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Mario TRUFELLI

 

 

 


Lucania
 

Io lo conosco
questo fruscìo di canneti
sui declivi aridi
contesi dalla frana
e queste rocce magre
dove i venti e le nebbie
danno convegno ai silenzi
che gravano a sera
sul passo stanco dei muli.

E' poca l'acqua che scorre
e le vallate son secche
spaccate, d'argilla.

Di qui le mandrie migrano
con l'autunno avanzato
per la piana delle marine
tuffando i passi nelle paludi.

Di qui è passata la malaria
per le stazioncine sul Basento
squallide, segnate d'oleandri.

Da noi la malvarosa è un fiore
che trema col basilico
sulle finestre tarlate
in un vaso stinto di terracotta
e il rosmarino cresce nei prati
sulle scarpate delle vie
accanto ai buchi delle talpe.

Da noi si riposa il falco e la civetta
segna la nostra morte.

Da noi il mondo è lontano,
ma c'è un odore di terra e di gaggìa
e il pane ha il sapore del grano.

 

Lucania - lettura di Michele Ascoli (audio)

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