzo in una sua precedente nota sull'autore.

Si sa che il rifugio nella memoria potrebbe segnare negativamente una intera produzione, se essa non interagisce con i significanti e la pluralità della storia. Resta da vedere, come essa saprà svilupparsi nel prosieguo.

 

Giuseppe Settembrino          

 

 

L'autocritica della memoria

in: "Il nuovo Corso" 12/5/1981

 

 

Edito dall'ISTEU (Istituto Editoriale Universale) di Catanzaro è uscito, in questi giorni, il terzo libretto poetico di Pasquale Totaro-Ziella, da Senise, dal significativo titolo "Autocritica di un uomo". Il libro, suddiviso in quattro sezioni: "Gli uomini della Speranza", "Autocritica di un uomo", "Quasi un madrigale", "Lettera per l'uomo" (in tutto 35 testi) ripercorre. a modo suo, un breve tratto di storia di un uomo e della sua esistenza persa fra le attese, "mormorii, crocchiolii" gli amori, il lungo andare oltre mare e poi -si sa - il rientrare sino al tragico ventitré dove "a questa terra la terra ha tramato nenie" scavando "la morte ai morti". Di nuovo, in questo libro, Totaro-Ziella utilizza la trama dei ricordi intessendo, a ritroso, anche un dialogo diretto con il mondo dei propri affetti (il nonno, il padre, la madre, Antonia, Sabella, l'amico Andrea) nella amara scoperta del rassomigliarsi e dell'amore, tutti insieme, "morti alla deriva". Da ciò parte l'autocritica di un uomo. Ma il troppo solipsistico, "Potrei anche ... ma so già" di per sé esprime una rinuncia all'autocritica essendo nel presente (verbo) innestato un condizionale ed essa non si fa mai momento corale o collettivo, necessario proprio per la storia che serpeggia ante-testo (il paese e la sua condizione, l'emigrazione, i rapporti con gli altri uomini, la comune esperienza o vicenda). L'adottato "Potrei anche ... ma so già" rischia, dunque, di trasformarsi, per molti aspetti, anche in una giustificazione, per una serie di motivi, fra l'altro elencati dallo stesso autore: essere rinnegato all'umanità, ripudiato alla religiosità, vocato alla dolcezza, scomunicato al voto.

La Lucania, dunque, viene riproposta come intero luogo di "memorie". Sembra se ne canti il momento mortis, unitamente alla rassegnazione per la morte dei vivi, anche se nel testo "Ad Antonia" si legge: "non sai com'è forte il morire da selvaggio/con la bocca piena di terra e la luna alle spalle" e ne "La speranza è solo un fiore": "Io lascio alla mia finestra/la mia candela accesa/se un uomo la vedrà/se un uomo cercherà un uomo/io sono là/l'aspetto."

Una Regione, dunque, che sembra non avere più ricambio e vita neppure per il posto vuoto lasciato dai vecchi che se ne sono andati e che affollano la piazza facendo tante ombre e levando le mani di terracotta in grandi gesti "come uccelli abbattuti". Qui, come nell'altra raccolta già recensita su questo giornale (A canne a pietre a posti fatati) nuovamente il dativo dialettale funge da localizzatore orale per i ricordi e si recuperano espressioni in dialetto tentando, in modo non sempre pienamente riuscito, una diversa musicalità p significazione dei contenuti. I mezzi a disposizione, insomma, non sono molti per questa forma poetante adottata da Totaro-Ziella, il quale rischia di girare a vuoto attorno al problema, adagiandosi nel ricordo, cincischiando con i problemi pure avvertiti, non rispondendo né alle inquietanti domande del presente né all'interrogativo di fondo sul futuro. Non sembri un modo di pretendere troppo da un poeta, il quale, intende tracciare per sé e per gli altri l'autocritica di un uomo.

 

Giuseppe Settembrino     

 

 

Corale accorato Corale

in "Cronache della Basilicata" 25/2/1982

 

Un altro volumetto poetico di Pasquale Totaro-Ziella, da Senise, edito da Antonio Carello di Catanzaro (Premio Bancarella 1981). Corale accorato corale è il titolo di questa nuova raccolta di poesie. I testi, in un affluire di immagini e di sentimenti, saldamente legati nella parlata orale e dialettale ai luoghi ed ai posti di un universo corporeo, ripercorrono le strade del sentimento d'amore che si muove. «Sei» è l'attacco ripetuto trentacinque volte in una instancabile cantilena che temporalizza i momenti, le pause, la reciproca presenza o assenza nella tessitura quotidiana dei giorni e delle notti, nell'insieme di una vita. In «accorato» un dialogo stringente coniuga il senso panico della natura, delle cose, dei luoghi, all'incendio d'amore che brucia il cuore. E basta solo un condizionale (il verbo del dubbio, del desiderio o di un ipotetico evento) a rendere il tormento di un'anima innamorata, un arco teso verso il mondo ed una nuova socialità.

     Palpitano continuamente le parole nei versi di Totaro-Ziella in un ritmo incalzante che ne svela le interne pulsioni, i mille rigagnoli che affluiscono dalle vene del cuore e dal parlato popolare. Si sposano in un animistico richiamo alla geografia del cielo e della terra, in un interno in cui cova sempre sotto cenere la voglia continua di cercarsi «oramai tra noi è un rito questo abbandonarsi violento/e questo riprenderci assetato nelle sere più impensate/nei gesti più assurdi ci ritroviamo accorati per negarci/e per desiderarci a noi basta una parola sminuzzata».

 

Giuseppe Settembrino       

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