PINO GENTILE
 - La Città delle scale
 

- Capitolo VII -


     Vicoli e Strade

Vicoli e Strade

 

Mario Pagano (1863) - busto in marmo - opera dello scultore potentino Antonio Busciolano.

Piazza Mario Pagano

 

E' la piazza antistante al Palazzo del Governo, intitolata a Francesco Mario Pagano, nato a Brienza, in provincia di Potenza, nel 1748 da una famiglia di notai. Trasferitosi a Napoli giovinetto di dodici anni presso uno zio prete Nicola Pagano fu avviato agli studi classici da Giuseppe Ghini. All’Università seguì le famose lezioni di “commercio” di Antonio Genovesi, il cui magistero lasciò un segno indelebile sulla sua generazione. Amico di Gaetano Filangieri e con lui affiliato alla massoneria, Pagano esercitò l'avvocatura e insieme l'insegnamento, prima come docente di Etica dal 1770 poi alla cattedra di Diritto Criminale che gli fu affidata nel 1785. Nel 1789 fu nominato avvocato dei poveri presso il Tribunale dell’Ammiragliato: in questa veste difese nel 1794 i rei di Stato accusati d’aver ordito una congiura contro il Borbone. La straordinaria eloquenza del difensore non servì a impedire la condanna a morte di Emanuele de Deo, Vincenzo Galiani e Vincenzo Vitaliano, ma accelerò le idee antitiranniche di Pagano.

 

Nel frattempo la sua carriera continuava: proprio in quell’anno viene nominato giudice del Tribunale dell’Ammiragliato, suscitando le invidie del Foro napoletano. Pare che un tal Capuozzolo, da lui condannato per corruzione, si vendicò denunciandolo ai sovrani. Arrestato con l’accusa di congiurare contro la monarchia, Pagano stette in carcere tra il 1796 e il 1798 quando, libero per mancanza di prove, scelse la via dell’esilio. Ritornò a Napoli per trovarvi la morte.

 

 

 

 

Piazza del Sedile

 

Palazzo di città in Piazza del Sedile

Situata nel rione centro, Piazza del Sedile, popolarmente indicata negli anni della dittatura come Piazza del Fascio, a partire dagli anni ‘50, è stata intitolata a Giacomo Matteotti. Ai primi del secolo, scriveva “Il Lucano”, in Piazza Sedile gemono i torchi della Tipografia Garramone e Marchesiello, nota ormai in Judea per la precisione e l'eleganza dei suoi lavori: l'impareggiabile proto, i bravi operai sono occupati nella stampa. Sono i più antichi negozi, le più rinomate “botteghe” artigiane: da quella del sarto al barbiere. Piazza Sedile, scrive Carlo Rutigliano, però, era il cuore di Potenza fin dai primordi: con pubblici bandi, ripetuti per tre giorni consecutivi, vi si convocava il popolo che si riuniva sotto la presidenza dei reggimenti, assistiti dal Governatore, per i Parlamenti, la nomina dei Deputati dell’Annona, la leva, le tasse, i debiti, le vendite; per destinare i proventi di decima e doppia decima, della gabella della farina, dei fitti della Difesa, delle strade. Vi si svolgevano le principali festività cittadine, con preminenza della “Festa di S. Gerardo”, quando la ressa del popolo era tale da far dire: “tutte vurriene avè ha casa e la chiazza”.

 

 

 

 

Piazza Beato Bonaventura (Piazza S. Carlo)

 

È situata nella parte terminale di Via Pretoria, nei pressi del Palazzo Bonifacio. In precedenza si chiamava Piazza S. Carlo, dove c’è la torre longobarda risalente al X secolo d. C. ed il Castello del Conte di Potenza, che, in seguito, fu trasformato in ospedale S. Carlo trasferito, nel 1935, nel nuovo edificio di rione Santa Maria.

 

 

 

 

Vico Tuncino Romolo

(Calunnia, vico Catalano, vico Iannelli)

 

È la prima traversa a destra della centralissima via Pretoria, nel tratto che da Piazza Beato Bonaventura conduce alla Caserma dei Carabinieri.

È dedicato al primo Sindaco della Città, Gerardo Catalano, eletto il 10 maggio 1807. Repubblicano, affiliato alla Carboneria, partecipa attivamente ai moti del 1799 e del 1820.

 

 

 

 

Vico Famiglia Addone 

 

Il Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, in via Addone, con il Sindaco dell'epoca, Pietro Scognamiglio, primo a sinistra, e Vincenzo Sarli

È situato a destra di Via Pretoria dal tratto che va da Piazza Beato Bonaventura a Piazza Matteotti. Addone è una famiglia potentina molto in vista, di cui l’esponente più importante fu Nicola Addone, giacobino. La famiglia Addone acquistò dal Conte Loffredo di Potenza l'attuale Palazzo Pignatari, posto al Largo Liceo, che, negli anni ‘60, ha assunto una notevole importanza per la presenza dell’Istituto Tecnico per Ragionieri e Geometri e il Convitto Nazionale “Salvator Rosa”. Largo Liceo, si è, inoltre, caratterizzato con la presenza di molti rivenditori potentini di frutta che attingevano da grossisti baresi.

 

 

 

 

Via Augusto Bertazzoni

 

È una via che non appartiene al percorso del centro storico, in quanto si trova in una zona appena appena periferica. È la via dedicata ad un Santo, mons. Augusto Bertazzoni.

 

Mons. Bertazzoni, che ha inciso molto nei lavori di restauro della Cattedrale di S. Gerardo, effettuati nel 1936, è nato a Polesine di Pegognaco (Mantova) il 10 gennaio 1876.

 

Nella inedita foto: Zi’ Tummas (primo in piedi da sinistra), Andrea Romano (Scamuzzone), Antonio Mancino (Patanedda), Antonio Laurita. Sedute, da sinistra, Arcangela Corrado (La Mastra), zi Luigina Brindisi (Trentacarrine), Angela

Pietrafesa: sono i testimoni della Potenza di un tempo che non c’è più.

Dal 1886 al 1889, ha vissuto a Valdocco (Torino) presso l’oratorio di Don Bosco; nel 1899, ordinato sacerdote e curato a Quistello (Mantova); 1903-1930, parroco di S. Benedetto Po; 1930-1966, Vescovo della diocesi di Potenza, Marsico e Muro Lucano; 1966, novantenne, lascia la diocesi di Potenza. Il 30 agosto 1972 muore a Potenza.

 

Il 28 ottobre 1980, la salma di Augusto Bertazzoni, collocata in un sarcofago bronzeo opera dello scultore americano Alberto Frascia, è stata traslata dal cimitero di Potenza, ove riposava, nella Cappella dell’Immacolata nell’apposita cripta, nella Chiesa di S. Gerardo. In quella occasione, furono traslate le salme di altri tre Vescovi di Potenza: Roberto Razzoli, Tiberio Durante, Bartolomeo De Cesare. Mons. Augusto Bertazzoni, è stato e rimarrà uno dei più grandi Vescovi della Basilicata: per quello che ha significato di progresso nella storia civile e religiosa della Basilicata; per quello che ha rappresentato di arricchimento morale per la gente lucana, la sua lunga e sapiente azione in terra lucana.

 

Il 18 gennaio 1995, l’Arcivescovo Metropolita di Potenza (13/3/1993 - marzo 2001), mons. Ennio Appignanesi, propone di avviare una causa per elevarlo agli onori degli altari, diretta alla Sacra Congregazione delle Cause per i Santi, nella convinzione “che non esiste alcun dubbio sull’opportunità della canonizzazione di mons. Bertazzoni”. Prende il via un processo diocesano, per rievocare la memoria storica e per esaminare l'ipotesi di santità di vita del venerato Arcivescovo di Potenza. L’idea prende corpo a distanza di oltre un ventennio dalla scomparsa del Presule, per raccogliere le testimonianze ancora valide e vissute di quanti furono vicini a mons. Bertazzoni, prima che il tempo impedisca di raccoglierle con sufficiente aderenza alla realtà.

 

Mons. Bertazzoni alla posa della prima pietra delle case di Via Crispi, al suo fianco Vincenzo Solimena, Sindaco di Potenza dal 1955 - 1959

Il 30 ottobre 1995 viene insediato il Tribunale Diocesano competente del quale, fanno parte, don Angelo Mazzarone, postulatore, mons. Michele Rotundo, giudice delegato, don Gerardo Messina, promotore di giustizia, don Pierluigi Vignola, notaio attuario, assistito da un Notaio aggiunto, il diacono Giuseppe Cortellessa. In seguito, alla presenza del Cardinale Giovanni Canestri, Arcivescovo Emento della Sacra Congregazione a delle Cause dei Santi, è stata aperta ufficialmente, in Cattedrale, la causa di canonizzazione del “Servo di Dio”.

 

La Sacra Congregazione per le Cause dei Santi, alla quale, ai primi del 1995, viene avviata una istanza dove viene tratteggiata nelle linee essenziali la vita e le opere di mons. Bertazzoni, risponde che “nulla osta” ad avviare l’indagine sul venerato Vescovo che da quel momento Lo onora col titolo di “Servo di Dio”.

 

Il 30 ottobre 1995, inizia il processo diocesano che termina nel 2000, dopo che sono stati esaminati tutti gli atti rivenienti dalle ottanta testimonianze ascoltate in cinque anni. Gli atti vengono inviati a Roma, presso la Sacra Congregazione per le Cause dei Santi, che li ritiene validi nominando il Relatore. E' il primo, importante passo per avviare la canonizzazione di mons. Bertazzoni, che tanto sta a cuore ai fedeli e non solo.

 

Mons. Bertazzoni in visita in una contrada della città

Il 25 marzo 2001, mons. Agostino Superbo, già vescovo Emerito di Altamura, Gravina, Acquaviva delle Fonti, prende possesso della diocesi di Potenza, Marsico e Muro Lucano. Nato a Minervino Murge, diocesi di Andria, il 7 febbraio 1940; eletto alla sede di Sessa Aurunca il 18 maggio 1991; trasferito ad Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti il 19 novembre 1994; nominato Assistente ecclesiastico generale della Azione Cattolica Italiana il 18 maggio 1996. È presidente della Commissione CEI per il laicato. Dirige la Rivista “Presenza Pastorale”. In relazione alla canonizzazione di mons. Bertazzoni, sollecitato dal cronista, mons. Superbo tiene a sottolineare che l’intervento del Relatore della Sacra Congregazione delle Cause dei Santi, “deve accertare, non soltanto la bontà del Servo di Dio, ma l'eroicità delle sue virtù, vale a dire l'esempio costante di fede, speranza, carità, l'amore di Dio, virtù cristiane vissute con coraggio e la santità della vita”.

 

 

 

 

 

Il giorno del Vescovo

 

Mons. Superbo sul palco di Piazza Prefettura al suo arrivo a Potenza

Domenica 25 marzo 2001: mons. Agostino Superbo, che succede a mons. Ennio Appignanesi, fa il suo ingresso nella diocesi di Potenza, Marsico e Muro Lucano. Un approccio semplice ma “caldo” quello che il nuovo Arcivescovo Metropolita di Potenza, ha avuto con i fedeli della diocesi in Piazza Prefettura.

 

“Sono arrivato in questa bellissima Piazza di Potenza, ha esordito mons. Agostino Superbo, un pò commosso per questa grande partecipazione che coinvolge fedeli e tanti amici di diocesi diverse. Poi mi sono ripreso, convinto che questa “festa” fosse riservata ad un altro e non a me”. Scroscianti applausi della grande folla presente, hanno interrotto il presule, che poi ha aggiunto: “Dopo la concelebrazione nel Duomo di S. Gerardo, dobbiamo continuare a servire il Signore, mettendoci al servizio della città, condividendo speranze, sofferenze, angosce, contando sull’aiuto della tradizionale sapienza del popolo lucano”.

 

Sul palco di Piazza Prefettura, si sono alternate diverse voci. Per ringraziare mons. Superbo (75esimo Vescovo che sale sul Trono che fu di S. Gerardo, Patrono di Potenza), ma anche per “camminare insieme, per vivere in fraternità, essere pacifici costruttori di comunità vive, spendersi al meglio per i giovani, educandoli nella fede che irrobustisce la persona e dà gusto alla vita”. Paola Bignarsi, presidente dell’Azione Cattolica Italiana, ha detto “che mons. Superbo è persona che sa voler bene e stimare i laici”. Per le massima istituzioni, messaggi del Sindaco di Potenza, Gaetano Fierro, del presidente della Provincia, Vito Santarsiero, del presidente della giunta regionale di Basilicata, Filippo Bubbico.

 

Ed il nome dell’Arcivescovo Superbo, è tornato prepotentemente alla ribalta nei primi giorni del mese di maggio2003, quando, dalle colonne dell’ "Avvenire" ha lanciato un grido di allarme sulle carenze dello sviluppo in Basilicata. "Siamo preoccupatissimi per i giovani lucani Quelli delle aree interne, appena possono, scappano": È stato questo il primo messaggio, cui ne seguono altri come quello che recita così: "È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano ambire ad un posto di lavoro senza conoscere i potenti di turno".

 

 

 

 

Vico Serra Antonio

 

È la quinta traversa a sinistra di Via Pretoria, dal tratto che va da Piazza Matteotti alla Caserma dei Carabinieri. La bibliografia dell’epoca spiega che Antonio Serra, economista e docente in teologia e giurisprudenza, verso la fine del 1700, fu rettore del Seminario di Potenza (Luogo dove oggi sorge il Palazzo Vescovile). Serra prese parte, il 23 febbraio 1799, con il Vescovo Serrao, alla nascita della Repubblica Partenopea. Il giorno dopo dello stesso mese, fu decapitato dalle bande sanfediste.

 

 

 

 

Vico Domenico Corrado

 

Quarta traversa a sinistra di Via Pretoria dal tratto che va da Piazza Matteotti alla Caserma dei Carabinieri. È stato Comandante della Guardia Civica di Potenza. Al suo attivo, la lotta serrata al brigantaggio che seminava terrore e morte nella provincia di Potenza con la famigerata banda Taccone.

 

 

 

 

Vicolo Emilio Petruccelli

 

È situato lungo la discesa che da Piazza Mario Pagano porta a via del Popolo.

 

 

 

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