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PIETRAPERTOSA: LE VIE

 

 

VIA GARIBALDI

Anche se in via Garibaldi si può riconoscere l’antico “cardo” romano, sicuramente, dal medesimo tracciato si è sviluppato il semplice sistema urbano medievale che è supportato da un solo asse che congiunge gli elementi principali della città, le due roccaforti a Nord e a Sud.
Nel periodo medievale, infatti, Pietrapertosa ha il suo massimo sviluppo con la creazione della cinta muraria, che si appoggia, in origine, a questo unico asse, e si estende, successivamente, in una aggregazione spontanea in una forma classica di città su strada.
I punti estremi di quest’asse sono rappresentati dalla Chiesa Madre di San Giacomo in piazza Garibaldi, a Nord ed al convento di San Francesco d’Assisi a Sud.
La tipologia edilizia è, prevalentemente, medievale con predominanza della casa unifamiliare e di piccole botteghe ai piani terra.
La confusa compenetrazione delle case testimonia il succedersi delle stratificazioni che partono dalle mura longobarde sulle quali, spesso, poggiano le opere murarie.
Ad una strutturazione varia di una non evidente geometria, di periodo romano, si sostituisce, nel tempo, tra il V e il XII secolo, una formazione urbanistica spontanea caratterizzata dalla Chiesa Madre, dal Convento di San Francesco d’Assisi e dalle antiche fortezze longobarde.
Il cardo romano, infatti, viene ripreso quando, distrutta la città romana ad opera dei barbari, le popolazioni cercano maggiore protezione, in posizioni più elevate.
Si possono, quindi, ritrovare due cinte murarie su alcuni resti:
- due grosse porte ad arco site nei pressi di piazza Garibaldi e piazza Plebiscito;
- resti di mura nelle strade adiacenti;
- edifici costruiti su mura medievale (Palazzo Verri e Palazzo Renna).
Le cinte possiedono un andamento regolare per causa orografiche e di posizione di edifici che vengono, talvolta difesi, come la Chiesa Madre, una delle tre originarie fortezze medievale.
Nel contesto urbanistico di Pietrapertosa, via Garibaldi rappresenta l’elemento dominante generatore di tutto l’ambiente urbano medievale, nato dai susseguirsi delle stratificazioni e successive aggregazioni sul tracciato originario.

 

 

DA VICO CIRILLO A VIA GUGLIELMO PEPE
asse di sostegno di architettura spontanea

Estrema propaggine del tessuto urbano nella zona nord-orientale, il tracciato, comprendente Vico I Cirillo, Vico Cirillo, Vico III Cirillo e un tratto di Via Guglielmo Pepe, costituisce l'elemento sul quale si è organizzata una delle zone di più antica origine.
Si percepisce l'impianto medievale del sistema planimetrico a schieramento seriale ininterrotto, costituito da piccole unità l'una addossata all'altra.
Anche i volumi appaiono regolari, privi di aggetti, mentre i prospetti sono improntati alla più assoluta funzionalità.
Il piccolo borgo è di periodo altomedievale, il che è confermato dalla vicinanza della Chiesa Madre del 1000. E' noto, infatti, che le popolazioni si concentravano nei pressi della Chiesa per ragioni di difesa dando vita alla creazione della Villa o Curtis che, nel caso specifico non si è realizzata.
L'elemento più significativo del percorso è costituito dall'habitat particolarissimo in cui gli estremi lembi della montagna formano veri e propi cunei. Il tracciato si pone come una sorta di collegamento tra le opposte vallate.
Anche in questo caso, l'elemento naturale ingloba, in una felice commistione, l'elemento artificiale.

 

 

VIA GUGLIELMO PEPE:
la fusione tra l'elemento naturale e artificiale

Via Guglielmo Pepe è parte di un tracciato quasi rettilineo che collega l'aggregato urbano di Vico Cirillo con il centro del paese.
Percorrendo la via in discesa, si nota una quinta costituita da una parete di roccia che è una sorta di muro ininterrotto, privo di vegetazione.
La quinta opposta è costituita da edifici unifamiliari le cui murature in pietra costituiscono un contraltare alla roccia. Anche in questo caso l'elemento naturale e il costruito costituiscono un dato omogeneo ed una felice dimostrazione delle possibilità di insediamento ambientale di elementi artificiali quali le abitazioni. La situazione geomorfologica, infatti, appare come un materiale da utilizzare e strutturare in rapporto al disegno urbano e, di conseguenza, al costruito.
 


            
testo tratto dal cartello esposto in Pietrapertosa

 


 

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