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Abriola - I falò di S. Valentino

Abriola, S. Valentino, gli innamorati

II culto di S. Valentino ad Abriola appartiene ad una radicata tradizione popolare e religiosa; quasi il 30 % degli abitanti porta il nome del Santo; la festa patronale, che cade ovviamente il 14 febbraio, viene ripetuta il 16 agosto in occasione del rientro degli emigranti. Gli abitanti di Abriola, fieri del loro Patrono, sono in annosa diatriba con la città di Terni, dove ugualmente, e con ben maggiore enfasi, si venera il S. Valentino degli innamorati. Ma i risultati di accurate ricerche, miste alle leggende e ai racconti popolari che si tramandano da generazioni, confermerebbero il S. Valentino di Abriola quale primo martire romano, vissuto nel III secolo e sepolto al II miglio della Via Flaminia, in contrapposizione al S. Valentino Vescovo di Terni, martire del VI-VII secolo sepolto sempre sulla Via Flaminia al LXIII miglio, e quindi nei pressi di Terni, dove fu edificata una Basilica.
La venerazione di S. Valentino ad Abriola, invece, si fa risalire alla tradizione secondo la quale, in un periodo di grande carestia per il paese, il Santo, percorrendo la via Appia da Roma per raggiungere le Puglie, fermatosi nei pressi del piccolo centro operò guarigioni miracolose e, provvedendo ad inviare carri di grano, salvò gli abitanti dalla carestia. Avvalora la tesi secondo cui il S. Valentino venerato ad Abriola sia effettivamente il primo che la Chiesa abbia riconosciuto il fatto che la festa del S. Valentino presbitero di Roma fosse già celebrata all'epoca di San Gregorio Magno (quindi contemporaneamente o addirittura in epoca antecedente alla vita del Vescovo di Terni), così come si nota nei Capitularia del sec. VII e nel Sacramento Gregoriano.
II titolo di "patrono degli innamorati", che il fervore popolare attribuisce dunque proprio al S. Valentino di Abriola, risale invece al Medioevo, quando si affidò ai Santi la protezione delle necessità degli uomini.
Al di là delle diatribe degli studiosi, comunque, la tradizione popolare e la devozione religiosa hanno fatto si che la festa di S. Valentino ad Abriola sia davvero la celebrazione dell'amore, divino e terreno; in occasione della festa viene celebrata una S. Messa per le coppie che durante 1 anno compiono i So anni di matrimonio, (nel 1998 sono state ben 12) a suggellare la sacralità di vincoli d'amore così duraturi da poter essere esempio per tutti i giovani che si apprestano ad iniziare una vita di coppia e che, chiedendo la protezione del Santo di Abriola, possono augurarsi di raggiungere analogo traguardo.
Durante la festa si mescolano, nel rispetto delle più canoniche tradizioni popolari, aspetti folcloristici e religiosi; i festeggiamenti, che attirano migliaia di visitatori da tutta la regione, iniziano la mattina del 14 febbraio con la processione; si compongono "squadre" di fedeli che si contendono con offerte sempre più generose l'onore di portare a spalla per le strade del paese la statua del Patrono, custodita nel corso dell'anno nella Chiesa Madre. La sera si allestiscono i fuochi, detti "fucanoi"; grandi falò di ginestre e legna raccolta dai ragazzi del paese, con carrozze costruite da loro nei giorni precedenti la festa; questi fuochi, in numero di dodici, uno per ogni quartiere, vengono collocati nelle piazze e negli slarghi dei vari rioni, che si contendono il falò più bello e spettacolare; gli abitanti preparano cibi e pietanze tipiche che, innaffiate di abbondante vino locale, offrono in piazza a tutti i visitatori, e intorno ai falò si mangia, si beve, si balla e si intonano canti popolari fino a che i fuochi non sono consumati, il che spesso "impone" il proseguimento dei festeggiamenti anche la sera successiva.

Testo tratto da "Sellata-Volturino: itinerari potentini" di A. Borghini -C. Coppola, 1999
Pubblicazione autorizzata da APT BASILICATA

 

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