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LE MASSERIE FORTIFICATE - L'AREA MURGICA MATERANA

Le masserie fortificate del Potentino e della Murgia Materana, dell'areale interno con le medie valli del Bradano, Basento, Covone ed Agri-Sauro e dell'areale costiero metapontino, per così compendiare le due province lucane dl Potenza e Matera, qui come altrove significano e testimoniano di un complesso e variegato patrimonio che, se già architettonico oppure semplicemente costruttivo, si impone ed attrae per una ben più vasta dimensione culturale, segnata dalla cangiante realtà politico-economica che nel suo procedere ha espresso, toccando coerenti vertici evolutivi e, perciò, di civiltà e, degradando poi, pure quello di una rammaricante involuzione, che certo non è il giusto, l'equo ed inteso referente di quella civiltà germinante e rigogliosa per la quale, forse, l'Agriturismo si porrebbe quale vitale e coinvolgente occasione di connubio da saldare la tutela paesaggistica al recupero di Centri economicamente deboli, dalle dubbie soluzioni produttive e di mercato.
Per secoli centri politici delle campagne, le masserie fortificate oggi, come gli affini - per qualificazione ambientale "jazzi", grancie e casini rurali, sviliscono in un oblio ingiusto quanto comprensibile dal momento che non riescono a segnare lo stesso passo delle nuove tecnologie operanti in agricoltura. Pertanto, perché non diventino mera archeologia dei diversi sistemi aggregativi succedutisi nel territorio meridionale da quello feudale a quello borghese, perché lo stesso territorio non "si disperda", involutosi, compreso e fagocitato da quella stessa condizione di emarginazione che li individua tutti, manufatti e centri sociali, è necessario, purché i pubblici poteri e la privata imprenditoria lo vogliano e s'impegnino, che rientrino in un sapiente sistema di rimpasto delle risorse storiche, architettoniche, ambientali e turistiche presenti sul territorio.
In buona sostanza, se per un verso masserie ed affini costituiscono straordinarie tessere per ben definire e comprendere il loro ruolo nella complessa vicenda storica e sociale del Mezzogiorno d'Italia, per l'altro appaiono degni di figurare, al pari di ogni altro itinerario, tra le grandi scelte di salvaguardia, valorizzazione e riuso, tese a qualificare la politica delle risorse.
II termine di masseria, quale ci è pervenuta, rivela una precisa eccezione, meglio determinatasi nel tempo, di azienda rurale autonoma strettamente connessa in agricoltura ed all'allevamento di bestiame; saranno proprio queste due destinazioni od orientamenti, che, nel loro avvicendarsi determineranno l'Immagine-tipo di masseria: "ammasso di corpi congiunti tra loro, ma diversi per funzioni originali, circuenti cortili più o meno ampi..." ecc., scrive GAMBI ne "La Casa contadina" (Torino 1976), rilevando la determinazione del sistema sociale prevalente al momento, nel costruire strutture rurali; un rilievo già noto e giusto, con una valenza universale, dal momento che è sempre la Storia contemporanea a determinare la convenienza delle scelte.
Naturalmente, col trascorrere dei tempi ed in funzione delle diverse realtà storico-politiche succedutesi, le forme strutturali delle masserie sono venute modificandosi ed arricchendosi, in buona sostanza evolvendosi in funzioni e caratterizzazioni di volta in volta residenziali, religiose e difensive come pure in forme miste od eclettiche.

L'AREA MURGICA MATERANA

LE MASSERIE CON CORTE

MATERA - "MASSERIA SELVA MALVEZZI"

La masseria è posta in un fitto bosco di querce fragne di circa 97 ettari, costituisce un particolare episodio nel novero delle aziende trattate, in quanto da un'attenta analisi socio-economica, nonché architettonica si è potuto rilevare una graduale quanto coerente trasformazione da azienda segnatamente rurale ad organismo agricolo-residenziale per poi pervenire all'opzione finale di esclusivo
organismo residenziale, In perfetta sinfonia con le moderne esigenze di vita che venivano prospettandosi. Mostra, pertanto, una definizione architettonica composita, espressa da quattro ampie costruzioni di epoche diverse, e presenta inoltre, per altro, una recinzione perimetrale che esclude un solo edificio, l'alloggio del massaro, per via del controllo dell'accesso.
La struttura originarla, che risale al XV secolo, quand'era costituita da sole grotte, migliorate poi ed utilizzate come stalle, caseificio ecc., si è arricchita nel XVII sec. di un primo corpo centrale di fabbrica, con coronamento merlato; a questa prima opera ne seguì un'altra, nei 1734, accorpata alla precedente e a questa speculare nello stile e nel coronamento; un successivo ampliamento si ebbe nel 1827 con l'erezione di un edificio dai singolari prospetti, movimentati da estese scanalature longitudinali e da mascheroni di ottima fattura su tre cantonate superiori; con tale opera l'elemento residenziale sorpassa, per così dire, quello rurale e la masseria viene pertanto accatastata con la denominazione di "casino del Duca". Un ultimo Intervento si ebbe nel 1854 con la costruzione di un quarto edificio, adiacente a quello del 1734 destinato a residenza dei dipendenti ed ci servizi d'azienda:
Un ultimo dato interessante è dato dalla presenza della cappella di famiglia, accessibile solo dall'interno della struttura abitativa, un particolare che ancora una volta Indica la destinazione segnatamente residenziale dell'insediamento,
II rilievo architettonico dei complesso è considerevole dal momento che esprime, in particolar modo negli edifici accorpati, una pregevole sintesi degli elementi costruttivi rurali apulo-lucani.



MATERA "MASSERIA DI SAN FRANCESCO
La masseria già nel nome denuncia la propria origine conventuale, è pur sempre stata un efficiente insediamento agricolo-produttivo misto, per olivicoltura ed allevamento di bestiame.
L'azienda-convento, magnificamente condotta dai frati con lauti e cospicui guadagni, subì una letale battuta d'arresto con la soppressione napoleonica degli ordini religiosi del 1866, ed I suoi beni furono di conseguenza incamerati dal Comune e dal Demanio dello Stato; successivamente, furono acquisiti da privati cittadini fino agli attuali proprietari (Gattini).
Il complesso, che si sviluppa su pianta irregolare per tempi diversi di costruzione, è fasciato da un altro muro che, oltre ad esserne un'ovvia difesa, serve a delimitare gli spazi da assegnare a servizi specifici.
La costruzione rurale è pertanto costituita da più nuclei di diversa datazione, tra cui emerge quello centrale, un'antica e tozza torre quadrata, sorta come torre di avvistamento e di osservazione di tutta l'ampia valle del Bradano, di cui non C più possibile riscontrare l'ingresso originario per le avvenute trasformazioni; una cornice marcapiano la divide in due parti, di cui la superiore mostra, ai livello del coronamento per i quattro lati, quattro caditoie per la difesa piombante illeggiadrite sul fronte dello stemma francescano in rilievo.



MATERA "MASSERIA TORRE SPAGNOLA"
La masseria ubicata tra !a Murgia Materana e quella di Santeramo (BA) in una zona collinare a 407 m. s. I: dei m., è una masseria a corte interna dove l'orientamento agricolo-residenziaie, che è stato il "nuovo corso" dal '700 a tutto I'800 per le aziende dei tipo considerato, ha una resa minima in quanto le unità abitative sono limitate agli alloggi del massaro e dei personale dipendente.
Il complesso rurale, che presenta un impianto irregolare per i vari ampliamenti funzionali verificatisi, è accessibile da un ingresso ad arco con stemma gentilizio non ancora decifrato:
Dalla corte si accede, per una scalinata, ad un terrazzo, e da questo alla residenza dei massaro ed alla torre, Quest`ultima rappresenta l'unica emergenza visiva di architettonica dell'insediamento, l'accento qualificante che, pertanto, ha finito col nominare l'intero complesso; deve la sua denominazione
di "Torre Spagnolo" al periodo del Viceregno di Napoli, annesso alla Corona di Spagna, che in tal modo veniva riconosciuto ed ossequiato nella persona del viceré spagnolo del momento, Guzman, come attestato dall'iscrizione posta sulla mensola di un grosso camino, all'Interno della stessa torre che, per altro, costituisce l'elemento originario dell'intero complesso: Sorta alla fine de! XVI sec. (1596-1600) come torre di controllo delle vie commerciali tra il Materano ed il Tarantino, é stata successivamente inglobata nelle costruzioni della masseria, pervenendo all'attuale tipologia nel XVII secolo.
Presenta una pianta rettangolare e si compone di due livelli con ingresso a piano-terra dal quale, per una scala mobile, si raggiunge il primo piano costituito da un unico vasto ambiente, voltato a crociera e pavimentato in cotto; da questo, per una serie di gradini, si accede al terrazzo merlato, dotato di piccole mensole, di una saettiera e di una caditoia per la difesa piombante.



MATERA - "MASSERIA VENUSIO"
La masseria ubicata in agro materano, in direzione di Altamura (BA), in una zona pianeggiante cinta da basse colline, rappresenta una valida espressione della fusione agricolo-residenziale prospettatasi in agro di Matera nel '700 e che avrò la sua massima diffusione, socio-economico oltre che architettonico, nel corso del 1800.
L'edificio, che si articola su due livelli (piano-terra per i servizi d'azienda, primo piano l'alloggio padronale), è stato costruito in conci di tufo e mostra un impianto irregolare che è il sicuro risultato di una realizzazione avvenuta in più riprese e di certe modifiche funzionali; malgrado versi, ormai, in condizioni deplorevoli per un consistente abbandono di oltre mezzo secolo, appare degno di nota e di rilievo: All'interno della fabbrica si riscontrano due date incise su due architravi, una dei 1609 ed un'altra dei 1738 (quest'ultima sull'architrave della chiesa), che certamente riprovano quella costruzione per gradi o per tappe di cui si è detto; ma al di là del dato cronologico che importa comunque, il rilievo della masseria è tutto nella severità, sia strutturale che decorativa, che segnatamente le individua e che si riscontra nelle ampie lesene scarpate, nello spessore dandone dei prospetti meridionali ed occidentali ed, infine, nel corposo ingresso del 1738, definito da una greve scalinata, che conduce agli ambienti padronali, e da un terrazzo con balaustrata.



MATERA "MASSERIA MALVEZZI"
L'azienda, ubicata in agro materano. in direzione di Gravina, a soli sette chilometri da Matera, è una masseria a corte interna, con una destinazione agricolo-residenziale secondo l'orientamento d'epoca (7/'800).
Era la preferita del duca Malvezzi, quando questi ne era ancora i! proprietario (circa trent'anni fa), proprio per l'amenità del luogo e per !e comodità che essa offriva.
il complesso, che si adagia su di una media collina, domina un ampio territorio che comprende le tre alture di Igino, Timmari e Picciano.
Non si hanno notizie precise di questa masseria in particolar modo sulla costruzione del primo nucleo, dai momento che essa presenta più "nuclei", per essere stata costruita !n più riprese, con ampliamenti e nuove costruzioni man mano che le esigenze moderne le richiedevano: le date esistenti 1769, 1790, 1870, 1821, 1822, 1857, 1875 e 1905 -che si riscontrano all'interno dell'azienda, lo provano con assoluta certezza. La parte residenziale del complesso, che pur comprende un magnifico giardino per aiuole, fontane e piante varie che lo abbelliscono, si compone di una costruzione a due piani, con a piano terra tre finestre sagomate ed un ampio ingresso che immette in un androne di disimpegno, mentre al primo piano presenta un'estesa balconata che scandisce tutto i! fronte. Un ultimo dato interessante è dato dalla presenza della cappella familiare, che rilancia in maniera inoppugnabile la destinazione residenziale dell'intero complesso.



MATERA - "MASSERIA DEL MONTE"
L'azienda, ubicata a N.O. di Matera, in direzione di Gravina, costituisce un tipico insediamento agricolo-produttivo, assolutamente privo di unità abitative o residenziali, se si fa eccezione per l'alloggio del "massaro":
Non si possiede un congruo numero di elementi che ne indichi le vicende costruttive, se si eccettuano le due date del 1767 e del 1861, segnate sul fronte di due ambienti e che denotano due sicuri momenti costruttivi; e con pari sicurezza si può asserire l'importanza economica dell'insediamento sotto l'egida del duchi Malvezzi, finché questi lo tennero, perché poi quella decadrà per lo smembramento e la vendita di gran parte dei terreni, con forte e crescente riduzione di valore dell'immobile.
Tipologicamente è una masseria a corte centrale, inforno alla quale si svolgono gli ambienti di servizio, i cosiddetti "lamioni", si sviluppa su di un impianto rettangolare, e presenta sul fronte principale un imponente portale d'ingresso, archivoltato a tutto sesto e con, in chiave, lo stemma ducale dei Malvezzi.



MATERA - "MASSERIA MONACELLE"
La masseria, ubicata nei pressi del villaggio rurale La Martella, è costituita da una serie di corpi congiunti, diversi per epoca, e forse rappresenta, nel novero dei complessi rurali fortificati, l'espressione più valida, più riuscita se si vuole, per il gran numero e per la qualità degli apprestamenti difensivi che si riscontrano; questi ultimi, integrativi di una struttura rurale già esistente, sono di realizzazione ottocentesca - una valenza estesa a tutte le masserie fortificate - a difesa e garanzia dal brigantaggio e dall'abigeato (il brigantaggio "spicciolo"), così realizzando nella masseria fortificata un forte baluardo di presidio territoriale, esteso anche ai raccolti ed ai ricavati zootecnici.
Non se ne conosce con certezza l'anno dl costruzione, ma sappiamo che era già attestata nel 1670 da una data incisa sulla cortina di collegamento di una torretta casamattata con l'edificio residenziale, che occupa il centro di tutto il complesso. La masseria, che si articola su due livelli (piano-terra per i servizi di azienda, primo piano per l'alloggio padronale), si sviluppa su di un impianto irregolare, che è il sicuro risultato di una realizzazione avvenuta in più tempi e di certe modifiche funzionali.
II rilievo della masseria, che tipologicamente si qualifica quale vera e propria struttura abitativa secondo l'orientamento d'epoca (7/'800), è tutto nella sua esemplarità di complesso rurale, fortificata tra i più cospicui ed interessanti dei Materano. II sistema difensivo offre pertanto alla vista una massiccia cortina muraria con camminamento di ronda e torri ai vertici, circolare l'una e quadrata l'altra, munito di feritoie, estese pure alla cortina ed all'appartamento residenziale, per il controllo di tutti gli angoli del complesso; la difesa ed il controllo sono attesi da una precisione ed una meticolosità davvero certosine, che nulla lasciano al caso; e ne sono la riprova le varie torrette casamattate dislocate in più parti, soprattutto nei punti strategici, come ad esempio quella addossata all'edificio centrale, che consente l'osservazione delle due corti, la particolarità stupefacente di questo agglomerato, dotato tra l'altro di cappello interna, una presenza che assevera la destinazione residenziale dell'intero complesso.



MATERA - "VILLA GATTINI"
La Villa Gattini, costruita dagli omonimi Conti nella seconda metà dell'800, è posta al centro di un fitto oliveto, disposto ad ampio parco, e costituisce un tipico esempio di "casino" o villa di campagna, destinata come le altre del genere alla villeggiatura di famiglie abbienti. Si articolo su dl un unico livello rialzato con impianto rettangolare e torri circolari ai vertici, disposte al livello dei piano rialzato, munite di feritoie per il controllo del parco e del sentiero d'accesso e svettanti oltre la linea del tetto con un corona
mento definitivo a greca. La zona basamentale è costituita da ampie arcate su cui poggia una leggiadro balaustrata con colonnine ceramicate di color verde che si svolge lungo tutto il primo piano, cui fa riscontro una seconda balconata a livello del tetto, accessibile dalle torri angolari e limitata ai soli prospetti E.O. della villa. L'ingresso al piano residenziale è dato da una rampa esterna di leggiadra fattura per sicuro riscontro alle su citate balaustrate, così come leggiadri sono il giardino, la cappella privato e finanche la colombaia, tutti elementi concorrenti e così combinati da realizzare una preziosa e raffinata residenza estiva.



MATERA - "GRANCIA PARCO DEI MONACI"
La masseria, già nel nome indica la propria origine monastica, è ubicata in collina a vista dei torrente Gravina, tra Matera e Montescaglioso, o dista sette chilometri dal capoluogo nel cui agro ricade.
La tenuta, che deve l'attuale persistente denominazione al fatto d'essere appartenuta all'Abbazia benedettina caveosana di S. Angelo, per effetto delle leggi napoleoniche eversive degli ordini religiosi fu confiscata ed alienata al Demanio dello Stato, pervenendo poi con altre alienazioni a privati cittadini, quali gli attuali proprietari.
La costruzione, che si sviluppa su pianta pressoché regolare, si articola attualmente in un unico e compatto piano-terra, con una gran corte interna ed, in definitiva, con tutte quelle caratteristiche sufficienti a farne un insediamento fortificato. Sicuramente il complesso era, un tempo, dotato di un piano superiore, oggi irrimediabilmente perduto, che probabilmente offriva un valido contributo all'immagine di fortino come si rileva da significativi resti di muratura sul Iato orientale, da una caditoia sul fronte principale, da una cornice marcapiano sulle cortine nord-occidentali e, segnatamente, da una rampa d'accesso a quel medesimo, inserita nella muratura d'ingresso:
Vale ricordare che gli ambienti, un tempo comprensibilmente destinati a cappella e dormitori come pure a pollaio, trappeto e depositi vari, sono oggi esclusivamente utilizzati quali depositi di attrezzi agricoli.
La masseria che è stata una florida azienda finché è appartenuta al composito gruppo famiIiare-manageriale Riario-Sforza-Nugent proprietario di un vasto tenimento in agro di Irsina, non è mai stata un insediamento residenziale bensì solo agricolo-produttivo, perciò dei tutto privo di appartamenti padronali regolarmente presenti in altri analoghi compiessi del Materano.
Acquistata nel 1703 dai marchesi Riario-Sforza, è poi pervenuta nel 1821 al conte Laval Nugent, imparentato con i Riario-Sforza per le nozze con la principessa dl Sassonia, Giovannina Riario-Sforza; il conte tenne ben salda la tenuta fino ai primi del '900, in seguito gli eredi la smembreranno ed, in questo senso, dei tutto decisivo sarà l'esproprio del 1955 operato dall'Ente di Riforma Fondiaria (attuale E.S.A.B.), che la quotizzerà e l'assegnerà a numerosi braccianti.
Tipologicamente irrilevante, la costruzione si articola su due livelli, con al plano-terra i locali adibiti a servizi e depositi mentre al piano superiore son posti gli ambienti per la gestione della proprietà terriera; vi è per altro inclusa, anche se isolata dalla struttura centrale, la cappella privata dei marchesi Riario costruita nel 1770, attualmente sconsacrata e adibita a deposito.


tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1990"

Autore: Testo di ROBERTO FAGGELLA

 

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