IL DIALETTO


Lauria è sorta in prossimità dell'antica via Popilia, al confine tra la Basilicata meridionale e la Calabria settentrionale. Attraverso le sue vie e le sue contrade sono passate moltitudini di monaci bizantini e di genti orientali in viaggio verso il Nord. Il flusso di queste popolazioni attraverso la via Popilia ebbe luogo nel corso di vari secoli fino a quando i bizantini ebbero il 
dominio dell'Italia meridionale. 
Si può, ovviamente, dedurre che il permanere dei bizantini ebbe ripercussioni sul linguaggio che fu oggetto di grecità più o meno accentuata. Questa tesi è suffragata anche dal parere del Racioppi il quale sostiene che "il grecismo della bassa Italia è un fatto del tutto moderno da ricollegare al fatto che l'incolato grecaico gettò nel paese radici profonde quanto estese". 
La stessa origine del termine "Lauria" è da far risalire al greco: Lauria fa pensare ad un tardo greco, plurale di laurion, diminutivo di laura (cella basiliana); probabilmente laura diventa, prima, il medievale laurea e, successivamente, si trasforma in lauria. 
Inoltre il dialetto registra molti vocaboli la cui origine si avvicina al greco. Se ne possono citare alcuni quale esempio:

alerta:  stare in piedi 
arrasà:  scostare,allontanare
calavrunu:  scarafaggio 
chiattu:  grasso
higni:  riempire
lagana:  lasagna
maruca:  lumaca; 
pazzià:  divertirsi
rarica:  radice
scarazzo:  recinto per chiudervi il gregge
sfiziu:  desiderio
suriglia:  lucertola
truzzulà:  bussare alla porta
zitu:  sposo


Infine la desinenza "oto" che ritroviamo nella definizione degli abitanti di Lauria - Laurioti - è di indubbia origine greca.

 

 
 
 
 
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