CHIESA DI S. BIAGIO
Sorge su di un cocuzzolo roccioso lungo la strada che dall'antica " porta
re pere " , immetteva verso le campagne bagnate dal torrente
"pisciariello".
Da uno strumento di vendita stipulato dal notaio Francesco Genovese il 5
marzo 1666, si deduce che all'epoca la cappella abbisognava di restauri,
avendo un muro quasi diruto.
La curia vescovile di Potenza ne riconobbe l'urgenza e questi vennero
eseguiti. La costruzione originaria quindi doveva rimontare ad epoca
precedente.
Nel 1840 don Giulio Corbo la fece allungare di altri dodici palmi, ne
aumentò in proporzione l'altezza, facendovi costruire un nuovo tetto; fece
aprire un'altra porta, esposta a mezzogiorno, facendone murare l'antica ed
acquistò una statua di Santa Filomena, che si aggiunse alle altre già
esistenti di San Biagio e di San Cataldo.
Alla vigilia della festa si era soliti celebrare i Vespri e il giorno
seguente, nella Messa solenne, si benedicevano delle forme di pane da
mangiarsi per scongiurare il mal di gola e poi anche dell'olio che serviva
per ungersi il collo al medesimo scopo.
San Biagio, fu Vescovo di Sebaste (Sibus in Turchia) e una delle ultime
vittime delle persecuzioni romane. Il suo culto, popolarissimo in Italia e
altrove, è legato infatti alla benedizione della gola in ricordo di un
miracolo che la tradizione gli attribuisce: avrebbe salvato un bambino che
stava soffocando per aver inghiottito una spina di pesce.
Abbandonato il culto del Santo, in detta chiesa, pian piano la cappella
andò in rovina, non rimanendovi che poche pietre in piedi.
Nel 1975 fu riedificata dal sac. don Peppino Stolfi, ma non è ancora
ufficiata.
Da questa Chiesa proveniva la bella Madonna dipinta dal Brescianino nel
1642, detta della Provvidenza, che ora trovasi, a Potenza, gelosamente
custodita dalla famiglia sorelle eredi Corbo.
Testo tratto da "Avigliano città di Maria" di
Don A. Verrastro, 1983
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