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LA FESTA DEL "MAJO"


 

La festa del “Majo”nasce dalle "ecatombi", solenni celebrazioni in onore della dea Maja madre di Mercurio.
Ha legami anche con l’impiccagione sul palo, di chi era condannato per reati gravi, secondo la giustizia di Roma.
Il palo, altissimo, veniva innalzato sugli spalti della fortezza di Guglielmo il Giustiziere Normanno (dove sorge l’attuale Convento di San Francesco).
Nel giorno del Solstizio d’Estate, il 21 giugno, una cima svettante sostituiva il legno trasversale su cui erano fissati i ganci per le funi degli impiccati.
La cima, di un lauro o di un agrifoglio, precedeva una lunga fila di 50 alberi.
Questi, dal bosco, erano trasportati in paese da una teoria di 100 buoi aggiogati, prossime vittime sacrificali, con sulla fronte l’immagine del sovrano e alle corna focacce di orzo e farro, e trine.
In questo giorno, non si eseguivano impiccagioni di persone, ma solo di animali, che venivano poi colpiti da frombolieri o da arcieri e cadevano a pezzi per le ferite.
L’antico rito pagano ha subito le trasformazioni dei tempi, oggi vivificato dalle tradizioni cristiane, rappresenta un appuntamento festoso che. annualmente, rinnova il legame dei Pietrapertosani con il loro bosco e il Santo.

 

da: Pro-Loco di Pietrapertosa     


 

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