INDICE

Avanti >>

.

PERCORSO STORICO-ARTISTICO DEI DIPINTI MURALI DI SATRIANCO

A pochissimi chilometri da Potenza, capoluogo della Regione Basilicata, ai piedi di ciò che resta dell'antica -Satrianum-, importante roccaforte sede vescovile testimoniata dagli scavi archeologici, sorge la nuova Satriano di Lucania. Essa fu fondata nell'antico borgo rurale di Pietrafesa appartenente allo stesso contado, ove i suoi abitanti avevano trovato rifugio dopo la distruzione, avvenuta intorno al 1420-30, ad opera della regina Giovanna II di Napoli. Secondo la leggenda, la regina aveva ordinato di distruggere la città per forte sentimento di gelosia nato in seguito al fatto che un nobile baronetto satrianese, di cui lei era innamorata, si era invaghito della bellissima Seal, dama di compagnia della regina. Così ancora oggi, nell'immaginario collettivo, è rimasta l'idea della regina Giovanna come di una donna risoluta e capricciosa, che si innamorava facilmente di giovani di bell'aspetto, dedita a vizi di ogni genere, per la qualcosa è conosciuta anche come -Giovanna la pazza-, mentre permane l'idea della bella Seal come di una -giovane fanciulla di enorme fascino-. Altrettanta notorietà ha il nome dell'ospitante borgo rurale di Pietrafesa, in quanto diede i natali al pittore Giovanni De Gregorio (1580-1657) conosciuto infatti come -il Pietrafesa-. Allievo, fin dall'età di quindici anni, presso la bottega del pittore napoletano Fabrizio Santafede, operò in molti paesi e contrade della Lucania e del Cilento meridionale, lasciando preziose testimonianze del suo passaggio. Tuttavia, come per ogni buon profeta in patria, a tutt'oggi in Satriano è rimasto solo un suo affresco, raffigurante San Giovanni Battista e San Luca, nella piccola Cappella di San Giovanni, che onora quasi con volontà di destino, il suo stesso nome. Giovanni De Gregorio è stato considerato tra i migliori esponenti artistici dell'Italia meridionale di primo Seicento e a sua volta ebbe un seguito di allievi che ha portato avanti il suo stile e i suoi insegnamenti. Satriano di Lucania è ricco di antiche leggende che si intrecciano con la storia e degna di nota è -La leggenda del Moccio degli Abbamonte-, legata al palazzo gentilizio dei nobili Abbamonte, in centro storico. Narra della coppia dei suoi ricchi proprietari, che non potendo avere figli per garantire la propria discendenza, decise di modellare un Moccio con sembianze umane impastato con farina e sangue umano, procurato dal salasso delle proprie maestranze. Il -Moccio- che ne venne fuori prese vita con grande gioia dei genitori, ma presto risultò essere dispettoso, con atti distruttivi e pericolosi, cosicché i genitori decisero di sbarazzarsene. Nonostante ci provassero, allontanandolo in diversi modi, questi riusciva sempre, paradossalmente, a ritornare, finchè, non decisero di murarlo vivo nel palazzo. La leggenda evidenzia, comunque, anche un insegnamento e cioè che dallo sfruttamento e dall'avarizia non può nascere nulla di positivo e di benefico. Anche il Carnevale satrianese è uno degli eventi più significativi della tradizione leggendaria locale. Le sue maschere tipiche tradizionali sono ricche di antichi simbolismi. L'orso, la Quaresima e l'eremita rappresentano le disparità delle varie condizioni sociali, che si denotano oltre che nell'aspetto anche nella diversità di atteggiamenti. La maschera dell'eremita, conosciuta fin dagli Antichi tempi, come -u Rumit-, è una figura silente, ricca di simbolismi.
U Rumita è un uomo eremita che vive in povertà nel bosco in simbiosi con la natura e che porta buon auspicio quando, anticipando la primavera al termine di ogni rigido inverno, scende nel più vicino villaggio per chiedere elemosine ristabilendo contatti umani.
Satriano di Lucania ha mantenuto viva nel tempo questa tradizione tramandata per generazioni e ogni domenica precedente il martedì grasso mette in scena la visita del rumita al villaggio, allorché, per chiedere la carità, anonimamente nascosto dal fogliame d'edera che lo riveste, senza parlare, bussa strusciando sugli usci con rami di pungitopo, legati all'estremità di un bastone, quasi a tenersi a distanza ma con fare insistente. La maschera dell'eremita, rappresentata da un uomo vestito interamente di tralci d'edera, ha ispirato -Alberi- di Michelangelo Frammartino, una cine-installazione presentata al MOMA di New York. Nel progetto di recupero e valorizzazione dei luoghi e delle tradizioni di questo territorio, la figura del rumita è stata valorizzata artisticament, dall'associazione Arte per la Valle. Un altro aspetto tenuto in conto è quello della ruralità, per cui gli artisti che hanno curato questa parte, hanno dedicato anche al peperoncino rappresentazioni sul tema, in quanto questi viene prodotto in questa terra è appartenente alla tradizione culinaria ed è inoltre ricco di proprietà benefiche. Dunque, dalla splendida unione dell'antica Satriano e Pietrafesa, sembra essere nata una bella sinergia tra leggenda, storia e cultura, di cui il tempo ne ha catturato le atmosfere. Ecco perché allora giunge forte il desiderio di farle rivivere in questi luoghi grazie anche ad un grande contributo artistico. Con tale proposito, dal 1988 il Maestro Luciano La Torre, nato a Satriano di Lucania, è stato promotore dei murali realizzati sulle facciate del centro storico e del corso principale, ad opera di vari artisti che si sono avvicendati e la cui guida si è consolidata dall'anno 2000 con la formazione dell'Associazione artistica Arte per la Valle di cui egli ne è presidente e fondatore. I dipinti rappresentano leggende, storie, credenze magiche, momenti di vita, antichi mestieri, tradizioni e costumi, in una sorta di museo a cielo aperto, evocando forme, colori e profumi e diventando una caratteristica peculiare del paese che ne consolida le radici, richiamando l'attenzione di chiunque vi giunga. Il lavoro, già positivamente svolto in questi anni, intende, dunque, ampliarsi, completarsi e arricchirsi di opere che mirino a catturare le atmosfere del passato e del presente per conservare l'identità dei nostri luoghi alle generazioni future.

Tratto da: Silvia Sbardella, ad vocem, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 59 (2002)

I testi del presente pannello sono a cura di Luciano La Torre - Ass. Arte per la Valle

Autore: Luciano La Torre (Ass. Arte per la Valle)

 

[ Home ]  [Scrivici]