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Il farmacista DOMENICO CRACHI - da: "La Basilicata nel Mondo" (1924-1927)

E nativo di Grassano: e, quantunque abbia vissuto lontano dal suo paese e dalla sua regione, fino dagli anni lontanissimi della giovinezza, — emigrò dopo essersi laureato, subito — conserva per la sua terra natia un amore commosso e vibrante, che si riversa dal suo animo gentile in tenere e fresche espressioni di poesia, e si concreta in opere altamente e nobilmente benefiche.

Idealista com’è, egli sente e pratica il bene in una maniera piena di fascino, di umiltà, tutta dolce e santa, come un dovere e niente altro: un alto imperativo categorico della sua coscienza di uomo puro e retto, che, nell’ amore della sua Patria, trova lo slancio per considerare l'intero universo come un solo popolo fratello, unito e concorde nello sforzo unico di elevare l’esistenza umana a sempre maggiori altezze e benessere, non soltanto materialmente, ma moralmente, con le conquiste della civiltà e del pensiero, della ricchezza e del lavoro, ugualmente benefiche per tutti.

A Brooklyn, ove ha risieduto ininterrottamente, possiede due tra le più rinomate, accreditate, e importanti farmacie, ch’egli dirige con rara perizia e con arte di chimico valentissimo e versatissimo. Idealista nato, professò fin da giovine idee più che liberali, e, nel fervore degli anni più belli, da goliardo, militò nel partito socialista, fascinato dal miraggio evangelico e spiritualistico della elevazione umana e sociale delle classi umili, che, a quei tempi, sembrava essere il contenuto logico ed essenziale della dottrina socialista.

Ma l'animo suo mitissimo non aderì mai alla violenza, e dal socialismo si ritrasse quando si avvide che in quel partito si negava la Patria, ch’egli adora. Il suo spirito di poeta si era illuso che Patria ed elevazione sociale fossero due idealità, non soltanto non contrastanti, ma affini. E che, elevando l'uomo, il cittadino, si elevasse la Patria. E che, facendo grande la Patria, si elevasse la coscienza del cittadino, insieme con la conoscienza sempre più larga dei suoi diritti e dei suoi doveri, verso la sua patria e nel grembo della sua nazione.

Domenico Crachi riprese la sua libertà di azione, ma continuò a rimanere fedelissimo ai suoi ideali sociali, pur rimanendo fedelissimo della sua Patria, ch’egli onora in terra straniera con un lavoro probo ed alacre, i cui frutti hanno coronato di successo lo sforzo nobile e costante da lui intrapreso e sempre mirabilmente rinnovato per affermarsi e progredire, senza mai fermarsi alle mete raggiunte, ma con l’animo sempre fisso ad orizzonti lontani.

Il lavoro fu ed è per lui una religione, abituato com’è, per convinzione dottrinale, a considerarlo come la leva potente del progresso dell’universo e dell’ individuo, come la forza dello spirito e l’arma del corpo, per mantenere la gagliardia dei suoi muscoli e la sanità del suo cuore, per non infiacchire nell’ozio e fuggire le tentazioni del piacere e l'abbrutimento.

Fa parte, per i suoi speciali e singolari meriti professionali e patriottici, del Comitato Direttivo dei farmacisti italiani dello Stato di New York, e vi si distingue per spirito di iniziative e di solidarietà. E a lui si deve, in massima parte, il successo sempre rinnovatesi del tradizionale banchetto, che, ogni anno, tengono i farmacisti italiani di New York e dello Stato di N. Y. e del quale Domenico Crachi è sempre l'organizzatore impareggiabile.

Abbiamo già detto del suo fervido amore per la Basilicata natia. Il sogno più grande e più bello della sua vita, l'anelito più alto dell’anima sua è per la sua terra, della quale anela a vedere la rinascita civile, economica, morale, sociale, che affretta col suo voto e con l'azione.

In questo, l'amore di Domenico Crachi per la nostra comune Terra tocca la sua cima più alta e s identifica con quello dei figli migliori della Basilicata.

Alla sua diletta Grassano, è sempre particolarmente rivolto l'animo suo nobilissimo. Recentemente, per il tremendo disastro automobilistico, che funestò il suo paese, egli fu l'iniziatore della bella sottoscrizione tra i Grassanesi di New York, che buon sollievo portò alle famiglie delle vittime e a rinnovate il materiale musicale distrutto.

Gli atti della sua generosità sono innumerevoli. La colonia lucana di Brooklyn ha per lui stima e venerazione, perché sa quale cuore di patriota egli ha, e com’è sempre pronto a fare del bene, con ogni mezzo, materiale o morale.

A Domenico Crachi, che noi abbiamo voluto ricordare ai suoi conterranei per le sue virtù, vada il nostro fiero saluto di basilicatesi.

Autore: da: "La Basilicata nel Mondo" (1924-1927)

 

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