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MARATEA

STEMMA

“D'azzurro alla torre castellata di tre pezzi d'argento, movente da un mare in punta dello stesso, fluttuoso del campo; al capo dell'impero, d'oro all'aquila bicipite spiegata di nero”. (Giuseppe Gattini)



NOME

“Rammentato anche in Rationes Decimarum APULIA LUCANIA. (Cassano al Ionio) anno 1324 «In castro Maratie» n. 2368, il toponimo, secondo una tradizione riferita da Racioppi 1876, 460, deriverebbe da «un fanum dedicato alla Dea del mare». Ma si tratta di una fantasiosa congettura perché Maratea ha origine dal fitonimo greco-bizantino “maratià” (fìnocchio), (cfr. anche Alessio 1962, 91)”.



PROFILO STORICO

“E’ situata sulla cima e nelle falde di un monte, onde città alta e bassa si appella o più comunemente superiore ed inferiore; la qual’ultima si protende verso il mare da cui dista 2 chilom. Con un discreto porto che un dì rivaleggiava con quello di Amalfi. La superiore è più antica e si addimandava anche -il Castello-, per esser munita di benintesi fortilizi; e l’inferiore custodiva la sua riviera con 6 torri di cui una assai gagliarda detta in antico dell’Imperatrice. Città adunque molto interessante la si trova nel 1507 tra le altre terre possedute in dote dalla Regina Giovanna; indi venduta nel 1530 a Carafa di Policastro, passava poco appresso nel Regio Demanio.

Circoscr. Civ. ed Eccl. – Ora è comune di 5603 ab. e sede di Mandamento nel Circondario di Lagonegro e Dioc. di Cassano. Ha una Chiesa Parrocchiale con la cappella di S. Biagio (di cui possiede le reliquie) nella superiore; e due altre con 7 confraternite nell’inferiore, dove pure erano un conservatorio di donzelle e tre Conventi di Minimi, d’Osservanti e Cappuccini, il quale ultimo albergava 6 padri e 2 laici. Ha pure opere pie riunite, il Monte Frumentario, l’ospedale civico, e l’istituto Pino per ricovero ed istruzione.

Fam. Nob. – Vi conta Gennari, Giordani, Greco ed altri in parte estinti.

Uomini ill. – Oltre i Soria ed altri, l’attuale Em. Card. Casimiro Gennari dal titolo di S. Marcello”. (giuseppe gattini-1910).



“La parte più antica è quella superiore, dove sono state rinvenute tracce di un insediamento greco risalente all'ottavo secolo a.C.; fu popolata dai profughi di Blanda e distrutta dai Saraceni nel X secolo. Dotata di fortificazioni, acquistò ben presto una certa rilevanza, divenendo una roccaforte dei Longobardi di Salerno ed entrando in seguito a far parte della Contea di Lauria. A partire dal Duecento registrò un lento declino con la costruzione a valle del nuovo abitato, il cui porto, divenuto un importante sito commerciale, si trovò spesso a rivaleggiare con quello di Amalfi. Possedimento della regina Giovanna all'inizio del XVI secolo, passò poi ai Carafa di Policastro e suc- cessivamente nel regio demanio, venendo saccheggiata nel 1806 dalle truppe napoleoniche.

Fra tanti monumenti spiccano quelli del nucleo originario, quali: la chiesa Madre di Santa Maria Maggiore; le chiese di S. Vito, dell'Annunziata, dell'Immacolata e del Calvario, l'obelisco di S. Biagio, il convento dei minori osservanti, con l'annessa chiesa del Rosario, la torre della Calata, i palazzi Marini d’Armenia e De Filippo e, sul monte omonimo, il Santuario di S. Biagio, costruito tra il VI e il VII secolo su un preesistente tempio dedicato a Minerva, e la vicina statua dei Redentore”. (Paolo Sparaci-1998)



CARATTERISTICHE TERRITORIALI E SOCIO-ECONOMICHE

Centro costiero di montagna, di antiche origini, cui è stato concesso il titolo di città con Decreto del Presidente della Repubblica. Accanto alle tradizionali attività agricole e a modeste attività indutriali ha sviluppato il terziario. I Marateoti sono distribuiti tra iI capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerosissime case sparse e le località Acquafredda, Brefaro, Castrocucco, Cersuta, Fiumicello-Santa Venere, Marina, Massa, Porto, Curzo, Ondavo, San Nicola e Santa Caterina. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, comprese tra 0 e 1.505 metri sul livello del mare, e offre un panorama molto suggestivo, con tante grotte Iungo la costa accidentata e stretta e i rilievi coperti di vegetazione boschiva. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia e diviso in due nuclei, uno superiore e l'altro inferiore, ha un andamento plano-altimetrico vario.

Si estende a sud della provincia, al centro della stretta fascia tirrenica lucana, nel golfo di Policastro, a confine con la Campania e la Calabria, tra Sapri (SA), Rivello, Trecchina e Tortora (Cs). A soli 34 km dal casello di Lagonegro Sud dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, è facilmente raggiungibile anche con la strada statale n° 18 Tirrenica inferiore, che ne attraversa il territorio, e mediante la linea ferroviaria Napoli-Reggio di Calabria, che ha uno scalo sul posto, distante soltanto 2 km. Fa parte della Comunità montana del Lagonegrese. Meta di intensi flussi turistici, fa capo prevalentemente a Lauria e a Lagonegro per i servizi e le strutture burocratico-amministrative non presenti sul posto.

Rinomata stazione balneare e polo turistico tra i più celebrati della zona, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i Comuni vicini. Tra le manifestazioni tradizionali ricorrenti, in grado di richiamare visitatori, vanno citate: la processione a mare, che si svolge a giugno; il festival musicale internazionale di Maratea e del golfo di Policastro, la rassegna teatrale nel parco Tarantini e la mostra di pittura nei vicoli del centro storico, che hanno luogo a luglio e agosto. Il Patrono, San Biagio, si festeggia il 14 maggio.





(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca, Presidente I.R.S.A.B.
(Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata) sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
Copyright riservato. E-mail: [email protected]

Autore: Vincenzo Falasca

 

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