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NICOLA ALIANELLI

Giudice sotto i Borboni, non tollerava i soprusi che quel governo, definito "la negazione di Dio", faceva subire ai popoli oppressi.

Prese parte attiva ai moti rivoluzionari del 1848. Destituito, fu condannato a 7 anni di ferri.

Scoppiata la rivoluzione del 1860, egli fu al suo posto di responsabilità e di lotta, senza rumore, senza gesti intemperanti, senza trepidazioni innanzi ai pericoli.

Riprese il suo posto nella magistratura, per sola virtù della sua immensa cultura e del suo robustissimo ingegno, giunse ai gradi più elevati. Nominato Senatore, destinato alla presidenza della Commissione che riformò il codice di commercio, insignito di molte onorificenze, autore di sedici dottissime opere giuridiche, Nicola Alianelli non mutò le sue abitudini di studio, nè quelle della vita costantemente operosa e modesta.

Come la gente della sua terra, che lavora senza pretese, e spesso senza speranze, egli trovò solo nella serenità della sua anima buona, e nella coscienza pura del dovere il conforto ed il premio alla sua attività austera e feconda.

Autore: da un volume dei primi del '900

 

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