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VENOSA

STEMMA MUNICIPALE
"D'oro ad un drago di verde ondeggiante in palo" (Giuseppe Gattini) con l'aggiunta di ornamenti esteriori da Città: ulivo, alloro e corona.



NOME

"Venusia, con l'etnico Venusinus, è toponimo ben documentato nelle fonti classsiche e medioevali: cfr. Livio XX,14 ecc.,Plinio Naturalis Historia III, 104 ecc.; è citata come Benusìa in Tolomeo III,i,64, Ouenousìa in Strabone VI,283, come Venusia nel'Itinerarium Antonini (III sec.d.C.) ecc. Si tratta di un nome di origine incerta da assegnare al sostrato; presenta la formante -usia che ricorre in altri toponimi prelatini ( cfr. Perusia/Perugia)".




PROFILO STORICO

"Venosa , città vescovile in provincia di Basilicata, suffraganea di Acerenza, distante da Matara circa 100 miglia. L'Ughelli (Antiquitates Venusinae) fa derivare il suo nome da Venus, perchè ivi era stato fondato un tempio dedicato alla dea, oppure dall'abbondanza di vino che vi si produceva. Secondo Velleio Patercolo fu colonia dedotta dei Romani intorno al 196 a.C. Per i soccorsi prestati ai Romani dopo la battaglia di Canne i Venosini "furono sempre in somma amistà co' Romani ed ottennero tutti quegli onori che si soleano agli amici che lor si mostravano. Devastata sotto i Goti, i Longobardi, i Saraceni ma poi ristorata dopo l'arrivo dell'Imperatore Lodovico II chiamato in aiuto dal Principe di Benevento. Altre sciagure patì sotto Ferdinando d'Aragona....Si vuole antichissima la sua cattedra vescovile e fin dal 238...

Nel 1053 Drogone fu Signore di essa città, il quale anche fece molte donazioni al suddetto Monastero (della SS. Trinità). Sotto i Normanni il

detto monistero avea molti feudi. Infatti leggiamo nel Catalogo de' baroni che contribuirono alla spedizione di Terrasanta sotto Guglielmo II. Fu posseduta dalla Casa Gesualdo. Nel 1605 ritrovo il Regio Assenso sopra la transazione fatta fra l'Illustre Carlo Gesualdo, principe di Venosa e li Governadori della SS. Casa dell'Annunziata di Napoli circa i beni di Giulio Gesualdo. Nel 1634 per morte di Lavinia Ludovisio fu devoluta al Regio Fisco. Passò poi alla Famiglia Caracciolo del Sole (omissis) in oggi i suoi abitanti ascendono a circa 6000. La tassa del 1532 fu di fuochi 695, del 1545 di 841, del 1561 di 1095, del 1595 di 1057, del 1648 dello stesso numero e del 1669 di 473.

(Lorenzo Giustiniani-1797)



"E' dessa una delle più antiche ed illustri città non solo delle nostre contrade Appulo-lucane ma anche d'Italia tutta, riattaccando al dir del Corcia origini e nome ai Bennassii della Tracia, ed emergendo all'epoca romana con mirabili fasti. Attraverso il basso Impero e il dominio longobardo si mantenne pur nobile e forte sino alle conquiste dei Normanni, quando nella partizione delle terre egualmente ambita da tutti toccò a Drogone; e sommamente prediletta fu anche da Roberto Guiscardo. Nelle controversie seguite poi col Re Ruggiero venne da Tancredi di Conversano, dal Conte Goffredo e dal Conte Alessandro più volte occupata, ma fu loro ritolta dalle armi regie. A tempo degli Svevi pegnorata da Arrigo VI al Conte Sanfelice, fu presto riscattata da Federico II che la dichiarò demaniale e tale rattrovasi sotto gli Angioini e durazzeschi. Nel 1415 venne però nelle mani di Giordano Colonna e nel 1419 di Stefano Sanseverino e poscia di Ser Gianni Caracciolo.Indi nel 1452 passò agli Orsini del Balzo, ed innanzi all'ultimo lustro del med. Sec. si possedeva con titolo di Duca dal Principe Federico d'Aragona, che poi ascese al trono. Dopo la costui cacciata dal Regno, se ne infeudò il Gran Capitano, dai cui eredi nel 1543 fu venduta ad Isabella Ferrillo, che la portò in dote alla Casa Gesualdo, la quale in prosieguo ne ottenne il titolo di Principe. Nel 1605 ad essa successe la famiglia dei Buoncompagni e dei Ludovisi di Roma. Ma nel 1634 per morte dell'ultima intestataria , Lavinia, devoluta al Regio Fisco. Da questo passò infine ai Caracciolo del Sole, Principi della Torrella, quantunque il titolo rimasto fosse alla Casa or fusa dei sopradetti Patrizi Romani.

Circoscrizione Civ. ed Eccl.: l'odierno Comune conta 8503 abitanti, appartiene al Circondario di Melfi, è sede di Mandamento ed ha la cattedra vescovile, suffraganea dell'archidiocesi d'Acerenza e Matera. Avea oltre al Duomo di S. Andrea Apostolo, ufiziato da 24 Canonini, numerosi monisteri maschili e femminili, nonchè il Conservatorio di S. Carlo Borromeo per 12 donzelle.

Uomini illustri: Diè i natali oltrecchè a Q. Orazio Flacco, uno dei più noti poeti dell'epoca classica, anche a Luigi Tansillo, Ascanio Cenna, Porfidio Brundonato, ai profondi giuristi Maranta Roberto e Cardinal De Luca, al naturalistaa Maranta Bartolomeo, allo storico Cenna Jacovo ed ad altri valorosi ingegni che circa la metà del sec. XVI vi fondarono "L'Accademia degli Spensierati". (Giuseppe Gattini-1910)



SITUAZIONE E PROSPETTIVE

"Situata su di un pianoro a 415 mt. sul livello del mare, a nord-est della Basilicata, l'antichissima Venosa ha la caratteristica di esibire un raro e composito patrimonio e di storia e civiltà, di arte, cultura e religione.

Essa è la patria di molti uomini illustri: il giurista e letterato G B. De Luca, il compositore madrigalista Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, il letterato L. Tansillo. Su tutti spicca la figura del poeta Quinto Orazio Flacco, nato in questa città nel 65 a.C.

Tuttavia, oltre che i suoi illustri personaggi, Venosa può vantare un patrimonio storico-monumentale eccezionale ed unico: il Sito paleolitico, di età compreso tra 300-400 mila anni fa (periodo preistorico del Paleolitico inferiore), le Catacombe ebraiche e cristiane, l'Abbazia della SS. Trinità, affiancata alla suggestiva Chiesa incompiuta, l'Anfiteatro (I sec. d.C.), lo splendido Parco Archeologico, la Cattedrale di S. Andrea ed il Castello di Pirro del Balzo; questo è il principale patrimonio storico e monumentale testimone dell'antichissima storia di questa Città.

Oggi Venosa, con una popolazione equamente distribuita nei settori dell'agricoltura, dell'industria, del commercio, dei servizi e della Pubblica Amministrazione, può considerarsi uno dei maggiori centri turistici dell'Italia meridionale.

L'Amministrazione comunale è impegnata a favorire, attraverso una serie di interventi mirati, nel campo urbanistico e dei lavori pubblici, con il forte sostegno alle attività produttive e con una attenta opera di riqualificazione del Centro storico, che ha permesso, fra l'altro, di ottenere il prestigioso riconoscimento dell'ANCI (in alto a destra) di Uno dei borghi più belli d'Italia, il superamento di quelle carenze strutturali che da tempo ostacolano un più deciso sviluppo economico e produttivo della Città e la sua affermazione definitiva come attrezzata località turistica e culturale. Estremamente incisivo l'impegno nel settore della Cultura e ogni anno si rinnova la manifestazione del Certamen Horatianum, competizione sulla lingua e lo stile di Orazio fra gli studenti più bravi d'Italia”.



(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca, Presidente I.R.S.A.B.)
(Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata) sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
Copyright riservato. E-mail: [email protected]

Autore: Vincenzo Falasca

 

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