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CAV. NICOLA PAGANO - PICERNO

CAV. NICOLA PAGANO - PICERNO
dona al comune natio l'edificio scolastico

da: La Basilicata nel Mondo - 1924-1927

Vari lustri or sono, in una fredda mattinata di inverno, un ragazzetto ancora imberbe, ancora bisognevole delle cure affettuose della mamma sua, un ragazzetto che, nella piccola scuola del suo paese era stato già notato per la svegliatezza del suo ingegno, Nicola Pagano, si allontanava a piedi per la breve discesa di Picerno, con sotto il braccio il modesto fardello delle sue robette, e si accingeva a varcare l'oceano per raggiungere il padre, con il miraggio di un pane più abbondante e più sicuro, di una vita meno triste e — chi lo sa? — anche di una ricchezza.
Una donnetta buona e gentile lo accompagnava alla stazione e lo accarezzava dolcemente e gli faceva le ultime raccomandazioni: ma cosa poteva raccomandare quella madre dolce e dolente al suo figlioletto, che ancora in tenera età si avviava tutto solo verso la vita e verso l'avvenire?
Le prime luci dell’alba biancheggiavano ed il ragazzetto, al chiarore che solo la luminosità del nostro cielo lucano sa dare, contemplava per l'ultima volta il suo paesello, che era stato fino allora il suo mondo, lo scenario imponente dei monti lucani, la campagna brulla e triste, la vallata in fondo alla quale gorgogliava la fiumara.
Ancora un abbraccio alla mamma, una raccomandazione, una lacrima, un augurio, ed il treno nero spariva, ingoiato dal lungo tunnel: il viaggio a traverso le campagne lucane, e poi il mare, la città grande, il bastimento.
Fu anche lui, Nicola Pagano, di quella massa anonima, ammucchiata nel vapore, alla mercé del fato, nella lunga estenuante traversata che non finiva mai e, finalmente, l'America, la terra promessa!.
E, poi, ancora, le lotte per l'esistenza, gli ostacoli che solo una volontà ferrea sapeva superare, le illusioni e le disillusioni, le dolcezze ed i dolori, le speranze e le disperazioni e le privazioni, che non fiaccano il fanciullo troppo rapidamente fatto uomo, e che solo nel conforto dei suoi cari, nella carezza della mamma sua, giunta anche ella nelle Americhe, trovava il conforto e la pace.
Col lavoro costante, diuturno, estenuante, le cui tracce sono ancora visibili, venne il benessere e, col passar degli anni, venne l’amore per una Donna degna in tutto di lui, anch’ella della nostra terra lucana e sorse la nuova famiglia cui la fortuna arrise subito: che essa arride sempre quando nella famiglia v’ha la pace e la tranquillità e l'accordo e la stima reciproca.
Vennero i primi incarichi per importanti lavori, e, quindi, i primi appalti: a Buenos-Aires, a Corrientes, a Bahia, a Rosario, in tutte le località ove era richiesta la presenza di un costruttore di talento, di un costruttore onesto e scrupoloso, là era chiamato Nicola Pagano, idolatrato dai suoi operai, stimato ed apprezzato da tutti, tanto che nelle formidabili competizioni fra capitale e lavoro era sempre immune da boicottaggi o da scioperi.
In tutti i rami si svolge l'attività del Pagano: costruttore edile di gran classe, lega il suo nome ai più imponenti ed importanti edifici pubblici e privati della Repubblica Latina, introduce i nuovi sistemi di pavimentazione, dirige e controlla vaste aziende produttrici di materiali edilizi, è alla testa di imponenti combinazioni per lo sfruttamento di terreni: la “Perla do Sud,, è sua creazione; i più importanti impianti per la produzione di energia elettrica sono suoi, e ad essi attendono, ora che egli è in Italia a godersi un meritato riposo, i suoi figliuoli ed i suoi generi, i quali tutti seguono le orme paterne.
Né la sua attività gli concede riposo: sente e sa che la sua cultura ha delle deficienze, e, non più giovanissimo, si dedica allo studio dei più importanti problemi e delle più varie discipline, onde formarsi un corredo considerevole di cultura e di sapere oltre che di pratica.
Né dimentica mai — è il suo titolo di gloria — di esser italiano, ed alle istituzioni di beneficenza e di assistenza, alla stampa italiana, agli ospedali italiani, a tutto ciò che è o suona italiano è largo di aiuti. Ogni iniziativa che possa dar lustro al nome italiano, nei più opposti campi, dalle scienze alle industrie, all’arte, alla produzione, lo trova aderente entusiastico se non addirittura promotore.
Nel 1911, è delegato dalla colonia italiana di Buenos-Aires a rappresentarla al Congresso degli Italiani all’Estero ed a Roma, ove egli si reca a sue spese, eccelle subito: al Congresso parla da par suo, con un senso di realtà da trascinare l’uditorio all’applauso frequente.
Fu in quell’occasione che, a bordo della sua “Scat,, percorse tutta l’Italia, ammirandone le bellezze, che valsero ad innamorarlo sempre più della Terra dei suoni e dei canti.
Ritornato in Argentina, ripiglia il suo lavoro e la sua opera di assistènza ai nostri connazionali: la guerra, cui per la sua età non può partecipare, lo trova fra i più fervidi sostenitori, come lo trovano fra i più zelanti le opere di assistenza alle famiglie dei richiamati alle armi, che lasciano la comoda e tranquilla terra neutrale per correre a dare il braccio alla Patria. Gioisce delle vittorie, piange all’annunzio delle disavventure: ed all’appello, perché chi ha dia, concorre, sottoscrivendo sempre. Nell’ultimo Prestito, quello della Vittoria, sottoscrive per ben mezzo milione di lire che egli distrae da altri più redditizi impieghi, pronto, se del caso, a rinunziare anche al capitale, se la Patria lo chiede.
Tale suo sacrifizio viene ricompensato con la Croce di Cavaliere della Corona d’Italia.
Finita la guerra, la nostalgia della Patria lo riprende e quando la sciagura si abbatte sulla sua famiglia, privandolo, prima della sua compagna, poi del più bello e più gentile dei suoi figliuoli, il suo Oscar, giovane, che, nella dolcezza dello sguardo, nella bontà del suo animo, nello splendore del suo ingegno, nascondeva una volontà indomita, in un solo pensiero ritemprava la sua anima addolorata: riveder la sua Patria lontana e chiedere al sorriso del suo cielo un conforto. Venne in Italia, preparò la casa per il suo riposo: una villa in Sant’Agnello di Sorrento, un gioiello del genere, nel cui salone, su di un tavolo, sta ciò che egli chiama lo stemma suo gentilizio, e che mostra con un senso di legittimo orgoglio: vari voluminosissimi albums di fotografie, raffiguranti tutti i lavori, modesti ed importanti, da lui eseguiti.
Ma è destino che quest’uomo semplice e buono, allorquando deve godere il frutto del suo lavoro deve sentire la mancanza degli esseri a lui più cari: dopo una breve, ultima parentesi di vita argentina, egli fa ritorno in Italia, a tempo per comporre nella bara la diletta mamma sua, donna di preclarissime virtù, nel cui nome egli ha compiuto innumerevoli opere di bene, ultima fra tutte, in ordine di tempo, la ricostruzione di buona parte della cattedrale di Picerno.

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Nella lontana terra argentina Nicola Pagano aveva troppo sentito e visto di quanta inferiorità siano i nostri contadini emigrati, e quando, giunto in Italia, ebbe nozione della campagna nobilissima contro l'analfabetismo, si domandò se non fosse il caso di onorare la memoria del suo bel figliuolo Oscar, donando a Picerno la scuola, un gioiello del genere, che ricordasse ai posteri il nome del fighuol suo.
Pensare questo e tradurre il pensiero in realtà fu tutt’uno, che Nicola Pagano non ammette remore. Picerno avrà il suo edifizio scolastico per la magnanimità del suo concittadino e certo esso sarà un modello di scuola, con le sue aule spaziose, coi suoi bagni, la sua palestra, il suo giardino, bello e spazioso.
Sarà la scuola di Picerno il più degno monumento che il cav. Pagano potesse erigere alla memoria del suo figliuolo scomparso, il cui spirito aleggerà sulla benefica istituzione e starà a ricordare ai presenti ed ai venturi il dovere che hanno tutti coloro, cui arrise la fortuna, di aiutare tutte le istituzioni che, elevando il popolo e dandogli una coscienza, rendono veramente grande e rispettata la Patria.

Il progetto e la posa della prima pietra dell’edificio scolastico.
L’ area scelta per la costruzione dell’edificio, che sarà tra i più belli edifici scolastici d’Italia, dalla Commissione tecnico-didattico-sanitaria, offre il vantaggio di essere abbastanza centrale rispetto all’abitato, promette un’ottima esposizione delle aule, le quali sono prospicienti alla strada Comunale Picerno-Baragiano, sul lato opposto della quale il terreno, completamente privo di fabbricati, difficilmente si presterà per costruzioni, anche in seguito, a motivo della sua forte acclività.
Ecco una breve esposizione dello schema del progetto, di cui pubblichiamo la fotografia.
L’ edificio consta di un piano rialzato circa un metro dal terréno, e di un primo piano.
Al piano rialzato, dall'ingresso si accede ad un atrio spazioso indi al corridoio spogliatoio; due aule esposte a sud-ovest, l'alloggio pel custode, il gruppo dei cessi per i maschi, quello per le donne, il deposito attrezzi di pulizia, il cesso per gli insegnanti e la scala. L’ alloggio pel custode ha pure ingresso separato.
L’atrio è diviso dal corridoio mediante invetriata smontabile, in modo da potere avere anche un unico ambiente spazioso in caso di riunioni eccezionali.
Al piano superiore, il corridoio, cui si accede dalla gradinata, oltre a disimpegnar i gruppi dei cessi sovrastati, immette alla sala per le visite mediche, alla Direzione, al Museo Bibliotecario e ad altre tre aule, di cui la centrale corrisponde al sottostante atrio.
Dal pian terreno, mediante una piccola porta, si può accedere al cantinato, ove sarà ubicato l'impianto del termosifone ed il deposito del carbone.
Le aule sono di diverse dimensioni, ma sempre largamente sufficienti ai bisogni dell’abitato di Picerno, ed abbondantemente illuminate.
La scala è a pozzo con comode rampe e ringhiera.
Le latrine e le antilatrine sono bene illuminate ed aerate; il numero dei cessi è il doppio di quello delle aule: le ritirate per gli uomini sono fornite di orinatoi e vasi alla turca, quelli per le donne di vasi a tazza.
L’ acqua potabile verrà derivata dall’acquedotto comunale, la cui rete passa a breve distanza; i lavabi e rubinetti di acqua potabile saranno a getto spiovente.
Lo smaltimento delle acque luride sarà effettuato mediante condotti cementizi fino all’imbocco della fognatura che è in corso di studio.
Con una cerimonia in tutto degna, per austerità e per solennità, del gesto di Nicola Pagano, con l'intervento di tutte le autorità governative della Provincia, del Fascismo e di tutto il popolo di Picerno, ha avuto luogo la posa della prima pietra dell’edificio scolastico che, in nome del figliuolo Oscar, il cav. Pagano ha munificamente donato ai bimbi del suo comune natio.
E a noi è grato riportare in queste note le parole che Nicola Pagano ha pronunziato, con animo commosso, alla cerimonia, perché in esse è tutta la fede e tutto lo spirito dell’uomo.

Egli ha detto:
“Avevo tredici anni quando, inesperto e senza beni di fortuna, lasciai l'Italia per recarmi in America. Il prof. De Meo prima, e quindi i professori Casella e Lazzari, mi avevano rispettivamente insegnato a leggere sui cartelloni e diradate nelle classi seguenti le tenebre dell’intelletto, mentre agli studi secondari mi aveva iniziato il prof. Tarulli: questa la modesta preparazione che possedevo.
“Nei lunghi giorni di lavoro e di privazioni tornavano però sempre al mio pensiero gli ammaestramenti ricevuti nell’età in cui l'anima si plasma e si modella, ricordavo di avere appreso dal labbro dei miei maestri, dei quali due qui presenti, che, per raggiungere la meta prefissa, è necessario: operosità, onestà e costanza e, con tali moniti, ripresi lo studio, volli e fermamente volli elevarmi. Mai distaccando il cuore dalla terra natia, fui sempre fra quelli che elevarono il nome d’Italia e lo imposero al rispetto altrui, quando, Italia ed Italiani residenti all’estero erano sinonimi di nullità per incuria dei passati governi.
“Avvalendomi della posizione raggiunta a forza di sacrifizio, coadiuvato da altri connazionali, feci sorgere numerose associazioni in tutta l’Argentina e durante le ansie della grande guerra provai gli stessi palpiti che animavano i fratelli italiani sui pietrami del Carso. Le nostre organizzazioni avevano tutta l’essenza che anima il Fascismo: la grandezza dell’Italia oggi raggiunta per virtù eccelsa del Duce supremo.
“In nome dunque del lavoro, dell’amor patrio, dono al mio paese natio la Casa della Scuola, corrispondente alle esigenze della vita odierna. In essa le generazioni future cresceranno sane fisicamente e moralmente; l'opera del maestro sarà agevolata, e il Santuario della Scuola sarà più che mai la fucina di sentimenti nobili ed elevati.
“Felicissimo incalcio, la prima pietra di tale edifizio, benedicendo al nome del mio figlio diletto, Oscar, immaturamente perduto, ed alla Patria rinnovellata,,.
Possa l'esempio di Nicola Pagano trovare molti imitatori a beneficio del progresso civile della nostra Basilicata, che ha bisogno delle scuole, ove si impartisce il pane dell’anima, per le sue ascensioni.

L’entusiasmo del comm. Tizzano per l'opera d’ italianità del cav. Pagano.
Il comm. Tizzano, che ha tanto a cuore l'elevamento e il progresso della nostra Basilicata, rimase tanto commosso e compiaciuto dalla munificenza e dal patriottismo del gesto compiuto dal cav. Pagano che interessò subito il Governo a dare disposizioni perché l'ufficio tecnico del Genio Civile fosse messo a disposizione per la rapida esecuzione del progetto. E dobbiamo al comm. Tizzano, che richiamò la nostra attenzione sulla generosità del cav. Pagano, se possiamo additare alla emulazione e alla gratitudine dei lucani il magnifico esempio.
Fu quindi diramato, dal comm. Tizzano stesso, il seguente comunicato alla stampa.
Un cittadino italiano, il Cav. Nicola Pagano, da lunghi anni emigrato in Argentina, dove, con la dignità del lavoro, tiene alto il nome ed il prestigio della Madre Patria, ha compiuto in questi giorni, con alto senso di patriottismo, la donazione al Comune di Picerno di un moderno ed ampio edificio scolastico, dell’importo di circa L. 350.000 che avrebbe dovuto costruire il Comune col concorso finanziario dello Stato.
Il munifico, donatore ha voluto dare immediata attuazione al suo nobile proposito, tanto che, svoltesi rapidamente le varie pratiche amministrative, i lavori potranno essere iniziati tra breve, grazie anche all’interessamento del Ministro dei LL. PP. onorevole Giuriati, il quale, aderendo alla richiesta del donante, ha autorizzato il Provveditore alle Opere Pubbliche a dare l’assistenza tecnica ed amministrativa per l’attuazione della provvida iniziativa. .“ Tra pochi mesi, per virtù di questo nobile italiano, non immemore della Patria lontana, i bimbi di Picerno saranno educati ed istruiti, in nome dell’Italia e del Fascismo, in una scuola sana, lieta, luminosa.
“Porgiamo il nostro saluto deferente e commosso a Nicola Pagano, al nostro comprovinciale che onora la Basilicata nelle lontane regioni d’oltreoceano.
Possa il suo alto esempio trovare molti imitatori nelle fiorenti colonie fra quanti cittadini italiani sentono l'amore della Patria, al di là dei monti e dei mari, dove il nome d’Italia, oggi pronunziato dalla voce possente di Benito Mussolini, è presagio di gloria

Il plauso di S. E. Mussolini
Il comm. Tizzano credé inoltre doveroso segnalare il nome del cav. Nicola Pagano a S. E. il Capo del Governo. E lo fece col seguente telegramma.
S. E. il Capo del Governo
Roma
Pregiami segnalare Eccellenza Vostra Cav. Nicola Pagano cittadino Italiano da lunghi anni emigrato Argentina con alto senso patriottismo dona Comune Picerno edificio scolastico importo circa trecentomila che avrebbe dovuto costruire Comune con concorso Stato stop. Importante donazione che presto darà scuola sana lieti bimbi Picerno concretata rapidamente anche grazie interessamento S. E. Giuriati che, aderendo richiesta donante, mi ha autorizzato prestargli assistenza amministrativa tecnica. Lavori si inizieranno subito stop. Segnalo con emozione nobilissimo atto, perché al di sopra della materialità economica, è una delle tante prove attestante che cittadini italiani sparsi per le vie del Mondo anche se lontani da anni potentemente sentono alto appello con cui V. E. li richiama allo amore della Patria Italiana stop.
Provveditore Tizzano,,

S. E. il Capo del Governo, che sa sempre romanamente spronare le virtù degli italiani, a mezzo di S. E. Suardo, ha cosi risposto.
Provveditore Tizzano
Potenza
“S E. Capo Governo ha appreso col più vivo compiacimento patriottico gesto compiuto da cav. Nicola Pagano col donare edificio scolastico al Comune di Picerno et prego V. S. esprimere suo plauso al munifico donatore stop. Sottosegretario Presidenza Suardo.
Più alto premio che la parola di Benito Mussolini non poteva Nicola Pagano desiderare. E noi lo salutiamo, con orgoglio di conterranei, ottimo italiano.


da: La Basilicata nel Mondo - 1924-1927

Autore: La Basilicata nel Mondo - 1924-1927

 

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