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Chiesa di S.
Maria del Carmelo
Sulla Cappella del Carmine, ovvero - come pure
veniva chiamata - su SANTA MARIA DEL MONTE CARMELO c'è da dire ancora
che, per quanto antica, essa non risulta citata, nell'ispezione di
Monsignor Gio: Michele Saraceno del 1544. L'ulteriore prova della sua
inesistenza sino a quella data è la mancanza di riferimenti a lei
riconducibili negli atti notarili del Notar Pietro Antonio Brandi della
terra della Torraca. Infatti, pur accuratamente visionati, i suoi
protocolli che vanno dal 1595 al 1639 e che racchiudono tutto il suo
operato in Laurenzana, non menzionano né la cappella né una contrada
col suo nome. Dà certezza storica della sua presenza l'anno 1640 con la
visita di S.E. Mons. Simeone Carafa alla quale seguiranno altre. Tutte
descrivono la predetta Cappella munita di un altare dedicato alla
Vergine con tela e d'altri tre: quello del Crocifisso, quello di S.
Antonio da Padova e quello di S. Giuseppe. Si conferma, nelle suddette
circostanze, la presenza di una confraternita con procuratore. In
occasione della visita si procede anche ad una informazione tra i
visitati circa i contrasti sorti per l'elezione del procuratore da
alcuni sostenuto di competenza del Clero e da altri dall'Università, la
quale vanta ed esercita lo jus padronato. Nel secolo XVII le entrate e i
capitali sono esigui e così sarà per i secoli a venire. La chiesa non
risulta iscritta nel Catasto provvisorio del 1807, perché priva di
qualsiasi rendita. Il notaio Ruscigno, abitante nella c.da
dell'Annunziata, nel 1658 riferisce della C.da di Santa Maria del Monte
Carmelo e stipula l'atto di vendita di una vigna a Francesco de Roma da
Francesco de Sarlo procuratore della Venerabile Cappella della Divina
Maria del Monte Carmelo. L'atto di Gio: Domenico Grippo del 1656 eleva
la vergine a Protettrice di Laurenzana insieme ad altri Santi e Beati.
Nelle visite pastorali del 1670 e 1672 di Monsignor Lanfranchi si
attesta che la Venerabile Cappella possiede centocinquanta ovini, dieci
vacche e nessun reddito. Si dà ulteriore conferma che è di jus
Padronato dell'Università con Confraternita e paga ducati dieci al
capitolo per la celebrazione di due messe alla settimana. Durante
l'ispezione del giugno 1708 viene ordinato di non triturare fave e altri
legumi o esercitare altre opere servili nella Cappella. La confraternita
risulta in quell'anno unita a quella della Potentissima Coronata. Dal
1745, con la vicenda della rinuncia della cappella in favore del Duca
Signor Ecc.mo Francesco Maria Quarti di Belgioioso, devoto alla Vergine,
la cappella avrà abbellimenti e migliorie. Infatti, il Duca già con
atto del 5 giugno 1756, rogato dal notaio Domenico Antonio Fanelli,
vende una vigna quale bene burgensatico extra feudo sita alla c.da del
Molino al sig. Pietro Motta al prezzo di ducati quaranta. La somma
costituita servì come capitale alla Cappella del Carmine. Tale introito
a onor della cronaca - viene ceduto il giorno 31 dicembre del 1756 a
Criscenzio d'Amato della costa amalfitana, al presente commorante e
casato in questa Terra di Laurenzana dal rev.do dr Fisico Giambattista
Carbone Procuratore eletto, e destinato dal sig. Duca di Belgioioso,
Padrone D. Francesco Maria Quarti imponendosi l'annuo censo di quattro
ducati alla ragione del dieci per cento sopra una sua casa sita alla
C.da Santa Sofia. Il definitivo abbellimento della Cappella avviene
per opera del Reverendo Abbate Don Giovanni Reginelli, anch'egli
devotissimo di detta Madonna come il Duca, che lascia da testatore
diversi legati alla cappella. Nel 1800 la Cappella del Carmine ritorna
di jus Padronato Comunale, quasi certamente per dismissione dei beni
feudali, e in quella fase si ricostituisce la Confraternita. Ma
contestualmente riemergono i soliti problemi di manutenzione e
conservazione degli edifici destinati al culto. Non mancano discutibili
utilizzi della Chiesa per attività fuori dai canoni del culto. Il
Comune provvede ai rituali sussidi per la festività e al pagamento
delle messe dell'aurora. Sul finire del XIX secolo la Cappella cerca la
grandiosità dotandosi della prodigiosa effigie di Santa Maria del
Carmine grazie alla pietà dei fedeli. La Cappella del Carmine ha davvero in sé un
prezioso contenuto: i cuori di tanti fedeli che pulsano ancora a ritmi
diversi ma con una sola anima protesa alla ricerca affannosa della pace
e della materna protezione di S.ta Maria del Monte Carmelo. Testo di Giovanni Morena |
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