Torre Guevara
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Torre Guevara |
La maestosa Torre è tutto ciò che resta del
Castello “S. Carlo”, costruito dai Guevara, conti di Potenza, nel ‘600.
L’edificio venne donato dagli stessi Guevara nel 1626 all’ordine dei
Cappuccini per essere destinato a Lazzaretto che prese il nome di San Carlo.
Un omaggio a Carlo d’Angiò, o in ricordo del figlio della donatrice
dell’immobile, Beatrice de Guevara, oppure, più verosimilmente, in devozione
del santo milanese che si era prodigato in occasione della peste del 1576.
Il 28 ottobre del 1810, in seguito al decreto di
Murat, i Cappuccini vengono allontanati e il castello viene trasformato in
un ospedale civile e militare fino al 1862, quando l’istituto viene rilevato
dalla Provincia. Ampliato intorno al 1890, l’edificio ospedaliero viene
ingrandito nel 1924 e, infine, dimesso dalla funzione nel 1935, quando
l’ospedale viene trasferito negli immobili di proprietà provinciale a rione
Santa Maria. Oggi, come dicevamo, ciò che resta del castello è la torre.
Unica testimonianza di un edificio demolito nel secondo dopoguerra in
seguito ad una scelta che fu al centro di polemiche: le bombe
anglo-americane non riuscirono a danneggiare la struttura nonostante, nella
notte tra l’ 8 e il 9 settembre del ‘43, tentarono direttamente di
distruggere il castello. Laddove fallirono i bombardieri “ci riuscirono gli
amministratori dell’epoca che decisero di abbatterlo per evitare che il
castello continuasse a costituire provvisorio rifugio per famiglie che
emigravano a Potenza, senza disporre di un tetto sotto cui ripararsi”.
La “querelle” sul parcheggio
L’ idea dell’Amministrazione Provinciale di Potenza
di istituire un parcheggio nell’area situata intorno alla Torre Guevara, nel
centro storico di Potenza, ha suscitato un vespaio di polemiche. Ha iniziato
l'Itc “Da Vinci”, che invita la Provincia a rivedere la sua decisione; una
polemica che ruota intorno alla decisione dell’ente di firmare una apposita
convenzione con l’ Automobile Club Potenza. Al coro delle proteste, si
unisce anche il responsabile di Potenza del WWF, Michele Conversano, secondo
il quale la riqualificazione dei sito più volte annunciata, non può essere
conciliabile con un parcheggio. "Se si vuole davvero procedere ad un
recupero dell’area, sottolinea Conversano, secondo il quale la
riqualificazione del sito più volte annunciata, non può essere conciliabile
con un parcheggio."
Si registrano, inoltre, gli interventi del vice
Sindaco di Potenza, Pasquale Lomonaco, degli ambientalisti, dell’architetto
potentino Luciano Mastroberti, del Circolo Culturale “J. Henri Newman”
Potenza, che, in nome delle famiglie del Centro Storico, rivolge la
richiesta di designare l’area in cui campeggia la Totre “De Guevara”, a
parco cittadino, soprattutto per i bambini. Naturalmente, non manca la voce
del Comune e della Provincia di Potenza.
Al di là delle diverse posizioni sul tema, la
ventilata nascita di un parcheggio custodito nei pressi della torre Guevara
di Potenza - per effetto della convenzione tra Provincia e Automobile Club
Potenza - ha il merito di aver riacceso i riflettori su un monumento caduto
nell’oblio. Ora anche i più distratti concordano sulla necessità di
valorizzare il sito, di dare il giusto risalto ad un edificio che, perché
no, potrebbe diventare il nuovo simbolo della città. La torre, lo
ricordiamo, è quanto resta del complesso monumentale sede della residenza
fortificata delle casate. Di origini anteriori all’anno 1000, fu
trasformata, nei secoli, varie volte. L’ultimo restauro, organizzato dalla
Provincia che è l’ente proprietario dell’edificio, l’ha resa fruibile. “E lo
sarà di più, precisa il presidente Vito Santarsiero, proprio grazie alla
nostra opera di recupero complessivo dell’area. La torre, inoltre, diventerà
un punto speciale di osservazione del cielo grazie ad un’intesa con
l’associazione astronomi.
La polemica sul parcheggio Aci a ridosso
dell’edificio non si spegne facilmente, ma il presidente Santarsiero tira
dritto per la sua strada, convinto che disciplinare l’accesso delle auto
nell’area sia l’anticamera della valorizzazione della torre. Una
valorizzazione che, è opinione diffusa, diventerà “completa” soltanto quando
sarà demolita la sede dell’ITC “Da Vinci”, ridando luce e respiro alla
dimora Guevara. Il progetto è contenuto nel piano particolareggiato del
centro storico, pronto ad approdare in Consiglio comunale per la definitiva
approvazione. “Il palazzo, sottolinea Michele Graziadei, assessore comunale
dell’Urbanistica, va abbattuto. In questo modo la Torre potrà essere
completamente restituita alla città, chiamata ad appropriarsene non soltanto
da un punto di vista estetico. I potentini, aggiunge Graziadei - devono
sentirla come parte integrante della loro storia”.
Parole che riecheggiano anche nell’ufficio del
presidente Santarsiero, da sempre attento alle tematiche culturali e al
recupero di siti di particolare pregio architettonico (vedi il Covo degli
Arditi): “Siamo in perfetta sintonia con il Comune tant’è che abbiamo già
individuato una soluzione logistica alternativa al “Da Vinci”. Una volta
liberata l’area dalla presenza ingombrante dell’istituto, potremo davvero
dire di aver recuperato un pezzo importante della nostra città”.
Fa sentire la sua voce anche l’Aci per bocca del
suo presidente Francesco Solimena. “Sarà cura del nostro ente, potenziare
gli spazi verdi, le aree destinate allo svago dei bambini, e promuovere
nell’area iniziative ludico-culturali, che finalmente faranno vivere la
Torre e il suo contorno. Debbo però rilevare che, quanto al “degrado”
dell’area che è adiacente alla scuola, nessuno si è preoccupato della
situazione presente. Infatti l’area è stata da noi sgomberata dai rifiuti e
da quanto altro la faceva assomigliare ad una vera e propria discarica
abusiva. Alla sezione di Potenza di Legambiente, voglio ricordare come
cittadino, che l’enunciazione di principio e le costruzioni teoriche su
possibili gestioni dell’area non tengono conto delle mutate realtà
economiche degli enti locali, come la Provincia, che proprio con l’accordo
con l’ACI ha consentito che la Torre, e l’area circostante possa essere
custodita e fruibile ai cittadini ed ai turisti. Se poi Legambiente ritiene
che sia meglio tenere “occultata” l’area nell’attesa che intervengano
soluzioni finanziate naturalmente dagli enti pubblici, non credo come
cittadino che queste siano strade perseguibili”.
La torre delle stelle
Da sempre l’uomo è stato affascinato dalle stelle.
Gli astri della volta celeste hanno regolato per milioni di anni tempi e
cicli di ogni forma di vita sulla terra. E' per questo che ogni volta che ci
si trova a parlare di astronomia è impossibile evitare di essere attratti
dai misteri dell’universo.
E così anche la città di Potenza dispone di una
sede dedicata all’astronomia ed allo studio dei suoi fenomeni. E la storia
della Torre Guevara, che così torna a vivere in una sua dimensione più
consona di contenitore culturale e scientifico, uno dei pochissimi ed
autentici monumenti storici del capoluogo si chiamerà “La Torre delle
Stelle”.
Un nome bellissimo, precisa durante la cerimonia di
inaugurazione il preside della facoltà di scienze dell’Università di
Basilicata Antonio Mario Tamburro, per una sede dove l’astronomia è cultura.
Ed il collegamento tra chi fa cultura per motivi professionali e chi per
diletto è stato il tema della conservazione dibattuto nella prima parte
serata inaugurale.
“Il piacere della cultura, l’argomento di questa
serata, è un diverso modo di intendere la cultura, sostiene il presidente
dell’Ala Massimo Bottesini, la nostra associazione ci sta provando da alcuni
anni organizzando corsi, incontri, serate di osservazione e proiezioni di
diapositive. Siamo andati in giro per i paesi lucani e per le scuole per far
scoprire l’astronomia ai ragazzi”. Al dibattito hanno preso parte anche
Giulio Auriemma, docente di Fisica dell’Università di Basilicata, Giuseppe
Bianco, direttore del Centro di Geodesia Spaziale di Matera, Lucia Corbo del
Ministero dell’Istruzione, Emilio Sassone Corsi, vice presidente dell’Unione
Astrofili Italiani.
La Torre delle Stelle, un simbolo ed un pezzo di
storia potentina recuperato alla memoria di un’intera comunità grazie alla
sensibilità del presidente della Provincia di Potenza Vito Santarsiero,
ospita anche un moderno planetario ma soprattutto può diventare un centro di
aggregazione culturale per gli astronomi vecchi e, si spera, nuovi.
“Con la diffusione della cultura astronomica l’uomo
si avvicina maggiormente alla natura rispetto ad ogni altra cosa -
sottolinea Bottesini - gli astri regolano la nostra vita e quando tramonta
la grande luce del sole, si accendono tanti puntini luminosi. Negli ultimi
anni però l’inquinamento luminoso dei centri urbani ha quasi oscurato
totalmente le stelle precludendoci di far parte della natura. Noi cerchiamo
di far riscoprire l’universo attraverso l’osservazione astronomica. Non sarà
un impegno facile gestire questa sede così impegnativa ma nei nostri
progetti c’è l’ intenzione di realizzare attorno alla torre un parco delle
stelle con tutto quanto può servire allo studio ed alla comprensione del
movimento della volta celeste e della terra”.
Un monumento storico che ritorna alla
comunità
La Provincia di Potenza, sottolinea il suo
presidente Vito Santarsiero, nell’ambito della propria azione amministrativa
per la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico, dopo aver
inaugurato la Pinacoteca in un immobile del Quadroni e Piacentini, e ridato
alla comunità il Covo degli Arditi, dando corpo con la presenza del museo,
all’ambizioso progetto del Polo della Cultura di Rione Santa Maria, ora fa
rivivere anche la Torre Guevara.
Grazie ad una convenzione con l’Associazione Lucana
di Astronomia e ad un investimento scientifico della Provincia di Potenza,
la Torre riapre diventando un luogo di eccellenza, aperto alla comunità, per
studi astronomici ed osservazioni del cielo. Consideriamo la Torre uno dei
monumenti più significativi della nostra città, che secondo la teoria del
Bruno, era il luogo del controllo della sottesa ansa fluviale del Basento
dalla sorgente alla stretta di Albano.
Le origini della Torre sono completamente
sconosciute, potrebbe risalire al IX secolo. La Torre e il castello di cui
era parte integrante portano il nome dei Guevara che, nel XVII secolo,
donarono il castello ai Cappuccini, riservandosi l’uso della torre.
Oggi, lo stato di abbandono interessa l’ambiente
urbano che circonda la torre. Si impone un serio intervento di recupero. A
tal fine, lo strumento urbanistico prevede la demolizione del vicino
istituto scolastico. Tale intervento, se non basterà, per la presenza di
altri edifici, a recuperare l’orizzonte visivo originario del sito, sarà
almeno sufficiente a garantire alla torre una nuova immagine prospettica a
grande vantaggio del centro storico di Potenza.
Quanto all’Istituto scolastico di proprietà della
Provincia, ha già trovato una nuova collocazione in un immobile in fase di
costruzione in altra parte del territorio comunale, la cui utilizzazione è
prevedibile entro due anni.
Si può quindi immaginare il recupero urbano
dell’intera zona, per il quale si prevede un concorso di idee tra i massimi
esperti, entro tempi sufficientemente brevi. Come è noto, negli ultimi anni,
la torre e gli spazi circostanti hanno vissuto momenti di abbandono e di
degrado. Oggi, in attesa della definitiva sistemazione urbanistica
dell’area, dopo aver stabilito l’utilizzo della torre e vincolata la
migliore manutenzione delle aree a verde con inserimento di strutture per il
tempo libero e per i bambini, è sembrato opportuno concedere all’ACI spazi
per parcheggi, ovviamente controllati, con l’ulteriore vincolo di una piena
e libera fruizione di tutta l’area da parte della cittadinanza il sabato e
la domenica a partire dal prossimo fine settimana.
Si tratta sicuramente di una buona azione di
recupero che riporta la Torre ad un’importante funzione sociale, scientifica
e turistica e offre alla città nuovi spazi verdi e parcheggi nel
congestionato centro storico in attesa di quella futura sistemazione, che
sola, potrà dare definitiva e organica risposta a questi problemi.
Ben vengano l'attenzione, la critica e le opportune
osservazioni alle nostre decisioni, ma, pensando al silenzio rispetto al
parcheggio abusivo preesistente, alle aree verdi abbandonate a alla mancata
fruizione della torre e degli spazi circostanti, era preferibile che tante
sensibilità che oggi avanzano si fossero manifestate in tempi meno sospetti. |