FERRANDINA
STEMMA
"Una croce sopra tre monti, sotto
un serpente. Monti color terra, serpe color naturale, campo cielo"
(michele lacava)
NOME
"Tre iscrizioni della città
riferite dagli scrittori napoletani la dicono fondata da Federico di
Aragona, che le diè nome dal re suo padre Ferrante o Ferrantino, nel 1454 e
la popolò degli abitanti della prossima Oggiano, già distrutta da' tremuoti.
(G. Racioppi)
PROFILO STORICO
"Ferrandina, città in provincia
di Basilicata in diocesi di Acerenza.... Questa città vedesi edificata in un
colle, ove godesi buon’aria, distante dal mare di Taranto miglia 20, da
Matera 14 in circa, e dal Napoli 120.... Gli abitatori in oggi ascendono a
circa 5.000 addetti per la massima parte all’agricoltura, ed alla
pastorizia. Hanno un ospedale, e due monti frumentari. La maggior parte
delle donne sono occupate a tessere una certa tela di bambagia e lana
chiamata Felandina, ch’è di grandissimo spaccio per gli abiti de' PP.
Domenicani. Della bambagia come se ne fa in copia del territorio, ne vendono
altrove non lavorata.
La tassa dè fuochi nel 1532 fu di
379, nel 1545 di 499, nel 1561 di 686, nel 1595 di 1031, del 1648 di 1120; e
nel 1669 di 1009. Nell’ultimo del 1737 di 838, val quanto dire essere stta
sempre una città assai popolata.
Nella prammatica fatta dal Re
Cattolico, colla quale rivocò le concessioni fatte da Federico dal 25 luglio
1501, tralle altre concessioni evvi quella fatta a Berno conte di detta
terra. Quindi nell’anno 1505 a' 4 aprile esso Re Cattolico concedè questa
terra a Bernardo Capriolo conte di Copertino, contrario della Regina
Giovanna sua figlia. Al detto Bernardo succedè Maria Castrioto, ed essendosi
sucitato forte litigio, se mai detto feudo appartenea dipoi ad Antonio
Granao Castrioto, fa deciso dalla Regia Camera non avere un tal diritto. Nel
1556 il Duca d’Alba cedè il diritto di ricomprare, che avea la Regia Corte
da Isabella Villamari principessa di Salerno la terra di Montalbano, e da
Fabrizio Pignatelli la terra di Ferrandina, a Garzia di Toledo, per prezzo
di ducati 120.000.
(lorenzo
giustiniani-1797)
"Sorse adunque circa il 1470 per
opera di Federico d’Aragona a tempo ch’egli era principe, e signore, tra
l’altro, di Ogiano, prossima ed antica terra ruinata in gran parte dal
disastroso terremoto del 1456 onde gli abitanti di questa potessero avervi
un sicuro e più comodo ricetto. Fu fabbricata con regolare disegno, ed
appellata dal re padre, Ferrante o Ferrantino. Alla caduta degli Aragonesi
fu dessa acquisita a Bernardo Granai-Castriota nel 1505, da cui passò al
figlio Giovanni nel 1508, e poi alla costui figliuola Maria che sposò il
cugino Antonio, il quale però alla di lei morte nel 1548 ne venne privato da
Carlo V. Fu in seguito venduta a Fabrizio Pignatelli col diritto di
ricompra, dalla R. Corte, che avvalendosi di esso nel 1556 la rivendette per
ducati 120 mila, o poco’oltre mezzo milione di lire, a Don Garzia de Toledo
con titolo di Duca.
Circoscr. Civ. Ed Eccl.
– La sua popolazione ascende a 7351 abitanti; è sede di Mandamento, ed
appartiene al Circondario di Matera ed all’Archidiocesi di Matera ed
Acerenza. La sua Chiesa già collegiale era ufficiata da 24 canonici; è sotto
la cura d’un Parroco; ha varie cappelle, 5 confraternite e 2 Monti
Frumentari al presente trasformati in istituto di prestiti e risparmi,
beneficenza ed asilo infantile. Aveva, oltre a due conventi di Domenicani e
Riformati aboliti alla prima soppressione, un altro di Cappuccini con 7
padri e 5 laici, ed un Monistero di Chiariste con 32 suore e 7 converse.
Cose Notevoli. – Le ha dato in addietronomea una speciale fabbrica di
panni tessiti di bambagia e lana, detti "ferrandine o felandine" ch’erano di
grandissimo spaccio per gli abiti dei PP. Domenicani: in oggi però è ben più
reputata per la gran quantità d’olio d’oliva.
Uomini Illustri.
– Dette i natali agli eruditi Tommaso Porpora, Paolo Rocchetta ed Adriano
Romanelli; indi al celebre chimico Filippo Cassola, ad un attuale
valentissimo zoiatro ed altri egr. Contemporanei.
(giuseppe gattini-1910).
SITUAZIONE ATTUALE
"Ferrandina s'inserisce, con le
sue numerose emergenze storico-architettoniche, in un interessante
itinerario turistico che si snoda da Matera (la città dei Sassi) lungo l'Appia
sino alle belle spiagge del Metapontino. Il suo territorio, costellato da
antiche masserie fortificate, offre un paesaggio agricolo-pastorale di
inaudita bellezza. La collina è coperta da un manto di oliveti secolari(vi
si coltiva la "majatica", cultivar di pregio, che dà ottimo olio e ottime
olive nere da tavola). L'Amministrazione comunale sta ottenendo il
riconoscimento del DOP dal Ministero delle Politiche Agricole. La vasta
estensione dei campi è a coltivazione cerealicola con produzione di ottimo
grano duro, 800 ettari di bosco comunale costituiscono il polmone verde
dell'area che si affaccia sulla valle attraversata dal fiume Basento, mentre
i "calanchi" si offrono alla pastorizia. A seguito del ritrovamento del
metano (1958) e delle lotte per il suo sfruttamento (Ferrandina guidò
l'azione di rivendicazione con "Comitati di agitazione"), negli anni '60 fu
avviata l'industrializzazione della Valbasento, con gli insediamenti della
Pozzi e dell'ANIC. La crisi della chimica, negli anni '80, ha generato una
stasi che ora potrebbe essere superata dall'utilizzo dei 200 miliardi
destinati al rilancio industriale. Nel frattempo l'Amministrazione comunale
ha stipulato una convenzione con una società industriale che installerà un
Centro di ricerca e di produzione per la telefonia mobile, per i computers e
le tecnologie satellitari
(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di
Vincenzo Falasca,
Presidente I.R.S.A.B.)
<Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata> sede: 85050 Grumento
Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
Copyright riservato. E-mail:
[email protected]
Repertorio
artistico-turistico
Chiesa Madre
del sec. XVII con tre portali cinquecenteschi e tre cupole
bizantineggianti. Nell’interno si conservano notevoli affreschi e
dipinti di Andrea Miglionico ed una statua lignea, raffigurante la
Madonna col Bambino, del 1530. Nel coro della stessa chiesa sono
custodite due statue dorate del sec. XV, raffiguranti Federico III
d’Aragona, fondatore della città e la regina Isabella, sua moglie.
Chiesa di San
Domenico (1520), settecentesca, di stile barocco. Conserva
grandiosi dipinti di scuola napoletana, con pulpito ligneo intagliato,
un organo seicentesco, un altare maggiore con marmi policromi e alcune
tele del ‘700.
Chiesa del
nuovo convento dei Cappuccini con dipinto dei pittori lucani
Pietro Antonio Ferri da Tricarico (XVII sec.) e Domenico Antonio Simeone
da Tursi (sec. XVIII).
Chiesa del
Purgatorio con una Trinità e San Vincenzo Ferreri, firmata da
Antonio Sarnelli da Napoli (prima metà del settecento).
Monastero di
Santa Chiara del sec. XIV con dipinti della Santa, di scuola
Leopoldo Solimene (sec. XVIII).
Nell’abitato vari edifici presentano
strutture architettoniche, portali e stemmi di particolare fattura.
Nei
dintorni: Antica cappella rurale della Madonna
della Stella con resti di affreschi del XIV sec;
nell’altra
chiesa rurale della Madonna dei Mali
si conservano resti di affreschi murali del pittore lucano Pietro
Antonio Ferri.
Nella Biblioteca sono conservati oltre
3.000 volumi in pergamena e libri di scienze sacre, teologia, filosofia
ecc…